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Lo studio sperimentale di Schmo e Taga Italia su colori spot e misurazione delle TVI

Il set dei colori Pantone presi in esame per il confronto delle metriche di misurazione delle curve TVI.

La definizione dei colori spot è stata sempre un tema spinoso da affrontare dagli addetti ai lavori, sia per quel che concerne la definizione, sia per il controllo del risultato stampato. L’utilizzo di cartelle colore che custodiscano campioni stampati o riferimenti, le mazzette con l’atlante dei colori (Pantone o altre serie) sono classici metodi per tenere sotto controllo la formulazione o il risultato stampato. Più recentemente, con l’affermarsi della colorimetria e della strumentazione di misurazione del colore, i riferimenti sono diventati dei numeri (le coordinate cromatiche L*a*b*) oppure (ideale) la curva di riflessione spettrale del colore misurata dallo spettrofotometro.

La carta d’identità di un colore

Oggi il Comitato Tecnico TC130 di ISO sta elaborando uno standard (ISO/DIS 17972 – Graphic technology – Colour data exchange format (CxF/X) per la comunicazione delle informazioni relative al colore, che si basa su un formato di interscambio di dati digitali definito XML. Il protocollo CxF (Color eXchange Format), così si chiama, permette di catturare e descrivere tutte le caratteristiche di un colore spot, a partire dalla curva spettrale di riflessione del colore su un dato supporto. In questo modo, per esempio, misurando un campione con uno spettrofotometro è possibile comunicare i dati a un software di formulazione di inchiostri, oppure a un software di controllo qualità. Evidenti i vantaggi nella progettazione di layout che prevedono l’impiego di spot colour. Il formato CxF, originariamente di proprietà di X-Rite è da questa stato liberalizzato circa un paio di anni fa, rendendolo di fatto utilizzabile da chiunque; ciò ha permesso lo sviluppo dei successivi CxF/X, di cui il CxF/X-4 (ISO/DIS 17972-4) è il protocollo che descrive la caratterizzazione dei colori spot. Cioè come creare la carta di identità di un colore e come comunicarlo.

Quindi dal punto di vista della misurazione e comunicazione del colore spot gli strumenti e le normative di riferimento soddisfano l’esigenza di avere metodi scientifici accurati che evitino le incomprensioni e gli errori. Cioè quando io devo scegliere un colore spot e poi comunicarlo allo stampatore, attraverso il file PDF/X, oppure misuro un campione, ricreo l’inchiostro attraverso la formulazione per poi stamparlo, tutto fila liscio.

I risultati

Cosa emerge da questa fase della sperimentazione? Innanzitutto che tra le metriche di misura proposte ve ne sono alcune più efficienti di altre in termini di consistenza e uniformità di applicazione, che quindi sono candidate a essere ancora indagate per giungere alla proposta finale che diverrà uno standard ISO da sottoporre ai produttori di strumenti di misura e workflow di controllo di processo (figura).

I test di applicazione delle metriche proposte (inizialmente più di dieci), hanno portato a selezionarne alcune che rispondono in modo più consistente rispetto alla linearità della progressione della curva TVI di riferimento. In questa immagine i valori L*a*b* delle letture spettrofotometriche della scala retinata dei campioni stampati con tutti i colori spot (prima riga), e nelle successive tre righe, i tre metodi di misura che meglio sembrano riprodurre la percezione visiva della curva tonale.
I test di applicazione delle metriche proposte (inizialmente più di dieci), hanno portato a selezionarne alcune che rispondono in modo più consistente rispetto alla linearità della progressione della curva TVI di riferimento. In questa immagine i valori L*a*b* delle letture spettrofotometriche della scala retinata dei campioni stampati con tutti i colori spot (prima riga), e nelle successive tre righe, i tre metodi di misura che meglio sembrano riprodurre la percezione visiva della curva tonale.

Evidentemente si conferma che la classica formula Murray-Davies presente negli strumenti di misura standard, non risulta applicabile.

Allo stato attuale dello studio non è possibile rendere pubbliche le metriche in questione quindi non verranno illustrate con il loro nome e cognome. Come si può osservare dal confronto tra le varie metriche utilizzate su uno stesso campione, producono dei dati L*a*b* anche parecchio differenti che creano uno scostamento evidente nella riproduzione. Mentre di distinguono alcuni modelli (meno di cinque) che sembrano dare una risposta lineare rispetto al riferimento (figura sopra). Allo stato attuale non c’è una convergenza di opinioni su una singola metrica da sviluppare, ulteriori fase di test si rendono necessarie per arrivare alla proposta che verrà integrata nel nascente standard. In questa attività, Taga Italia con i partner (la scuola grafica di Saronno e Color Consulting srl), saranno ancora in prima linea per portare avanti la grossa mole di lavoro che si prospetta per i prossimi mesi, con l’obiettivo di giungere a fornire uno standard per i produttori entro il 2015.

Leggi tutto l’articolo! A pag. 40 di Italia Grafica di marzo!

I progetti creativi più belli del 2014 realizzati con carte Arjowiggins

Pop’Up Exhibitions è la mostra itinerante pensata, studiata e organizzata da Arjowiggins Creative Papers.
Pop’Up Exhibitions è la mostra itinerante pensata, studiata e organizzata da Arjowiggins Creative Papers.
Pop’Up Exhibitions è la mostra itinerante pensata, studiata e organizzata da Arjowiggins Creative Papers.
Pop’Up Exhibitions è la mostra itinerante pensata, studiata
e organizzata da Arjowiggins Creative Papers.

Girerà l’Europa fino a giugno per raccontare, attraverso l’esposizione di 150 progetti realizzati, le infinite potenzialità che carta e design hanno in ambito comunicativo.
L’evento si svolgerà, a Milano con il patrocinio Aiap (Associazione Italiana Design della Comunicazione Visiva), il 19-20-21 marzo prossimi, dopo la tappa parigina e quella spagnola di Barcellona, per poi proseguire verso Londra, Amsterdam e Berlino.

Il primo giorno si terrà il “vernissage” di inaugurazione a inviti riservati. Le altre due date saranno accessibili, dalle 9 alle 21, per coloro che ne faranno richiesta.
30 i paesi rappresentati che saranno ospitati in una locationin zona Tortona in uno stabile dei primi del ‘900 dove sorge, infatti, Galvanotecnica Bugatti (Via Gaspare Bugatti 7). Storico spazio industriale riqualificato, grazie alle geniali idee dell’architetto Luigi Caccia Dominioni, che oggi si trasforma in un angolo che racconta le storie di una Milano quasi dimenticata.

In un momento, dove la tecnologia e la modernità sembrano non lasciare spazio alla tradizione, il Gruppo francese dimostra come l’incontro tra tradizione e modernità sia il connubio più moderno e vincente che ci possa essere per raggiungere obiettivi strategici.
«Mondo del fashion, creativi, stampatori e studenti saranno i benvenuti nello spazio allestito all’interno di Galvanotecnica Bugatti», dice Simone Medici, Amministratore Delegato di Arjowiggins Italia e direttore Sales & Marketing della Divisione Creative Papers per l’area Sud Europa e Turchia, che aggiunge: «questa opening sarà l’occasione per scoprire vere e proprie installazioni artistiche realizzate con i progetti creati per alcuni dei clienti più importanti di Arjowiggins Creative Papers. Un vero showcase di creatività, ingegno, bellezza, fantasia e – naturalmente – di carte creative con la loro versatilità e unicità».

Simone Medici, Amministratore Delegato di Arjowiggins Italia e direttore Sales & Marketing della Divisione Creative Papers per l’area Sud Europa e Turchia.
Simone Medici, Amministratore Delegato di Arjowiggins Italia e direttore Sales & Marketing della Divisione Creative Papers per l’area Sud Europa e Turchia.

Le arti grafiche e la grande chance dell’innovazione multimediale

Giuseppe Donegà, amministratore delegato di Mediagraf.
Giuseppe Donegà, amministratore delegato di Mediagraf.

Di fronte alle sfide imposte dai nuovi scenari digitali molte aziende grafiche stanno già attuando la trasformazione verso una struttura «multiservizi». In grado quindi di offrire molto di più della semplice attività di stampa. Scopriamo insieme il perché.

Giuseppe Donegà, amministratore delegato di Mediagraf.
Giuseppe Donegà, amministratore delegato di Mediagraf.

Il vento gelido del cambiamento che attraversa l’economia globale è arrivato anche sull’industria grafica. E soffia molto forte. Da tempo infatti la contrazione della domanda ha generato un po’ a tutti i livelli una ricerca spasmodica di vie alternative per tamponare le perdite di fatturato.

Una condizione che è trasversale a più segmenti e che rispecchia l’erosione del mercato da parte dei nuovi media elettronici, specie quelli mobili, responsabili di una progressiva ma inesorabile trasformazione delle abitudini dei consumatori. Secondo una recente ricerca di InfoTrends (2014) il time-share dell’utente statunitense, cioè il tempo dedicato alla sua fruizione delle differenti risorse mediali, si sta spostando sensibilmente a favore dei dispositivi mobili (dal 4% del 2010 al 23% del 2014) a scapito di tv, radio e di altri mezzi, ivi compresa la lettura su prodotti cartacei e, incredibilmente, anche di Internet. Il che significa che una quota ingente di investimenti pubblicitari si sono trasferiti o si stanno ormai muovendo verso i nuovi device multimediali, contribuendo così al «tonfo» dei giornali e della carta stampata in generale.

In questa rapida trasformazione del mercato appare in tutta evidenza la metamorfosi epocale che stampatori e print service provider dovranno compiere per presentarsi al più presto ai clienti sotto nuove sembianze, quelle cioè di «marketing service provider». Un profilo aziendale diverso, tecnologico, più ricco e articolato rispetto al passato «analogico» che tutti conosciamo, e che dovrebbe agevolare le aziende grafiche nel riposizionarsi all’interno di un mercato di riferimento anch’esso ormai mutato.

Lo studio InfoTrends mostra anche le soluzioni più votate dagli stampatori per tornare a crescere: tra queste spicca la scelta del «Web-to-print» (ben il 27,4% di preferenze) e del «cross-media campaign management» (17,8%), che superano ampiamente gli strumenti dedicati al «print Mis» o al «variable data printing» (13,3%), due dei lidi d’approdo considerati più appetibili per il mondo delle arti grafiche fino a poco tempo fa.

Che cosa sta dunque accadendo? E quali alternative si presentano agli occhi degli stampatori italiani, spesso così riluttanti ad abbracciare il nuovo che avanza?

Lo chiediamo a Giuseppe Donegà, amministratore delegato di Mediagraf, l’importante azienda padovana che da alcuni anni sta sviluppato al proprio interno interessanti attività di sperimentazione cross-mediale.

Leggi l’intervista! A pagina 18 di Italia Grafica!

Come sta cambiando il mondo delle immagini

Il mondo delle immagini sta cambiando sempre più rapidamente. E l’agente più importante di trasformazione è rappresentato dai microstock, i siti sui quali si possono comperare milioni di foto, video e illustrazioni spendendo poco. L’ultima novità e che Adobe si è comperato Fotolia, uno dei più importanti archivi di contenuti royalty free.

In un quarto di secolo è cambiato tutto nel mondo delle arti grafiche: tecnologie, applicazioni, modelli di business, paradigmi, abitudini dei consumatori. Un’evoluzione che è sotto gli occhi di tutti e che quasi non notiamo più se non quando ci accorgiamo che le risme di carta in ufficio durano di più, che possiamo scrivere un libro e farcene stampare anche solo una copia, che qualche libro lo compriamo di carta e altri preferiamo scaricarli in formato elettronico.

Una evoluzione/rivoluzione che coinvolge anche il mondo delle immagini. Fino a vent’anni fa, o poco più, per ogni editore di libri o riviste o studio grafico alla prese con la realizzazione di una brochure aziendale, di un catalogo di viaggi o di un depliant pubblicitario, la voce di spesa per l’acquisto delle immagini era importante. Bisognava commissionarle a un fotografo o ricorrere alle agenzie fotografiche per acquistarle con una licenza RM (Right-managed). È una formula che consente di usare una risorsa una sola volta (fotografia, illustrazione, video…) e con una serie di limitazioni che riguardano soprattutto il tempo, il luogo e lo spazio. Così una foto da inserire in un quarto di pagina interna di una rivista a tiratura nazionale avrà un certo prezzo, che cresce se viene impiegata in copertina o per una campagna di affissioni per cui è richiesta l’esclusiva per qualche mese. Con prezzi dai 30-40 euro a immagine in sù.

Poi sono arrivati i CD con le foto di stock, che contenevano le prime immagini royalty free. Un importante passo avanti, perché questo genere di fotografie si acquistano una volta e poi si possono usare più volte senza limitazioni particolari. iStock ha poi avuto l’idea di cominciare a venderle online le foto royalty free a prezzi contenuti. Correva l’anno 2000 ed era nato il microstock. Un fenomeno che è esploso negli ultimi quattro/cinque anni, con un grande fiorire di siti di questo genere e che culmina oggi con l’acquisizione da parte di Adobe di Fotolia, uno dei principali microstock. Su questi siti le foto si possono pagare anche meno di un euro. Cerchiamo quindi di fotografare, è proprio il caso di dirlo, questo fenomeno. E di vedere quali sono i microstock sui quali conviene comperare contenuti. E anche su quali si può iniziare a vendere, dal momento che sono aperti ai contributi di qualsiasi persona abbia buone foto, illustrazioni e video da proporre.

A gennaio Adobe ha completato l’acquisizione di Fotolia annunciata lo scorso dicembre: integrerà Fotolia in Creative Cloud e all’interno delle applicazioni CC Adobe per desktop, affinché gli abbonati a Creative Cloud possano accedere e acquistare i contenuti, ma continuerà a gestire Fotolia come banca immagini indipendente accessibile a tutti.

Ne abbiamo parlato con Michael Chaize, Wordwide Creative Cloud Evangelist di Adobe: leggi l’intervista su Italia Grafica di marzo!

Per capire meglio le dinamiche dei microstock, sia dal lato di chi compera le foto sia da quello di chi le vende, prendiamo una foto qualsiasi di medio successo (sotto). Si tratta di un primo piano di un libro che sta passando dalla fase di stampa a quella di rilegatura scattata nel 2012 presso una grande industria tipografica italiana e in vendita da tre anni nei principali microstock.

Dal punto di vista dell’autore si tratta di un’immagine che, pur essendo di media qualità scattata con una Nikon D300 (ma che potrebbe essere stata scattata anche con un buon telefonino), ha avuto una buona performance. Il guadagno complessivo è stato di circa 300 dollari, con 306 vendite su Shutterstock, 64 su Fotolia, 13 su Dreamstime, 7 su Depositphotos e una volta sola su iStock. Stessa foto, stesse parole chiave e vendite estremamente diverse da un microstock all’altro: come mai questi livelli di vendita estremamente differenziati? Semplicemente perché una foto viene comperata quando appare nei primi quaranta, cinquanta risultati di ricerca. Oltre le possibilità di vendita scemano. I vari algoritmi di ricerca dei microstock seguono regole misteriose e differenti: in alcuni casi spingono le foto nuove, in altri mandano in profondità quelle che hanno un pessimo rapporto tra visualizzazioni e acquisti, in altri ancora vale il punteggio che il selezionatore ha attribuito a un’immagine o il livello dell’autore. In linea generale, se una foto è stata venduta qualche volta appena caricata è probabile che venderà sempre di più. In caso contrario è probabile che cada nel dimenticatoio.

Passiamo dal lato di chi deve comperare questa foto. Anche in questo caso la situazione varia considerevolmente da un microstock all’altro. I prezzi delle immagini variano su siti come Fotolia o Depositphotos dal livello dell’autore (basato a sua volta sul numero di foto che ha venduto) o sul numero di volte che una singola foto è stata venduta, come su Dreamstime. E poi ci sono siti più o meno cari. Lasciando perdere gli acquisti in abbonamento, questa foto nella risoluzione massima costa circa 12 euro su Fotolia, 21 su Dreamstime, 10 dollari su Depositphotos (però bisogna comperare crediti per almeno 50 dollari), 8 euro su Shutterstock (bisogna però spendere 39 euro per acquistare un pacchetto di cinque foto scaricabili in un anno) e la stessa cifra euro su iStock (anche in questo caso bisogna comperare un pacchetto da 24 euro che consente di scaricare tre immagini). Nel caso servisse questa stessa foto in bassa risoluzione, adatta per siti Web, su quasi tutti i microstock costa un credito, ma in genere bisogna comperare un pacchetto di crediti che costa almeno una dozzina di euro.

La soluzione migliore per gli acquirenti è quella di fare un abbonamento con un singolo microstock, che di solito permette di scaricare un certo numero di immagini al giorno per il periodo dell’abbonamento. Nel caso di contratti annuali si arriva a un prezzo, sfruttando l’intero pacchetto, inferiore ai venti centesimi per immagine.

Una carrellata sulle maggiori banche dati di immagini “microstock”: leggi l’articolo!

Arti Grafiche Johnson presenta il proprio piano industriale per il rilancio

Johann Kral_A.D. Arti Grafiche Johnson_Bavaria Industries Group.
Johann Kral_A.D. Arti Grafiche Johnson_Bavaria Industries Group.

A seguito della recente acquisizione da parte di Bavaria Industries Group AG, la holding a vocazione industriale che controlla quote in 12 società europee e impiega 5.400 persone, con un fatturato di 1 miliardo di euro nel 2014, Arti Grafiche Johnson Spa (Seriate – BG) presenta il proprio piano industriale per il rilancio.

Nata nel 1964 come Legatoria Augusta, si inserisce subito con successo nel mercato delle agende e da piccola azienda artigiana si trasforma, negli anni, in una realtà di tutto rispetto, fatto dimostrato da un fatturato pari a 82 milioni di euro nel 2014 grazie alla produzione di agende, notes, calendari, diari, cataloghi, libri e planning.

Johann Kral_A.D. Arti Grafiche Johnson_Bavaria Industries Group.
Johann Kral_A.D. Arti Grafiche Johnson_Bavaria Industries Group.

Il compito di riportare Arti Grafiche Johnson, unitamente alle altre aziende del gruppo acquisite da Bavaria Industries (Nuovo Istituto Italiano d’Arti Grafiche e Eurogravure), in crescita è stato affidato all’A.D. Johann Kral, che dichiara: «Il management della nuova gestione ha già individuato una serie di azioni da mettere in campo per rilanciare il più importante polo del settore arti grafiche: l’outsourcing di processi discontinui, l’ottimizzazione dei costi di gestione attraverso la centralizzazione dei servizi amministrativi e funzionali alle Direzioni, prepensionamenti e nuovo orario di lavoro per le attività produttive.

Il piano industriale prevede, inoltre, il ridisegno delle attività di Bergamo e Seriate per rendere più efficienti le aziende, creando un migliore workflow produttivo. Per fare questo verranno installate macchine complementari a quelle attuali creando così, a parità di capacità produttiva, un miglioramento dell’offerta.

Per quanto riguarda Arti Grafiche Johnson in particolare, oltre ad aver già consolidato i rapporti con i clienti esistenti, che hanno riconfermato così la loro fiducia nell’azienda e nel prodotto, ha siglato nuovi contratti molto importanti grazie alla nuova strategia commerciale messa in atto, che prevede anche il rafforzamento della struttura per fare in modo di crescere nelle quote di mercato.

Sono confermate, inoltre, alcune importanti partnership con primari operatori del mercato per mantenere i nostri obiettivi di crescita previsti (anche attraverso acquisizioni in ambito nazionale e/o europeo).

Sul piano del marketing, poi, è in cantiere lo sviluppo di nuovi prodotti e linee da presentare al mercato nel corso del 2015, che serviranno a rafforzare e ampliare la gamma di prodotti, con particolare attenzione allo sviluppo dell’interazione paper & digital.

Ultimo ma non meno importante, la nostra Azienda, non avendo debiti con il sistema bancario, ha quindi la possibilità di guardare al mercato con assoluta tranquillità, ragionando su possibili acquisizioni e consolidamenti, oltre a continuare a mantenere un importante focus sui costi per poter essere altamente competitiva come sempre».

Arti Grafiche Johnson svolge la propria attività con crescente impegno a un uso responsabile e corretto delle risorse forestali, seguendo le normative internazionali PEFC™ e FSC®, con risposta positiva da parte del mercato verso la scelta di ecocompatibilità con l’ambiente.

OneMorePack, il premio italiano di Creative Packaging Design

Marco Fiorillo, art director di OneMorePack.
Marco Fiorillo, art director di OneMorePack.

Foto a pagina intera

Prende avvio la seconda edizione di OneMorePack, premio di creative packaging design: Una scelta coerente con il tema di Expo 2015 “Nutrire il pianeta, energia per la vita”.

Il settore cartotecnico, infatti, sta mostrando una vivacità imprenditoriale e una graduale crescita della domanda, in controtendenza rispetto all’andamento generale dei mercati. La necessità di avere sempre più occasioni di confronto, in un settore che ha bisogno di costante aggiornamento, ha spinto dunque Grafica Metelliana a indire questo premio, nato dalla volontà di valorizzare i talenti italiani del settore, creare relazioni, stimolare la creatività e promuovere l’innovazione. Un’iniziativa che pone al centro il design, non solo dal punto di vista estetico ma quale elemento determinante per lo sviluppo di nuove idee in grado di richiamare l’attenzione sull’argomento della sostenibilità ambientale.

Molte le novità in questa seconda edizione: due competizioni autonome, una dedicata ai professionisti, l’altra agli studenti degli Istituti Superiori e delle Università con indirizzo design, a cui è assegnato un tema intorno al quale sviluppare il personale progetto di packaging design.
Sei le categorie in gara: astucci food&beverage, astucci esthetics, astucci various, visual, shopping bag e label (novità di quest’anno).
Una nuova modalità di valutazione, nella quale saranno designer ed esperti di comunicazione a valutare e decidere quali lavori accederanno alle fasi successive della competizione, fino a decretare i vincitori: dopo una prima scrematura ci sarà infatti una valutazione online riservata ai soci e alle liste di professionisti dei patrocinanti.
Sei vincitori nella sezione professional, quattro menzioni speciali «miglior funzionalità», «miglior comunicazione», «miglior innovatività», «miglior sostenibilità», che saranno valutati dalla sola giuria tecnica.
Tre premiati nella sezione «Students»: al primo classificato uno stage formativo presso un’agenzia di comunicazione. Alla competizione riservata ai professionisti si aggiunge, infatti, quella rivolta ai ragazzi di età compresa tra i 18 e i 27 anni iscritti almeno al primo anno di un Istituto superiore e di un’università con indirizzo design. A loro è assegnato un tema intorno al quale sviluppare un progetto di packaging design per tre formati di pasta, attraverso la configurazione della soluzione cartotecnica, l’individuazione dei supporti, il progetto grafico, l’applicazione alla linea di prodotto e le informazioni sul prodotto.

Le iscrizioni al premio si chiudono giovedì 2 aprile 2015 e il termine del concorso è giugno 2015.

Un premio giovane, nato da subito con patrocinio importanti, come Aiap, Unicom, Assografici e Confindustria Campania, OneMorePack vede tra i partner tecnici Fedrigoni, Macchingraf, Bobst, Luxoro e Tremil, e tra i media partner Converter&Cartotecnica, Promotion Magazine, Uomini&Donne della Comunicazione, Mercurio 3D.

«Un premio che nasce perché l’azienda sta puntando sul packaging: un asset importante per il nostro Paese e trainante per il Made in Italy», afferma Adriano Priori, responsabile commerciale dell’area nord di Grafica Metelliana. «Un’iniziativa che vuole stimolare la creatività italiana e andare a scovare i talenti italiani», racconta Marco Fiorillo, art director di OneMorePack, «ed è il motivo per cui è stata introdotta quest’anno la sezione ‘Students’, quindi aperta a studenti che frequentano corsi specifici dedicati al packaging design». Tra le altre novità, anche la composizione della giuria: «mentre lo scorso anno c’era nella giuria un rappresentante per ciascun partner del premio, quest’anno si è optato per una ‘formazione’ diversamente composta, in cui compaiono, tra gli altri, nomi come Giovanni Brunazzi, titolare dell’agenzia Brunazzi&Associati, Emily Louise Simonis, che lo scorso anno si è distinta per avere tenuto un interessante intervento sul percepito del packaging italiano nel mondo e un rappresentante di Assografici. La lista definitiva verrà comunicata a breve.

Marco Fiorillo, art director di OneMorePack.
Marco Fiorillo, art director di OneMorePack.

Per info e dettagli consultare la pagina dedicata, dove si potrà scaricare anche il Regolamento, il tema della sezione ‘Students’, la Scheda Tecnica e Comunicazione lavoro e le domande di partecipazione alla sezione professional e student.

Saxoprint: la rivincita dell’offset

Daniel Ackermann, amministratore delegato di Saxoprint.
Daniel Ackermann, amministratore delegato di Saxoprint.

Quando l’offset altamente automatizzato sposa l’efficienza dei servizi Web-to-print, l’offerta diventa qualitativamente elevata e al tempo stesso molto economica per il cliente finale. L’esempio di Saxoprint.

Oggi si può dire con un minimo di certezza che il grande pubblico dei consumatori si appassiona poco all’aspetto tecnico di una tipografia online, e quindi a tutte le spiegazioni riguardanti le tecniche impiegate in produzione. Il cliente generico è più interessato al servizio offerto e ai risultati di stampa, che devono essere buoni e più o meno adeguati alle singole esigenze. Per questo gli operatori Web-to-print tendono a privilegiare sui propri siti internet le informazioni relative ai prodotti e agli output finali piuttosto che quelle riguardanti la tecnologia offset, il digitale o altre diavolerie da addetti ai lavori.

Daniel Ackermann, amministratore delegato di Saxoprint.
Amministratore delegato di Saxoprint GmbH dal novembre 2013, Daniel Ackermann è stato in precedenza assistente del consiglio di amministrazione della fondazione Cewe Stiftung Co. KGaA per più di quattro anni. Dopo la laurea in economia all’università della Bundeswehr (esercito tedesco) e l’accademia militare, Ackermann ha prestato servizio come ufficiale nell’esercito partecipando a missioni all’estero.

Eppure, in un mondo ormai dominato dalle piattaforme Web-to-print, è possibile che alcuni consumatori associno la fornitura di stampati online con la velocità e l’efficienza tipica della stampa digitale. L’esperienza cioè di un servizio «print friendly», generato direttamente dal desktop di casa e che arriva dritto dritto al domicilio, costa poco e che sembra quindi guidato interamente da logiche «information driven». Per verificare se quest’ipotesi è vera e credibile, abbiamo rivolto un paio di domande a Daniel Ackermann, amministratore delegato di Saxoprint, la tipografa online tedesca che, dopo il successo riscosso in tutta Europa, ha recentemente inaugurato un sito di e-commerce anche in Italia www.saxoprint.it.

Saxoprint entra nel mercato italiano all’improvviso ma sembra già possedere requisiti da grande protagonista. Come mai non ne abbiamo mai sentito parlare prima?

«Vista da fuori, potrebbe in effetti sembrare una decisione improvvisa, ma si tratta di un passo ben ponderato, che ha a monte un gran lavoro di preparazione. Quando apriamo un portale e diamo vita a una rete commerciale in un Paese, lo facciamo mobilitando le risorse interne necessarie per farlo nel miglior modo possibile e solo dopo un’attenta analisi del mercato della stampa del mercato in questione per carpirne le particolarità, metterci nelle condizioni di rispondere alle esigenze del mercato e offrire così il miglior servizio possibile. Una volta consolidata la nostra posizione in altri Paesi, abbiamo deciso di dedicarci al progetto di un portale in Italia. Inoltre molti stampatori italiani conoscono già il nome Saxoprint. Siamo un punto di riferimento per i produttori di macchine da stampa, che portano i loro potenziali clienti, tanti anche dall’Italia, a visitare il nostro stabilimento indicandolo come un modello, vista l’organizzazione e la modernità delle attrezzature istallate»

Continua a leggere l’intervista per cooscere meglio Saxoprint!

Il parco macchine di Saxoprint a Dresda

Il parco macchine dello stabilimento Saxoprint a Dresda si compone di soluzioni per stampa offset Kba Rapida 105 e 106, per il formato 74×105, con torre di verniciatura e uscita prolungata, e dotate di sistema di voltura automatico. Le macchine offset dedicate al formato 121×162 cm sono invece le Heidelberg Speedmaster XL 162 8 P (installate in Saxoprint a Dresda, foto), a 8 colori con dispositivo di voltura completamente automatizzato.

Per la rilegatura vengono utilizzate le Heidelberger Stitchmaster ST450 in grado di effettuare 14.000 battute l’ora e lavorare formati fino a 320×480 mm. Le raccoglitrici impiegate in Saxoprint sono le Mkw Rapid UT, macchine automatiche lunghe 9,50 m e composte da 12 a 16 stazioni di carica con un gruppo di uscita a pila alta; vengono impiegate per la realizzazione di brochure e la raccolta di fogli singoli per lavorazioni successive.

Il lavoro di impressione delle lastre è governato dalle platesetter Magnus 800 di Kodak completamente automatizzate in grado di lavorare fino a 40 lastre termiche all’ora a una risoluzione fino a 2.540/1.270 dpi. Per il taglio vengono invece utilizzate le Perfecta 132 TS, mentre per la piegatura protagoniste sono le Mathias Bäuerle Prestige Fold Net 52 completamente automatizzate e in grado di piegare 220 m di carta in un minuto in formati fino a 520×850 mm; con oltre 20 tipologie di piega già preimpostate, possono memorizzare fino a 200 ordini diversi.

La creazione di un Social Media Plan aziendale

Sistematizzare e rendere operative le attività di Content Creation e di Content Curation contribuisce alla creazione di un Social Media Plan aziendale: come generare Return Of Investment e valore nel tempo.

Nell’articolo precedente abbiamo visto come la creazione di contenuti (Content Creation) consenta a un’azienda di acquisire leadership e dia reputazione agevolando la fase strategica commerciale; e come la condivisione di contenuti (Content Curation) richiami l’attenzione nostri canali comunicativi e attivi il coinvolgimento dell’audience.

Il Social Media Plan è un piano strategico in grado di dare un notevole contributo alle nostre attività di Social Media Marketing, ma anche in grado di estendersi a tutte le attività di Marketing: è infatti una metodologia che comprende l’affiancamento di aspetti «editoriali», ad aspetti di marketing: pertanto può diventare, se ben utilizzato, un efficace coadiuvante agli obiettivi aziendali tramite l’uso strategico di campagne social.

Ho personalmente aiutato un cliente (microimpresa) nella creazione di un social media plan e abbiamo riscontrato nel breve termine un sorprendente aumento degli obiettivi di vendita che si è trasformato in ROI.

Per costruire un piano strategico dobbiamo compiere due operazioni fondamentali: stabilire i nostri obiettivi sui social e costruire il social media plan.

Leggi i consigli di Enrico Giubertoni su come stabilire gli obiettivi, e su come organizzare un calendario editoriale!

Il laser: nuove opportunità e nuovi mercati per le aziende grafiche

Taglio laser su carta bianca e colorata. Si può rilevare l’assenza di bruciatura che determinerebbero in entrambi i casi, un inevitabile cambiare di colore.
Taglio laser su carta bianca e colorata. Si può rilevare l’assenza di bruciatura che determinerebbero in entrambi i casi, un inevitabile cambiare di colore.

Realizzare, personalizzare e nobilitare carte e cartoncini senza doverli per forza stampare. Per fare ciò sono state coinvolte tre aziende, che hanno una visione completa del processo produttivo, per tipologia di prodotti e competenze avendo operato congiuntamente su un progetto di «incisione» con il laser.

Abbiamo incontrato e ascoltando imprenditori e tecnici, abbiamo osservato e confrontato i risultati ottenuti su svariate tipologie di carte, metalli, legni, plastiche ecc. A ogni nostra domanda, e a alcune provocazioni, abbiamo riscontrato che si aprono infinite possibilità di impiego del laser che intendiamo approfondire con esempi specifici in modo da suggerire al lettore altre opportunità creative, e altre potenzialità e magari descrivere qualche pecca, che in questo articolo non è emersa.

Fatta questa doverosa premessa…

Osservando le fotografie di alcuni prodotti, si possono valutare da subito i risultati ottenibili applicando microincisioni e tagli sofisticati, utilizzando delle immagini e delle illustrazioni, impossibili da ottenere con altre tecnologie e in una sola operazione.

Esempi di basso rilievo con testo e immagini, realizzate su cartoncini bianchi e neri di 460 grammi, e su carta colorata di 185 grammi.
Esempi di basso rilievo con testo e immagini, realizzate su cartoncini bianchi e neri di 460 grammi, e su carta colorata di 185 grammi.

Nei settori della grafica e nel packaging il laser si può utilizzare anche su stampati realizzati in digitale, offset, serigrafia, ecc., con opportuni accorgimenti, in quanto il prodotto stampato, verniciato, laminato, ecc. non può dare gli stessi risultati di un foglio di carta o cartoncino non stampato. Per evitare sorprese in produzione, è doveroso prevedere un test allo scopo di valutare il risultato ottenuto.

Aziende tutte italiane: Fedrigoni, SEI Laser, SD Laser

Collaborando tra loro sul progetto «Dark & More», hanno dimostrato durante una serata tecnica presso Ancora Store a Milano, come si possono ottenere inimmaginabili risultati utilizzando un foglio di carta e un cartoncino. Il focus del progetto «Dark & More», ci ha permesso di apprezzare i risultati ottenibili utilizzando la nuova tipologia di carte e cartoncini naturali, Sirio Ultra Black www.italiagrafica.com/zJ3pJ di Fedrigoni, colorati direttamente in fase di produzione in cartiera, abbinando i pigmenti nell’impasto della polpa. Nel caso del cartoncino Ultra Black si sono utilizzati pigmenti neri molto resistenti alla luce, senza l’utilizzo di carbon black, colorante che frequentemente genera nella nobilitazione tramite la stampa a caldo, la formazione di ossidazione o maculatura del foil metallico applicato, visibile specialmente utilizzando i colori oro, argento, rame.

Un altro vantaggio nell’utilizzo del nuovo cartoncino Ultra Black certificato FSC, nelle applicazioni laser, rispetto ad altri cartoncini neri, è che non ingrigisce eccessivamente, mantenendo infatti una elevata densità del nero anche quando viene inciso profondamente.

La gamma di prodotti Sirio Ultra Black si ottiene in due modi; fino a 115 grammi, si produce direttamente il cartoncino stendendo l’impasto sulla macchina di produzione in cartiera (continua), mentre tutte le altre grammature (280, 370, 460, 680 – figura 2), si ottengono per accoppiamento, utilizzando colle naturali a base acqua garantendo la biodegradabile il riciclo.

I prodotti della serie Ultra Black si possono stampare anche in offset, serigrafia, termografia, stampa a caldo, rilievo a secco, utilizzando preferibilmente inchiostri a essiccazione ossidativa essendo il substrato ruvido e macroporoso.

Il laser e l’interfaccia software

L’azienda che il settore della grafica e della stampa conosce meno (almeno per ora) è la SEI Laser, italiana, nella produzione di sistemi laser utilizzabili per innumerevoli applicazioni che esporta in tutto il mondo.

Tramite la collaborazione con i partner coinvolti nel progetto, si sono perfezionati e applicati alcuni accorgimenti tecnici specifici per la carta, allo scopo di ottenere il taglio, mezzo taglio, microperforazione, basso rilievo, marcatura riducendo al minimo la visibilità delle bruciature specialmente utilizzando carte bianche o con colori molto delicati.

Le tecnologie utilizzate per realizzare i prodotti fotografati, sono laser con testa a scansione galvanometrica equipaggiate con sorgenti di tipo CO₂ per la marcatura e il taglio di materiali sensibili alla lunghezza d’onda di 10.600 nm.

Il modello di sistema laser utilizzato è il Flexi 600, con un diametro dello spot variabile da μm 150 per l’area di lavoro di 180×180 mm a μm 500 per i 600×600 mm.

L’interfaccia tra computer e laser avviane tramite il software Icaro che opera su piattaforma Windows™. Icaro permette l’importazione e l’interscambio di file vettoriali generati da software di tipo cad-cam (.dxf), e altri formati di file ben noti al grafico e alla prestampa, di tipologia vettoriale o raster/bitmap, salvati in .eps, .jpeg non compresso, .pdf, .ai. Le risoluzioni delle immagini possono variare da 72 a 600 dpi in base al loro utilizzo. Vengono utilizzati 72 dpi per la microforatura, dai 150 ai 300 dpi per la riproduzione fotografica (immagini bitmap), dai 300 dpi in su per effetti di basso rilievo o asportazione del materiale in superficie. Il tecnico che prepara o adegua il file per l’applicazione laser assocerà i livelli di colore più idonei: Black & White (nero e bianco), 16 livelli RGB o 256 livelli di grigio (figura 5). Viene inoltre attribuito a ogni colore un diverso valore di potenza al fine di ottenere effetti 2D ½ (clip art).

Importato il file, il software lo ottimizza permettendoci anche di applicare funzioni basilari (taglia, copia, ruota, ridimensiona, scala ecc.) e la creazioni di semplici figure geometriche; quadrati, cerchi, ellissi, poligoni.

Accorgimenti tecnici per ottenere i migliori risultati

Osservando alcune immagini realizzate da SD Laser di Treviglio, è evidente che la tecnologia non può essere associata al solo taglio, si possono attuare una serie di operazioni (taglio, mezzo taglio, cordonatura, microforatura, bassorilievo, dentellatura ecc.) disgiunte e congiunte tra loro a secondo delle esigenze creative e tecniche. Per ottenere il miglior risultato il creativo non può improvvisarsi, ma deve informarsi su quali sono gli aspetti tecnici da rispettare per rendere idoneo un file per l’incisione laser.

Deve conoscere e distinguere i vari software (raster e vettoriale) in base alle caratteristiche tecniche del progetto che intende realizzare, permettendogli di ottenere effetti cromatici e tridimensionali utilizzando per esempio un cartoncino bianco, colorato o nero, senza doverlo stampare.

Con questa tecnologia è possibile personalizzare in piccole tirature anche lo stampato semilavorato, per esempio un scatola già incollata, un libro rilegato, un astuccio che contiene il prodotto ecc., applicando testi, immagini, illustrazioni, codici a barre, data matrix, QR code ecc. Significativo osservare le immagini (figura sotto) con i relativi particolari ingranditi allo scopo di sfatare la voce che il laser brucia sempre la carta. Potrebbe anche essere vero se non ci si ricorda di individuare i substrati idonei e non sceglierli solo per il semplice gusto o per capriccio.

Taglio laser su carta bianca e colorata. Si può rilevare l’assenza di bruciatura che determinerebbero in entrambi i casi, un inevitabile cambiare di colore.
Taglio laser su carta colorata. Si può rilevare l’assenza di bruciatura che determinerebbero in entrambi i casi, un inevitabile cambiare di colore.

Alcuni accorgimenti tecnici, si devono applicare alle font che non possono essere trattate come per la stampa, ma devono essere modificate nei caratteri convertiti in tracciato/contorno, applicando dove serve delle tenute (ponticelli, testimoni) figura sotto, evitando che alcune parti si stacchino. Stesse attenzioni in presenza di grafismi che devono avere degli elementi di sostegno per evitare che si «perdano dei pezzi».

I caratteri richiedono degli accorgimenti tecnici (tenute, ponticelli, testimoni), allo scopo di evitare che si stacchino delle parti.
I caratteri richiedono degli accorgimenti tecnici (tenute, ponticelli, testimoni), allo scopo di evitare che si stacchino delle parti.

Le macrofotografie ci permettono di osservare un taglio laser su carta plastificata opaca che non ha creato deformazioni, rigonfiamenti e bruciature sul testo e i grafismi.

Leggi tutto l’articolo e guarda le belle immagini realizzate con il laser! Pag. 36.

Highway di Arctic Paper: quattro carte per la stampa a getto d’inchiostro

Si chiamano Amber Highway, nata per il crescente mercato della stampa transazionale; e Munken Highway destinata a un’offerta più ampia di applicazioni che vanno dalle brochure ai libri tascabili.

La High-speed inkjet printing technology richiede un approccio totalmente differente nella produzione della carta rispetto alle tecniche tradizionali.

Tutte le carte della gamma Highway sono realizzate ad hoc per la stampa a getto d’inchiostro ad alta velocità mantenendo comunque le ottime caratteristiche tattili e sensoriali delle qualità tradizionali.

  • Amber Highway Regular e Amber Highway Super sono state realizzate per l’emergente mercato della stampa transazionale e transpromo, adatte quindi a prodotti come documenti bancari personali, fatture, pubblicità e promozioni personalizzate.
  • Munken Highway White a Munken Highway Cream sono due qualità versatili, spessorate e disponibili in due differenti nuance, adatte sia alla stampa in bianco e nero sia alla stampa a colori utilizzando macchine a getto d’inchiosto ad alta velocità sia metodi di stampa tradizionali.

Highway Range

Una carta ultra bianca, tecnicamente avanzata, senza pasta legno con superficie trattata adatta alla stampa ad alta velocità a getto d’inchiostro. È disponibile in due qualità: Amber Highway Regular per stampa monocolore e spot colour e Amber Highway Super adatta alla stampa a colori. Le principali applicazioni sono: direct mailing, prodotti transazionali e transpromo, pubblicazioni scientifiche, tecniche mediche e accademiche.

I prodotti standard delle Amber Highway sono disponibili con certificazione FSC (FSC-C022692) e PEFC.

Munken Highway

Disponibile in due differenti nuance, crema e bianco naturale. È una carta fine senza pasta legno, spessorata, con superficie trattata: un prodotto molto funzionale e versatile, sviluppato per la stampa in bianco e nero e a colori per la stampa ad alta velocità a getto d’inchiostro mantenendo comunque le alte qualità dei tradizionali metodi di stampa. Munken Highway White è disponibile con mano 1.75, mentre la Cream è disponibile sia con mano 1.75 sia 1.95 entrambe con grammature di 80 e 90 g/m2, in foglio e in bobina. Le principali applicazioni sono pubblicazioni scientifiche, tecniche, mediche, accademiche, legali, libri tascabili, libri di cucina, magazine, brochure cataloghi, direct mail, inserti e coupon.

I prodotti standard delle Munken Highway sono disponibili con certificazione FSC (FSC-C022692) e PEFC.