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Piccole commesse, grandi opportunità

Le piccole tirature trovano sempre più spazio nel mercato della stampa commerciale. Una sfida che Graphicscalve trasforma in opportunità grazie ai continui investimenti in infrastrutture e competenze.

Nata nel 1981 come piccola tipografia artigiana e oggi attore di rilievo nell’industria grafica, Graphicscalve è costantemente cresciuta negli anni grazie a un’autentica passione per la stampa. Attiva su due sedi in provincia di Bergamo, nel tempo ha incrementato il proprio giro di affari grazie a collaborazioni sempre più importanti con gruppi editoriali e industriali. Nel 2011, per diversificare ulteriormente l’offerta, la proprietà decide di affiancare alla stampa tradizionale offset e rotoffset nuovi servizi legati al mondo della stampa transazionale e direct mailing.

A seguito di una fusione societaria, Graphicscalve acquisisce Wave Post Srl, azienda attiva nel mercato della stampa transazionale, grazie alla quale può proporsi come fornitore unico per la stampa, la personalizzazione, l’imbustamento e la spedizione di corrispondenza obbligatoria (business communication) e di mailing pubblicitari (direct marketing).

Con il trascorrere del tempo, l’evoluzione delle tecnologie digitali ha condotto Graphicscalve a investire notevoli risorse nella stampa digitale, con l’obiettivo di soddisfare i mercati a 360°. La sfida per il futuro è di portare avanti un processo di diversificazione per affiancare alla stampa servizi che siano in grado di supportare i clienti nell’evoluzione del documento, che non è più solo di carta.

Ogni richiesta dei clienti viene valutata considerando alcuni importanti fattori come la tiratura, la qualità, il formato e le tempistiche di consegna del prodotto stampato, per identificare la tecnologia più adatta per realizzarlo. Graphicscalve opera a ciclo continuo, 12 mesi all’anno e 6 giorni la settimana, svolgendo al suo interno tutte le fasi di lavorazione, dalla prestampa alla stampa, fino alla confezione.

La politica produttiva di Graphicscalve ha sempre mostrato particolare attenzione all’utilizzo di prodotti e procedimenti “eco sostenibili”: l’azienda ha, infatti, conseguito le certificazioni FSC e PEFC, attestazioni alle quali ha aderito volontariamente, nel rispetto dell’ambiente.

Dai grandi clienti alle piccole tirature

Gli orizzonti di mercato di Graphicscalve contemplano anche la stampa commerciale, con l’obiettivo di fornire ai clienti un servizio completo caratterizzato da rapidità nella risposta ed elevata qualità. Un mercato, quello della stampa commerciale, particolarmente sfidante oggi per tutti gli stampatori, in virtù di una domanda sempre più alla ricerca di applicazioni personalizzate e con tirature ridotte.

Proprio per questa ragione, esperienza, competenza e conoscenza fanno indubbiamente la differenza: parliamo di valori che appartengono al dna di Graphicscalve, realtà che oggi si sta misurando con il settore della stampa commerciale utilizzando come bussola una strategia di business collaudata sul campo e capace di confrontarsi con le tendenze di mercato emerse durante l’anno ormai in chiusura. «L’andamento del mercato della stampa per l’anno 2023 è in calo», dichiara Ezio Ferrari, presidente e amministratore delegato. «Il nostro obiettivo è quello di trovare sempre nuove soluzioni per compensare questo calo, soddisfacendo le nuove richieste dei clienti e monitorando l’offerta dei competitor».

La strategia di business dell’azienda è puntualmente allineata all’evoluzione delle esigenze che oggi provengono dai clienti. «Le richieste di stampa sono sempre più flessibili, veloci e personalizzate. Il mercato si è evoluto e i volumi sono cambiati. Il cliente è sempre più attento alla qualità delle lavorazioni e delle rifiniture».

A tal proposito, Graphicscalve è riuscita ad intercettare la domanda proveniente da tipologie di clientela tra loro differenti. L’azienda, infatti, sa interfacciarsi con realtà molto diverse, arrivando ogni volta a proporre una soluzione cucita su misura. «I nostri clienti sono grandi e medie aziende di tutti i settori merceologici», prosegue Ferrari. «Grazie ai nuovi investimenti a livelli di infrastrutture, ci siamo aperti ad un nuovo mercato, caratterizzato dalla stampa di piccole e medie tirature».

Inoltre, per quei clienti che dovessero richiedere un supporto anche sotto il profilo creativo e del design, Graphicscalve propone un percorso specifico che poggia sulle competenze di soggetti terzi, sempre mettendo al centro le esigenze specifiche del cliente. «Attualmente il supporto creativo e di design non fa parte dei nostri servizi, preferiamo esternalizzare a professionisti e agenzie di comunicazione, nel caso in cui il cliente non fosse autonomo da questo punto di vista».

Avanti tutta con gli investimenti

In generale, per competere con successo sul mercato, è necessario procedere con un programma ben definito di investimenti nelle diverse aree aziendali, secondo specifiche necessità ed esigenze. Sotto questo profilo, nel corso del 2023 l’azienda si è mossa in più direzioni.

«A livello di infrastrutture», segnala Ferrari, «presso la sede di Vilminore, abbiamo introdotto una nuova macchina, integrata al sistema aziendale di riduzione dei costi. Le caratteristiche di questa macchina sono sicuramente l’aumento della qualità dei prodotti stampati e la velocità di lavorazione, che ci consente di rispondere in modo efficiente alle nuove esigenze di mercato.

Per una maggiore efficienza nella gestione degli ordini, abbiamo riorganizzato e ampliato con figure professionali specifiche il reparto tecnico e di produzione».

Inoltre, continua Ferrari, «le tipologie di applicazioni delle lavorazioni commerciali sono rimaste invariate: cataloghi, brochure, depliant, mailing. Come anticipato quello che è cambiato è la ricerca di una maggiore qualità di stampa e di rifinitura delle lavorazioni da parte del cliente; per alcune lavorazioni è cambiata anche la qualità della carta utilizzata».

La stampa come servizio a 360°

Chiaramente, come ogni mercato, anche la stampa commerciale presenta diverse sfide agli operatori del settore. Oltre alla riduzione delle tirature e dei volumi di stampa, a cui rispondere investendo su produzione flessibile e qualità al giusto prezzo, gli stampatori devono misurarsi con i nuovi scenari aperti dalla comunicazione digitale, un canale in più che non deve essere necessariamente considerato un concorrente, quanto piuttosto un’opportunità innovativa da integrare in modo originale in progetti di comunicazione più ampi e articolati rispetto al passato. «La comunicazione digitale sta, ovviamente, avendo un impatto considerevole sulle applicazioni di stampa», osserva Ferrari. «Molti clienti sviluppano campagne solo in ambito digitale, anche se la volontà generale è quella di promuovere una comunicazione multicanale, rendendo comunicazione digitale e stampa commerciale complementari».

Alla luce di quanto raccontato finora, tuttavia, Graphicscalve sta affrontando la sua sfida più impegnativa: «quella di essere sempre più flessibili e performanti anche su commesse piccole, passando dall’essere un’azienda di stampa di grandi volumi, all’essere un’azienda di servizi di stampa a 360°. Per questo scopo, nel 2023 sono stati effettuati molti investimenti a livello di infrastrutture, di riorganizzazione interna e di risorse a favore di professionalità sempre più specifiche. Abbiamo recentemente integrato nella nostra offerta la stampa digitale di grande formato, con l’introduzione della divisione Sphero, per diversificare il business e per soddisfare le esigenze di applicazioni di visual communication del nostro target».

Sphero assicura quel mix di creatività, tecnologia ed esperienza oggi necessario per offrire ai clienti emozioni a 360° nel mondo della comunicazione visiva. La giovane divisione di Graphicscalve si propone come global partner in grado di gestire il progetto dall’ideazione all’installazione finale, proponendo soluzioni uniche con l’impiego di nuovi materiali speciali, sempre più green, per ogni ambiente, parete, pavimento o vetrata.

I programmi per l’anno nuovo

L’azienda bergamasca , in relazione alle crescenti richieste di qualità e personalizzazione che provengono dai clienti, ha le idee chiare: «Vogliamo sempre migliorare ed essere ancora più diversificati, efficienti e flessibili, in modo da fronteggiare i sempre più rapidi cambiamenti del mercato ed offrire le giuste risposte ai clienti», aggiunge Ferrari. «Tutto questo, unito ad un costante programma di continua formazione del nostro personale».

Chiamata a segnalare una applicazione di stampa commerciale che considera particolarmente significativa all’interno della propria offerta e produzione, Graphicscalve non ha dubbi: «Il mailing personalizzato resta per noi un’applicazione di stampa significativa. Offriamo un servizio di lavorazione completo: gestione del database del cliente, normalizzazione delle anagrafiche, stampa e personalizzazione, imbustamento automatizzato con l’eventuale aggiunta di allegati e gadget, ordinamento postale e consegna del materiale a Poste Italiane o altri recapitisti, rendicontazione».

Ora che l’anno è in chiusura, con un bilancio reso positivo dalle numerose iniziative di successo messe in campo negli ultimi dodici mesi, Graphicscalve guarda all’anno nuovo preparandosi all’ennesimo rilancio. «L’obiettivo per il 2024 – conclude Ferrari – è quello di aggredire il settore della cataloghistica, di piccole e media quantità: commesse più piccole, ma qualitativamente più ricercate in lavorazioni, personalizzazioni e rifiniture».

Da Ulmex la nuova Evolux Compact C1700

La gamma Evolux di Ulmex si arricchisce del nuovo modello Compact C1700 per il settore dell’imballaggio flessibile e delle etichette narrow web.

Evolux Compact C1700 è l’ultimo nato della gamma Evolux, l’innovativo concept per la pulizia e il controllo analitico degli anilox sviluppato e ingegnerizzato da Ulmex per diventare parte integrante dei processi produttivi aziendali. Presentato in anteprima assoluta a Labelexpo Europe 2023, il nuovo modello Compact C1700 è progettato specificatamente per soddisfare le esigenze del mercato dell’imballaggio flessibile della fascia media e il settore delle etichette “narrow web” per le fasce medio-strette.

Caratterizzato da un design compatto e versatile, si distingue anche per l’innovativa struttura meccanica di rotazione degli anilox semplificata. Questa configurazione specifica offre una soluzione più agile alle aziende di medie e piccole dimensioni, senza compromessi in termini di potenza e prestazioni. La tecnologia laser a luce pulsante è, infatti, la stessa che contraddistingue tutti i sistemi Evolux. Anche il modello Compact C1700 garantisce, dunque, la pulizia efficace e duratura di ogni tipologia di sleeve e rulli anilox, anche cromati, persino sui residui più difficili, assicurando l’affidabilità del processo flexografico, dove la portata è fondamentale per il risultato di stampa.

Connubio tra potenza e maneggevolezza, Evolux Compact C1700 offre massima versatilità d’utilizzo grazie all’inedita funzionalità “Multi-Rollers” che permette di pulire contemporaneamente più sleeve o rulli fino a 1700 mm di lunghezza e 220 mm di diametro, garantendo risultati impeccabili. Un plus che consente di ottimizzare ulteriormente i processi di lavaggio, riducendo significativamente tempi e costi di gestione.

Inoltre, Evolux Compact è dotato di PC integrato con software di processo proprietari che permettono la parametrizzazione specifica di ogni tipo di anilox, al fine di ottenere una pulizia ottimale e al tempo stesso sicura, preservando la superficie di cilindri e sleeve da deterioramenti dovuti a settaggi di macchine non conformi. Tra le novità che caratterizzano le prestazioni di Evolux Compact C1700, i nuovi esclusivi programmi di lavaggio per anilox ceramici messi a punto da Ulmex in oltre sei mesi di intensa attività di ricerca e sviluppo in stretta collaborazione con il partner commerciale e tecnologico Zecher, leader mondiale nella produzione di anilox ceramici e cromati. I nuovi programmi, completamente parametrizzati per tenere conto di tutte le principali variabili che influiscono sul processo di pulizia degli anilox, consentono di rimuovere efficacemente anche le particelle più ostinate e i residui più difficili, senza danneggiare la delicata superficie e struttura ceramica. L’operatore dovrà solamente inserire il rullo in macchina, selezionare il programma di lavaggio e avviare la pulizia con un semplice clic.

Oltre alla pulizia, Evolux assicura il monitoraggio continuo e puntuale del parco anilox in ottica di manutenzione predittiva, riducendo i costi di rigenerazione grazie dotazioni opzionali al microscopio 3D integrato e all’esclusivo software proprietario DAM. Come tutti i sistemi Evolux, inoltre, anche il modello Compact C1700 ha un’anima green: non utilizza, infatti, solventi chimici, detergenti, bicarbonato o altre sostanze inquinanti. Un aspetto fondamentale per gli stampatori del settore del packaging alimentare sempre più orientati verso tecnologie sostenibili.

Già installato presso il demo center Ulmex di Padova, Evolux Compact C1700 è a disposizione dei clienti perdimostrazioni personalizzate insieme agli altri modelli della gamma, tutti dotati di certificazione 4.0 Ready: l’ammiraglia Evolux Plus, dedicata al mercato della banda medio-larga e larghissima per la stampa di stampa di imballaggi flessibile e su carta, cartone ondulato, tissue e coating e la portatile Evolux Smart, implementata sulla nostra flotta di service truck proprietari per il servizio di pulizia a domicilio 24/7.

Convegno Gipea, presentato l’Osservatorio Economico 2023

Martedì 5 dicembre 2023, presso l’NH Milano Fiera di Rho, si è tenuto l’annuale Convegno Gipea: una giornata dedicata all’approfondimento dell’andamento economico nazionale e internazionale, con un focus sul settore grafico, cartotecnico e trasformatore, e agli aggiornamenti tecnici e legislativi. È stato inoltre presentato il XII Osservatorio Economico Gipea.
Il Convegno si è aperto con i saluti della presidente Elisabetta Brambilla, che ha sottolineato l’importanza di “aggiornare la propria cassetta degli attrezzi come imprenditori, in periodi sfidanti come quello che stiamo vivendo”. In quest’ottica è stato strutturato l’intero programma del Convegno, incentrato su interventi pratici e ricchi di indicazioni concrete per prepararsi al 2024.

Il segretario Gipea Italo Vailati ha aggiunto le congratulazioni ai soci Gipea che hanno ottenuto questo autunno importanti riconoscimenti: Tikedo, Arca, Ario, Etic.a srl, Clodia Print, Eurolabel srl e Grafiche Pradella srl sono saliti sul podio del Best in Flexo in diverse categorie, mentre Sales Srl e Fustel Grafica sono stati premiati all’Oro della Stampa insieme al Presidente Elisabetta Brambilla, a cui è andato il riconoscimento di Imprenditore dell’anno.

Il Convegno è proseguito con l’intervento di Marco Battaglia, responsabile Area Lavoro Assografici, per un focus sulle prospettive nei rinnovi dei CCNL Grafico e Cartotecnico, influenzati dalle vicende degli ultimi anni e dall’aumento incontrollato degli indici inflattivi. A seguire, Giorgio Fabbri Corsarini e Piero Pozzi, del Dipartimento Assistenza Tecnica Colorgraf, hanno condotto un approfondimento tecnico sull’aggiornamento della Guida Pantone 2023.

Il segretario Gipea e Vice Direttore Assografici Italo Vailati ha invece presentato un focus sugli aggiornamenti legislativi, con particolare attenzione alla dibattuta Packaging and Packaging Waste Regulation attualmente in fase di definizione. Una normativa che presenta diverse criticità, come sottolineato da Italo Vailati: “L’Italia ha raggiunto i migliori risultati d’Europa in termini di riciclo. Ora, a livello normativo, occorre fare in modo che la spinta al riuso non penalizzi questo percorso e le pratiche virtuose di riciclo”. Al centro dell’intervento anche i temi del CAC e della Plastic Tax.

Hanno fatto seguito alcuni interventi di carattere economico, a partire dall’analisi presentata dal membro del direttivo Gipea Alberto Quaglia, sulla base delle elaborazioni trimestrali presenti nello studio “Report & Analysis: the European narrow web market – 3° Quarter 2023, Finat Radar nr. 21” realizzato per Finat. Quello che è emerso è un quadro non privo di difficoltà, seppur con qualche segno positivo: “In particolare, per quanto riguarda il settore etichette, si può dire che il mercato autoadesivo europeo ha continuato a incontrare sfide impreviste nel terzo trimestre del 2023. In compenso, nel confronto con i primi due trimestri dell’anno, il terzo trimestre del 2023 ha mostrato un leggero miglioramento delle prestazioni. Questa ripresa può essere attribuita alla resilienza dei segmenti di utilizzo finale, con l’industria alimentare in testa”.

Una visione d’insieme arricchita dai dati presentati da Alessandro Rigo, Responsabile Centro Studi Assografici, che hanno permesso di approfondire anche alcune previsioni per il 2024: “Si prevede un PIL con una crescita bassa (+0,5%). Emergono però anche segni positivi: da metà 2024 il tasso interesse BCE potrebbe calare, fino al 4% a fine anno, mentre l’inflazione si dimezza e torna sostenibile (+2,1%). Si prevede inoltre una ripresa dell’export (+2,3%)”.

Durante la seconda parte dell’evento, Gianluca Cinti, founding partner XGen Advisory e Federico Visconti, rettore LIUC – Università Cattaneo di Castellanza, hanno presentato il XII Osservatorio Economico Gipea, uno strumento a disposizione delle imprese associate GIPEA per analizzare le performance economiche e finanziarie delle aziende del settore, con riguardo all’andamento recente e al trend nel lungo periodo.

Dai dati emersi, si delinea un 2022 caratterizzato da una significativa crescita dei fatturati, anche sulla scorta della spinta inflattiva; un ulteriore miglioramento dei margini assoluti, ma non percentuali; un cambiamento della composizione del CCN e crescita delle immobilizzazioni finanziarie; una crescita dell’indebitamento e la conferma della correlazione tra performance e dimensione.

L’intervento si è chiuso con la condivisione di importanti interrogativi con i quali gli imprenditori del settore saranno chiamati a confrontarsi nell’immediato futuro. Al termine del Convegno, il vice presidente Gipea Stefano Salvemini e il componente del Direttivo Vito Giurazza hanno guidato un momento di confronto conclusivo, per un focus su sfide e opportunità per le aziende del settore.

Packaging just in time, il Gruppo Model acquista Landa S10

Model Group, azienda europea di packaging di alto livello, sta installando la prima macchina da stampa Landa S10 Nanographic Printing nel suo stabilimento in Repubblica Ceca. La nuova Landa sarà utilizzata per fornire imballaggi digitali tradizionali e per aprire una nuova offerta di prodotti “just in time”. Al servizio di alcuni dei più grandi marchi del mondo, la Landa S10 produrrà lavori di packaging di alta qualità con tirature variabili, con dati variabili per le offerte dei consumatori locali, oltre a essere utilizzata per ridurre in modo significativo le scorte in eccesso e i relativi costi e sprechi.

La Landa S10 supporterà ulteriormente il modello aziendale “tutto sotto lo stesso tetto”, cioè un’offerta completa che comprende la progettazione, il collaudo, la produzione, la stampa, l’assemblaggio, lo stoccaggio, la consegna e persino il recupero dei prodotti.

Josef Chalupny, chief operating officer di Model Group, commenta: “Abbiamo osservato il mercato del packaging digitale per molti anni, cercando in particolare una soluzione per supportare i nuovi servizi, un’area di potenziale crescita per noi. La Landa era l’unica tecnologia sufficientemente veloce, con una gamma di colori e una qualità di stampa elevata, paragonabile se non superiore alla stampa tradizionale, per supportare l’ampia gamma di prodotti e mercati che serviamo. E questo include tutto, dai beni di largo consumo ai prodotti farmaceutici, alle automobili e tutto ciò che sta in mezzo”.


Model ha sottolineato anche altri vantaggi, tra cui la capacità di servire tirature più lunghe e la sostenibilità, che è anche una delle ragioni dell’acquisto di Landa.

Sharon Cohen, chief business officer di Landa Digital Printing, commenta: “Siamo entusiasti dell’ingresso di Model Group nella famiglia Landa. Josef e i suoi colleghi hanno una profonda conoscenza delle esigenze attuali e delle tendenze future dei loro clienti e hanno cercato diligentemente una soluzione che rispondesse a queste esigenze. Siamo entusiasti di supportare Model nell’attuazione della sua strategia just in time e in house e di aiutarla a sfruttare il suo vantaggio competitivo. Avere Model come nostro cliente è una testimonianza del nostro valore sul mercato e un altro passo verso il nostro successo. Non vediamo l’ora di sostenerli in questo viaggio”.

 

PromotionTrade Exhibition 2024, un’edizione all’insegna della qualità

Grandi ritorni, nuovi brand e importanti conferme: l’edizione 2024 di PTE-PromotionTrade Exhibition, l’evento dedicato a oggettistica pubblicitaria, regalistica, tessile promozionale e tecnologie per la personalizzazione, che si terrà a Fiera Milano, Rho dal 30 gennaio all’1 febbraio prossimi, è pronta a raccontare il mercato attraverso l’offerta dei suoi maggiori player.

Tra gli espositori ci saranno tutti i maggiori player del settore: importatori, distributori e produttori. Ad oggi, sono più di 100 le aziende presenti – provenienti da 12 Paesi, tra i quali Italia, Germania, Francia, Austria, Spagna e Polonia – pronte a presentare le novità del mondo promozionale e delle tecnologie di personalizzazione.

Un’occasione per agenzie di articoli promozionali, esperti di comunicazione e marketing, stampatori, specialisti dell’e-commerce interessati a pianificare investimenti e acquisti, aggiornarsi e fare networking, che possono già acquistare il proprio biglietto, previa registrazione, sul sito.

La sostenibilità, fino a qualche tempo fa una scelta di alcuni produttori e distributori “illuminati”, oggi è parte stessa del dna del settore e tiene conto di tutte le fasi di vita del prodotto, dalla scelta delle materie prime alla certificazione della filiera, dal basso impatto ambientale alla gestione del fine vita.

Gran parte dei cataloghi presentati in fiera conterrà oggetti realizzati con materiali interamente riciclabili – che si tratti di carta, legno o sughero – o riciclati, come l’Rpet. Nel tessile la ricerca dei tessuti – spesso organici o da filiera controllata – si coniuga con la tracciabilità, garantita dalle etichette rfid. Nel mondo delle macchine, le nuove tecnologie ottimizzano gli sprechi di inchiostro, tempo ed energia, garantendo minore impatto ambientale e maggiore risparmio.

Figli della sostenibilità, sono gli altri due trend che attraverseranno tutta l’offerta di PTE 2024: qualità e durabilità. Considerato nel passato un oggetto spesso usa e getta, oggi il gadget si distingue perché unisce bellezza, utilizzo concreto e durabilità. Dalle penne alle borracce, dalle magliette agli oggetti tecnologici, tutto è pensato per durare nel tempo e offrire un “servizio” a valore aggiunto al cliente al quale verrà donato.

A rendere sempre più unica l’offerta è la personalizzazione, ottenuta da processi di stampa, ricamo, incisione che si adattano ad ogni tipo di forma e materiale e che oggi sono economicamente profittevoli anche a partire da tirature minime.

PTE 2024 sarà vetrina di prodotto, ma non mancherà l’attenzione al confronto e alla formazione professionale.

Torneranno infatti PTE Lab, il laboratorio dedicato alla dimostrazione live di esempi di personalizzazione su ogni tipo di materiale e tramite tecniche diverse, e PTE Meet, l’area che, attraverso un fitto calendario di talks, seminari e workshop, permetterà di fare il punto sullo stato dell’arte del mercato e i suoi andamenti e confrontarsi sulle tecnologie di personalizzazione.

Da Konica Minolta la nuova serie AccurioPress 7136

Konica Minolta amplia il proprio portafoglio di soluzioni di stampa digitale monocromatiche con la nuova serie AccurioPress 7136. I sistemi di stampa di nuova generazione sono stati sviluppati con l’obiettivo di aiutare i centri di stampa professionale, i servizi di stampa on demand e i dipartimenti di stampa in-house ad espandere la propria attività e migliorare l’efficienza operativa.

Konica Minolta ha potenziato il settore della stampa digitale monocromatica con il lancio della serie AccurioPress 7136. L’erede della già apprezzata serie AccurioPress 6136 è frutto di 20 anni di tecnologia collaudata e offre un’accresciuta efficienza operativa, attraverso una migliore automazione e una maggiore flessibilità di produzione con numerose e diverse tipologie di carta. È progettata per aiutare i centri stampa di medie dimensioni e i dipartimenti di stampa in-house a ripensare i propri processi e ad accendere nuove possibilità al fine di espandere la propria offerta commerciale.

La serie è composta da tre modelli: AccurioPress 7136, AccurioPress 7136P e AccurioPress 7120. Ciascuna delle soluzioni è progettata per la produzione intensiva di stampe, migliorando in capacità, affidabilità, flessibilità.

Ines Wennemann, senior product manager della divisione professional printing, Konica Minolta Business Solutions Europe ha commentato: «Konica Minolta continua ad avere un approccio pionieristico e a creare nuove possibilità per i clienti. Anche quest’ultima evoluzione della fortunata serie AccurioPress 6136 è progettata per produrre stampe di alta qualità e rispondere al contempo alle sempre più esigenti richieste del mercato di maggiore velocità e versatilità».

Massima efficienza

La serie Konica Minolta AccurioPress 7136 può produrre fino a 3,24 milioni di pagine A4 al mese, dando la possibilità di utilizzare la più ampia selezione di supporti nella sua categoria, supportando così i professionisti della stampa nella creazione di nuove opportunità di business. L’unità IQ-501 consente di eliminare il tempo di avvio e di ridurre al minimo gli errori, grazie alla regolazione automatica e in tempo reale della densità e della registrazione fronte/retro, oltre a permettere anche agli operatori non qualificati di creare facilmente dei profili di stampa. Grazie all’unità di decurling RU-518m è possibile ovviare a eventuali condizioni non ottimali della carta con risultati eccellenti. L’elevata qualità delle stampe, raggiungibile anche senza competenze specializzate, è supportata dai 220 profili carta precaricati, che aiutano a ridurre gli errori commessi durante le operazioni.

Il funzionamento senza interruzioni e l’efficienza quotidiana sono rese possibili da OpenAPI, che fornisce un’elevata scalabilità tra i dispositivi di stampa di produzione Konica Minolta, i flussi di lavoro AccurioPro e le soluzioni di terze parti. I sistemi per flussi di stampa intuitivi, scalabili e flessibili, che automatizzano e ottimizzano l’intero lavoro di un’azienda, sono forniti da AccurioPro Flux, mentre AccurioPro Dashboard raccoglie, aggrega e analizza i dati in modo sicuro e accurato. I sistemi di rendicontazione, autenticazione e scansione di rete, come YSoft Safe Q e Nuance eCopy Sharescan, sono supportati. La configurazione è facilitata da un’interfaccia utente unificata e dal funzionamento del pannello remoto, mentre le operazioni possono essere controllate con facilità tramite un dispositivo mobile.

Marco Rossi, product manager production printing di Konica Minolta Italia ha aggiunto: «Un processo efficiente, che riduce al minimo gli sprechi e massimizza i tempi di produzione, consente ai centri stampa professionali e in-house di ottenere la più fluida e redditizia produzione possibile. IQ-501 aiuta a produrre in modo costante stampe perfette, mentre è possibile creare senza sforzo flussi di lavoro intelligenti. Il processo di stampa viene infine completato dalla possibilità di integrare un’ampia offerta di apparecchiature di finitura di alta qualità».

Intelligenza o cultura artificiale?

Gli sviluppi della ormai famosa (o famigerata) AI, Artificial intelligence, potrebbero alterare gli equilibri e, in molti ambiti, lo stanno già facendo, con risultati tecnicamente eccellenti

«Avere una grande cultura non significa essere intelligente». Quando Eraclito disse queste parole di certo non poteva aver idea dello scenario in cui stiamo vivendo nell’ultimo secolo.

Se consideriamo l’oramai quotidiano accesso globalizzato a un numero incalcolabile di informazioni, iniziato con la nascita di internet, potremmo però riconoscerne una drammatica attualità, constatando quanto questo accesso illimitato non sembra stia migliorando l’intelligenza dei suoi utenti, cioè noi. Senza voler aprire dibattiti su cosa sia la nostra intelligenza e in cosa consista migliorarla (ai posteri…), partiamo dall’assunto che il cervello umano abbia potenzialità notevoli ma capacità limitate, per questo motivo l’uso dei computer e, più in generale, dell’ecosistema a essi collegato, ha permesso di unire il meglio di entrambe le parti:

1. qualcuno di geniale e intraprendente, seppur con grossi limiti e fluttuazioni prestazionali (l’uomo);

2. qualcosa di smisuratamente vasto ma intrinsecamente “stupido” (i computer e la rete dati mondiale).

È necessario distinguere questi due attori? Per il punto di vista che vi sto proponendo secondo me si.

Il soggetto al punto 2 è privo di una qualsiasi intraprendenza che non sia preventivamente indotta dal soggetto del punto 1, quindi qualcuno potrebbe obiettare che l’uomo ha da sempre cercato di dotarsi di mezzi che lo aiutassero nelle sue attività, di conseguenza il punto 2 sarebbe solo l’ennesimo esempio di un’ottima invenzione.

Tuttavia gli sviluppi della ormai famosa (e famigerata) AI, Artificial intelligence, potrebbero alterare gli equilibri e, in molti ambiti, lo stanno già facendo, con risultati tecnicamente eccellenti.

È intelligente e (non) si applica, potrebbe fare (molto) di più

Vi ricordate quando, circa quattro anni fa, avevo parlato su queste pagine dei primi utilizzi dell’AI in Photoshop?

Era il 2019 e, al tempo, ci si trovava di fronte ad alcune funzioni dal sapore vagamente innovativo che invitavano l’utente alla sperimentazione, in primis il migliorato algoritmo “sensibile al contenuto” presente nei riempimenti e negli strumenti di ricostruzione, la cui rivoluzione/innovazione era già iniziata nel 2001.

Naturalmente Adobe lavorava su queste “prime” applicazioni dell’intelligenza artificiale già da molto più tempo, del resto il concetto di Intelligenza Artificiale ha una sua degna identità da circa una settantina d’anni, e tutti i grandi player del mondo informatico ci stanno lavorando a vario titolo in quello che è diventato il più rivoluzionario settore R&D probabilmente di sempre (oltre che un prolifico filone narrativo/cinematografico che potremmo far partire già dal 1927 con Metropolis).

Quello che Adobe ha fatto inizialmente è stato rendere disponibili al grande pubblico le prime funzioni sufficientemente usabili, quel tanto che basta per avere riscontri su preferenze e usi degli utenti o, dal suo punto di vista, per aumentare i dati da analizzare e poter ottimizzare più rapidamente le sue tecnologie.

Da allora è successo praticamente di tutto, e quello che inizialmente sembrava (attenzione: sembrava) qualche tipico tentativo atto a sondare l’indice di gradimento di qualche feature “markettara” era invece parte di una condotta di sviluppo ben definita.

I filtri neurali attualmente presenti nella finestra dedicata, alcuni sono ancora in fase Beta, ossia sono ancora oggetto di ottimizzazione e continue revisioni. Dal punto di vista legale i risultati ottenuti con le funzionalità Beta non possono essere usati per scopi commerciali

Per valutare eventuali sviluppi su ulteriori filtri neurali vengono fatte delle proposte, visibili nella sezione “in arrivo”. Il riscontro dell’utenza su queste proposte determina l’accelerazione o persino lo stop temporaneo del loro sviluppo

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Per affinare ulteriormente la direzione di sviluppo, Adobe richiede ulteriori motivazioni che possono essere liberamente fornite dall’utente

I Neural Filters

Solo un anno dopo quell’articolo, nel 2020, uscivano dalla fase Beta privata i Neural Filters, sotto il cui nome accattivante venivano proposti in modalità Beta (ma disponibili per tutti) una serie di funzioni legate all’intelligenza artificiale Sensei.

La parolina “beta” ne indica usualmente la connotazione sperimentale e, se da una parte metteva al riparo da eventuali lamentele su risultati non propriamente “attesi”, dall’altra invogliava l’utente a giocarci e lo incoraggiava a dare feedback sul desiderata.

Non dedicherò righe preziose ad elencare i Neural Filters attuali, sposterò invece l’attenzione sulla risposta alla domanda “a cosa servono” dei filtri basati su intelligenza artificiale?

Il punto di partenza era, come al solito, la soluzione di un problema, la risposta costruttiva ad un’esigenza di editing di immagine che consentisse di far risparmiare tempo all’operatore, o di dare un risultato qualitativamente migliore, o, se possibile, entrambe le cose.

La loro modalità di funzionamento è tuttavia un po’ diversa da quella dei filtri tradizionali: anziché essere eseguiti integralmente sulla macchina locale con relativo carico su CPU e GPU locali, una buona parte viene elaborata in cloud, sfruttando una sorta di render farm globale.

E qui la strada si addentra nella nebbia, visto che nessun utente sa dove finiscano i suoi dati immagine (in questo caso) né se e dove vengano memorizzati e quale uso ulteriore ne venga fatto, oltre a quello richiesto dal filtro.

Una serie di clausole presenti nelle condizioni generali d’uso (che nessuno legge mai e che devono essere accettate altrimenti il software non si può usare) garantisce che le informazioni dell’utente siano gestite e conservate scrupolosamente da parte di Adobe (o chi per lei, vale anche per altri player e altri prodotti, come le app su mobile che fanno caricature, montaggi fantastici ecc…).

Cosa se ne fa Adobe delle nostre immagini e/o sperimentazioni grafiche? Una buona risposta è “tutto”.

Le Reti Generative Avversarie (GAN) tipiche del Machine Learning rendono velocissimi i tempi di apprendimento confrontando i risultati di macchine in cooperazione/confronto, ma per la verifica dei risultati l’ultima valutazione spetta all’uomo, pertanto il suo feedback costante e su più fronti diventa parte integrante del processo di apprendimento della macchina.

Ed è soprattutto in questi contesti che la nostra Intelligenza artificiale in erba accresce il suo bagaglio culturale personale, affinando i risultati proposti e prendendo coscienza (passatemi questa enorme iperbole) di cosa funziona e cosa non funziona.

E i diritti d’uso delle immagini usate dall’AI?

Questo aspetto è critico e sarà cruciale per molti anni a venire, ma tanto per farvi capire la pianificazione di Adobe in questo senso pensate a quando nel 2014 ha acquisito Fotolia e l’ha integrata nel suo image stock proprietario, ora conosciuto come Adobe Stock. Quell’acquisizione gli ha dato libertà di elaborazione immagini immense, senza rischi di infrangere la privacy di nessuno, e nel contempo gli ha consentito di monetizzare l’acquisizione vendendo le risorse multimediali come qualunque sito di image stock.

Un po’ diverso è l’interrogativo per le immagini di proprietà degli utenti, usate per le funzionalità ed i filtri in beta di cui sopra, ma la prima risposta data è anche la più definitiva: non è consentito alcun uso commerciale delle versioni Beta.

Se questa risposta tutela legalmente Adobe nei confronti di quasi tutto quello che un utente può fare o non fare con i suoi strumenti, non dice però un granché su come Adobe elabori i nostri contributi quando finiscono nella sua rete, per questo bisogna leggersi i termini di licenza ed uso, ossia quelli che non si leggono mai.

Personalmente non dedicherei molto tempo a leggere quelle righe, dal momento che se non me le facessi andare bene avrei come unica soluzione quella di non usare l’applicativo, ma è comunque utile dare un’occhiata alle “Linee guida utente per Adobe Generative”, molto più sintetiche di quelle generali quindi più digeribili, da cui si apprendono informazioni piuttosto utili (cfr. L’ultima sezione dell’articolo).

Come si può facilmente intuire comunque, la questione ha risvolti che esulano dalla semplice produzione visiva e, in molti casi, tocca anche questioni etiche che in questa occasione salteremo in blocco ed affronteremo nei prossimi numeri.

Si ma… e l’arte generativa?

Bravi, alle due esigenze più prettamente pratiche di cui sopra ne possiamo aggiungere una terza, di gran lunga più sfidante e meno stupida: quella creativa, a cui Adobe ha dato risposta con il suo sistema di intelligenza artificiale generativa basato su Sensei (sempre lui) e denominato Firefly. Fino a due settimane prima rispetto al momento in cui questo articolo viene scritto, Firefly era in beta pubblica, e lo è stato per più di un anno generando oltre 2 miliardi di immagini (!).

Qualche mese fa è stato dapprima implementato nella versione Beta di Photoshop, offrendo un prompt descrittivo direttamente nella UI e, una volta ottimizzata la localizzazione linguistica (oltre 100 lingue) per renderlo fruibile a tutti, è stato rilasciato ufficialmente in Photoshop CC2024.

Tra i tanti aspetti di cui non ho parlato in questo articolo ce n’è uno che ho lasciato volutamente per ultimo: quello dei costi.

L’arte generativa ha un costo, tutto il mondo dell’AI ha un costo, anzi, ne ha parecchi e sono tutti molto alti, in primis per il consumo energetico.

Finora tutte le offerte di servizi AI al pubblico erano o sono gratuite, o richiedono tuttalpiù delle sottoscrizioni mensili dal costo risibile.

Nel giro di poco però, cioè quando i servizi saranno affinati a sufficienza da poter essere proposti per utilizzi commerciali efficienti, verranno introdotti dei costi, e anche in questo Adobe Firefly non fa eccezione.

Dal 1 novembre ad esempio è stato previsto il cambio da crediti “generativi” illimitati a limitati, quindi a pagamento.

In soldoni: prima offro un servizio potenzialmente rivoluzionario, coltivo negli utenti l’esigenza di usarlo con regolarità affidandolo in base ai suoi riscontri, e quando inizia a diventare più che utile (magari indispensabile) monetizzo la soluzione.

Costerà tanto? Poco? Non si sa ancora, e sicuramente cifre e quantità saranno passibili di modifiche e revisioni continue, quello che è certo è che se ci siamo abituati ad usare un servizio che funziona, sarà difficile fare un passo indietro per farne a meno, e i risultati offerti dall’AI sono ormai di prim’ordine in molti campi.

Nei prossimi numeri prenderemo in esame gli ambiti operativi e i servizi che nel frattempo, saranno diventati a pagamento a tutti gli effetti.

Uniti per l’innovazione: Müller Martini e Hunkeler insieme verso il futuro

Dopo un’attenta valutazione, le famiglie proprietarie hanno deciso di unire il Gruppo Hunkeler con il Gruppo Müller Martini. Infatti, la Müller Martini Holding AG ha acquisito tutte le azioni del Gruppo Hunkeler.

Con questa transazione strategica, la famiglia Hunkeler e Crédit Mutuel Equity hanno ceduto tutte le loro quote a Müller Martini.

Hunkeler e Müller Martini sono protagonisti nel mercato globale delle soluzioni innovative per il post-stampa.

Unendo le forze, entrambe le aziende vedono grandi opportunità nel combinare le loro attività di innovazione per servire ancora meglio la vasta base clienti, attraverso un’offerta congiunta di vendita e assistenza.

Bruno Müller commenta: “L’industria delle arti grafiche è in costante evoluzione e richiede regolarmente nuove innovazioni. Combinando i pilastri delle due aziende, come il personale, le competenze e la tecnologia, saremo in grado di soddisfare ancora meglio le esigenze della nostra clientela globale con soluzioni innovative in futuro”.

Stefan e Michel Hunkeler aggiungono: “Esiste una lunga storia di collaborazione e scambio tra Hunkeler e Müller Martini. Attualmente, l’opportunità della fusione è altamente vantaggiosa per entrambi i partner e per i nostri clienti condivisi, portando notevoli benefici in un’azienda unita. Questo rappresenta anche un forte impegno per la regione di Zofingen”.

Newlab sceglie Durst per la terza volta

Il service di stampa bresciano fa tris con l’installazione della sublimatica P5 TEX iSUB.

Sono tre infatti le stampanti industriali Durst attualmente installate da Newlab presso lo stabilimento produttivo di Castegnato. Ultima arrivata, Durst P5 TEX iSUB, sinonimo di innovazione nella stampa sublimatica. Una novità che si affianca ai sistemi Durst già presenti nel parco macchine aziendale: P5 350 HS e Rho 512R LED. “Si tratta di tre soluzioni top di gamma con le quali siamo in grado di offrire ai nostri clienti il più completo ventaglio di possibilità applicative in ambito di stampa digitale di grande formato”, afferma Giuliano Goffi, titolare di Newlab.

Installata all’indomani di Viscom e resa pienamente operativa in soli tre giorni, P5 TEX iSUB è già stata impiegata da Newlab nella realizzazione di alcune importanti commesse per il settore retail e per il mondo degli allestimenti fieristici, rivelandosi immediatamente una scelta vincente. “È il sistema giusto al momento giusto, perché apre le porte a nuove opportunità di business in un settore, quello dell’interior decoration, su cui puntiamo particolarmente”, spiega Goffi. La stampa su tessuto, infatti, rappresenta ad oggi il 30% del business di Newlab, con un focus specifico su proposte di piccolo formato, tra cui carta da parati, tende e pannelli fonoassorbenti. D’ora in avanti, grazie alla tecnologia a sublimazione in linea integrata di P5 TEX iSUB, l’azienda è in grado di stampare direttamente su tessuti in poliestere con luce fino a 3,20 metri, realizzando applicazioni soft signage subito pronte per la finitura, senza necessità di ulteriori trattamenti o passaggi in calandra. Un plus determinante nella scelta di investire in questo sistema di stampa, come conferma lo stesso Goffi. “La possibilità di ottenere immediatamente il prodotto finito, unito all’elevato livello di automatizzazione che caratterizza questa stampante e alla qualità garantita dal marchio Durst, ci ha portato da subito a non prendere in considerazione altre alternative”. Inoltre, P5 TEX iSUB, con i suoi inchiostri base acqua certificati Eco Passport by Oeko-Tex, si sposa perfettamente con la filosofia green di Newlab, particolarmente attenta a ridurre l’impatto ecologico delle proprie lavorazioni.

L’acquisto di P5 TEX iSUB rappresenta, inoltre, un nuovo tassello nella lunga storia che da oltre 25 anni lega Durst e Newlab. Risale, infatti, al 1998 l’installazione del primo sistema Durst Lambda, che ha segnato ufficialmente l’ingresso dell’azienda, nata a metà degli anni Ottanta come fotolaboratorio, nel mondo della stampa digitale. Da allora l’evoluzione di Newlab è proseguita all’insegna dell’avanguardia tecnologica: una crescita nella quale il brand altoatesino ha sempre rivestito un ruolo di rilievo in qualità di partner tecnologico. “Abbiamo sempre dato molta importanza all’eccellenza qualitativa”, dichiara Goffi. “Un risultato che si ottiene solo utilizzando attrezzature di alto livello; e in questo i sistemi Durst rappresentano il massimo, anche in termini di affidabilità”.

Negli anni il rapporto tra Durst e Newlab si è trasformato in una vera e propria partnership, basata su collaborazione e fiducia reciproche. Non è un caso, infatti, che due anni fa Durst abbia scelto proprio Newlab per il field test della nuova P5 350 HS, sfociato poi in una delle prime installazioni mondiali del sistema messa a segno proprio dal service bresciano. “Il fatto che Durst ci consideri una sorta di laboratorio pilota per le proprie tecnologie rappresenta un ulteriore riconoscimento della nostra capacità di lavorare ad altissimi livelli”, conclude Goffi.

Roto4All Autumn Edition, rotocalco e digitale si incontrano a tutta velocità

In occasione dell’evento Roto4All Autumn Edition, Bobst ha messo sotto i riflettori il potenziale della macchina rotocalco RS 6003 dalle alte prestazioni, anche per basse tirature.

Nella stampa di livello industriale, per il mondo del rotocalco in particolare, adattarsi alle evoluzioni del mercato non è sempre facile. Anche dove si è disposti a mettere in campo un grande impegno in ricerca e sviluppo, priorità come adattarsi alla domanda di tirature ridotte, variabilità nei processi e riproducibilità nel tempo senza impatti significativi sui costi produttivi restano una sfida impegnativa. Anche a questi livelli però, l’apporto del digitale riesce a portare benefici, a condizione di affrontare la questione senza preconcetti e soprattutto dedicando tutte le risorse del caso.

È il tema affrontato da Bobst in occasione del recente Roto4All Autumn Edition. Opportunità di incontro per addetti ai lavori presso la sede di San Giorgio Monferrato, ha permesso di valutare sul campo i vari aspetti del settore. Partendo certamente dalle ultime evoluzioni delle proprie tecnologie, ma prestandosi anche per sempre utili confronti e un quadro generale della situazione.

«Il nostro obiettivo da ormai oltre 130 anni è rimanere protagonisti nella catena produttiva per il mondo degli imballaggi – esordisce Davide Garavaglia, general manager di Bobst -. Con le nostre tecnologie certamente, ma anche essere parte della filiera. Vale a dire, dialogare con i partner sia a monte sia a valle».

Da una parte il riferimento è ai clienti diretti, converter o produttori, con i quali è attivo con confronto costante, prezioso per inquadrarne le esigenze e orientare la ricerca. Dall’altra, i produttori dei materiali, punto di partenza fondamentale per sviluppare nuove tecnologie. «In questo periodo in particolare, è un’attività molto delicata – prosegue Garavaglia -. Aspetti come le più recenti e restrittive normative europee sugli imballaggi, rendono cruciale la ricerca sui supporti».

Da queste considerazioni, è nata l’idea di chiamare a raccolta il settore, anche solo per dimostrare di essere capaci come pochi altri nel trasformare in soluzioni indicazioni e osservazioni di fornitori e utenti. Non a caso, un appuntamento organizzato in squadra. «Lavoriamo in un settore dove è importante valorizzare i materiali, ma anche la stampa – conferma Enrico Barboglio, general manager di Acimga -. Il nostro lavoro è dare valore a cosa venga stampato sul packaging, e in un momento di tante innovazioni vogliamo ridare valore a un settore dove servono tanto dialogo e ascolto».

Lunga vita alla rotocalco

Protagonisti di appuntamenti del genere, devono però essere le tecnologie. Occasioni non comuni di vederle all’opera dal vivo, considerate dimensioni e competenze richieste, permettono di toccare con mano un potenziale sicuramente interessante e i relativi progressi. Nel caso particolare, Roto4All Autumn Edition ha visto nel ruolo di protagonista il sistema per rotocalco Master RS 6003 ad alte prestazioni, affiancato dalla decisamente più compatta soluzione per laminazione Nova Laminator SX 500.

«Tra le diverse soluzioni interessanti della RS 6003 – spiega Jonathan Giubilato, PL director gravure di Bobst, secondo noi la capacità di essere competitiva anche sulle piccole tirature. Per esempio, il carrello non deve restare in macchina durante la produzione, ma anche interventi sul sistema di inchiostrazione e altri accorgimenti».

In particolare, si parla di un sistema definito “a ore 4”, dalla posizione del rullino motorizzato rispetto al cilindro di stampa. Una soluzione all’insegna della versatilità rispetto al tipo di lavoro effettuato. Se in Paesi come l’Italia si tende a lavorare infatti con diversi sistemi di inchiostrazione, in aree molto importanti dal punto di vista commerciale, prima tra tutti l’Asia, la richiesta va invece più in direzione di una stampa continua e consistente.

Al riguardo, torna utile anche la velocità massima di 600 metri al minuto della RS 6003, con tempi di fermo macchina in caso di cambio lavoro garantiti (con stampa in ECG) entro i venti minuti, come peraltro dimostrato dal vivo, grazie alla scelta felice di rendere l’operazione visibile a tutti attraverso immagini riprese dal vivo delle operazioni e trasmesse su un monitor gigante a poca distanza, alternate ai dati sui consumi istantanei, garantendo il coinvolgimento ed evitando assembramenti. Tra gli accorgimenti adottati, anche gancio e sgancio automatico del rullino, così da agevolare sostituzione e manutenzione. Inoltre, parametri come pressione e qualità possono essere memorizzati, per essere recuperati successivamente senza dove ripetere operazioni di configurazione.

«Inoltre, vorrei sottolineare dettagli come l’asciugatura su entrambi i lati del supporto – riprende Giubilato -, utile per garantire uniformità lungo tutta la larghezza del nastro. In termini di qualità, significa ridurre l’effetto pelle e permette di tenere il supporto a una temperatura inferiore, aumentando quindi la varietà di materiali termosensibili utilizzabili».

A questo si aggiunge un altro aspetto molto interessante, sia sul fronte della qualità sia su quello dei costi di produzione. Una combinazione importante di fronte alla necessità di mantenere la competitività di soluzioni di questa portata anche di fronte al calo delle singole tirature. «La migliore difesa per il rotocalco di fronte all’avanzata delle altre tecnologie sono sostenibilità e competitività, mantenendo la qualità – precisa Giubilato -. La nostra risposta passa per automazione, digitalizzazione, connettività e in particolare la possibilità di estendere il Gamut».

La nuova visuale sulla gestione del colore

Si tratta di oneEGC, una modalità di stampa in eptacromia, grazie alla quale Bobst in stampa rotocalco è riuscita a ottenere con un massimo di sette inchiostri una copertura del 95% dello spettro. La necessità eventuale di riempire lo spazio restante può comunque contare sulla possibilità di utilizzare sempre i Pantone.

Grazie a questo, diventa possibile mantenere la qualità elevata dalla semplice combinazione della quadricromia, alla quale aggiungere all’occorrenza arancione, verde e viola, ottimizzando le lavorazioni sia dal punto di vista degli inchiostri necessari sia per quanto riguarda l’operatività. «I colori spot non devono essere realizzati da un colorista con rifinitura manuale in macchina. Ogni tinta spot, anche Pantone, può essere digitalizzata e tradotta in una combinazione di colori fissi».

Oltre a una fase di preparazione meno complessa, ne scaturisce una serie di vantaggi come meno esigenza di controllo durante una produzione, ma anche tempi di cambio lavorazioni ridotti. I colori infatti, restano in macchina mentre si procede solo al cambio dei cilindri. Di conseguenza, meno pericoli di contaminazione e risparmio su tempi e costi dei lavaggi, con relativo solvente. A tutto vantaggio anche di consistenza e ripetibilità.

Dove necessario, aggiungendo la possibilità di combinare diversi lavori sullo stesso cilindro, in favore delle tirature inferiori e contribuendo a una riduzione nei costi di produzione anche sul fronte del fabbisogno energetico.

Un interessante passo avanti sul fronte dell’innovazione. Aspetto ancora più importante, non necessariamente legato a un cambio di macchinario. «Abbiamo pensato anche a OneECG Retrofit, la possibilità di applicare la soluzione a un impianto già operativo – assicura Viviana Ferrari, retrofit & upgrades technology manager di Bobst -. Ci sono diverse configurazioni macchina idonee, dove è sufficiente cambiare alcuni elementi. Serve tenere sotto controllo alcune variabili di processo, come registri temperatura o viscosità degli inchiostri, ai quali poter affiancare una manutenzione regolare e proattiva».

Tutti aspetti dei quali l’azienda italiana con HQ a Losanna può occuparsi in prima persona. Dopo una indispensabile verifica sul posto, vengono individuati eventuali interventi di aggiornamento e valutate le relative potenzialità, per arrivare a un progetto personalizzato. In caso si decida di procedere, l’affiancamento prosegue anche per tutta la parte di messa a punto.

In ogni caso, con la certezza di poter contare su contatto in ogni momento. «Bobst Connect è il legante di tutte le fasi di vita dei nostri prodotti – spiega Emanuele Cao, technology services director di Bobst -. Una soluzione digitale pensata per rispondere alle esigenze dei clienti anche nel post vendita».

Costruita sulla piattaforma software Office 365 e con la condivisione dei dati in cloud, non si limita a monitoraggio remoto o semplice condivisione dei dati. Si spinge infatti alle attività di analisi, estese all’intera filiera. «Tra le diverse funzioni, permette una visuale diretta sullo stato delle macchine – aggiunge Cao -. Inoltre, offre cruscotti personalizzati dove riportare tendenze sulla produttività per capire come intervenire ed effettua diagnosi da remoto». Anche in questo caso, opzioni in prospettiva da estendere al parco macchine già installato.

In sede di bilancio, sono state settantacinque le presenze conteggiate a Roto4All Autumn Edition, tutte sodisfatte della giornata, sia per le tecnologie proposte sia per l’impostazione dell’evento. «In particolare è stato apprezzato il bilanciamento tra le presentazioni e il tempo passato tra la visita all’azienda e le dimostrazioni – conclude Davide Garavaglia -. Inoltre, l’apprezzamento per i contenuti ha portato alla richiesta di ripetere eventi del genere con un pubblico ancora più vasto, così da allargare la possibilità di confronto».