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Assemblea Annuale della Federazione Carta Grafica: L’essenziale ruolo della filiera della stampa e del packaging

Il prossimo 3 maggio 2022, alle ore 14.30, si terrà l’Assemblea Annuale della Federazione Carta Grafica dal titolo: “L’essenziale ruolo della filiera della stampa e del packaging” presso il Centro servizi di Fiera Milano Rho (Sala Gemini) nell’ambito della fiera Print4All.

Una filiera industriale con 17.269 aziende e quasi 165mila occupati, che fattura 25,3 miliardi di euro, pari all’1,4% del PIL italiano. Il 38,6% del fatturato deriva dalle esportazioni, mentre sfiora i 4 miliardi di euro – 3,96 – l’attivo della bilancia commerciale. Sono i numeri aggregati delle imprese della Federazione Carta e Grafica, che riunisce i settori carta e cartone, le macchine per grafica e cartotecnica, la stampa editoriale, pubblicitaria e commerciale e l’industria cartotecnica di trasformazione.

Seguirà programma dettagliato nei prossimi giorni.

Assocarta per la giornata mondiale della Terra

Nella Giornata Mondiale della Terra, la più grande manifestazione ambientale del pianeta, Assocarta e le cartiere italiane rinnovano il loro impegno per la sostenibilità dell’utilizzo delle risorse naturali.
Al centro del dibattito della Giornata 2022 l’esaurimento delle risorse non rinnovabili che vede l’industria cartaria italiana campione di circolarità, fra riciclo delle fibre e materia prima proveniente da foreste gestite in modo sostenibile.
“Due pilastri che concorrono al ciclo virtuoso della produzione cartaria” spiega Massimo Medugno DG Assocarta in occasione della Giornata Mondiale della Terra “se consideriamo che quasi il 63% della carta prodotta in Italia proviene dal riciclo e che la restante percentuale di materie prima vergine viene acquistata dalle cartiere prevalentemente sul mercato europeo da foreste certificate (per quasi il 90% FSC/PEFC), gestite in modo sostenibile o da piantagioni industriali”.
Il riciclo della carta aumenta di anno in anno grazie all’impegno dei cittadini sul territorio, del consorzio Comieco che si occupa della raccolta e delle cartiere dove effettivamente avviene il riciclo della carta. Nel 2021 sono state riciclate nelle cartiere italiane oltre 6 milioni di tonnellate rispetto alle 5,2 del 2020 (+16% 2021/2020).
“E la crescita della capacità di riciclo in Italia va di pari passo con la crescita delle foreste europee la cui superficie è aumentata del 30% dal 1950 ad oggi, una dimensione pari a 1500 campi da calcio al giorno (Dato Fao)” spiega Medugno.
“In un’ottica di bieconomia circolare” continua Medugno “se con il riciclo nelle cartiere già’ si sottraggono ogni anno alla discarica 6 milioni di tonnellate di rifiuti, l’incentivazione degli investimenti privati nella forestazione aumenterebbero la disponibilità di biomassa per l’industria oltre che svolgere una importante azione di carbon sinks”.
“Inoltre“ conclude Medugno “se ridurre la dipendenza energetica è presupposto per mantenere un sistema produttivo competitivo, l’utilizzo delle biomasse concorrerebbe a un nuovo mix energetico dove soprattutto il recupero degli scarti di produzione del riciclo potrebbe avere un vantaggio competitivo del quale gli altri Paesi europei già godono”.
L’industria cartaria italiana secondo i dati certificati da Ellen MacArthur Foundation nel 2021 ha rilevato un indice di circolarità pari allo 0.79% in una scala da 0 a 1. L’aggiornamento di tale risultato unitamente alle perfomance ambientali del settore sarà oggetto della presentazione del Rapporto Ambientale di Assocarta che si terrà, con il supporto di Legambiente, il prossimo 19 maggio al Museo della Carta di Pescia.

Il gruppo Durst installa il 500° software Durst Workflow

Durst Group annuncia la 500° installazione del software Durst Workflow. Questo traguardo evidenzia la trasformazione di Durst Group da produttore di macchine da stampa a fornitore di soluzioni (“Pixel to Output”) nel settore della stampa digitale.

Fondata nel 2019, la divisione Durst Software&Solutions conta oggi più di 60 dipendenti e ha sviluppato Durst Workflow, una soluzione software completa aperta anche a fornitori terzi, integrandola con successo nella produzione dei propri clienti.

Michael Deflorian, business unit manager, Durst Software & Solutions spiega: “Siamo orgogliosi che più di 500 clienti di diversi settori si affidino alla nostra soluzione Workflow. Con l’aiuto del loro feedback, cerchiamo di migliorare i nostri prodotti ogni giorno per offrire il miglior ecosistema software per l’industria della stampa digitale”.

Durst Workflow è la soluzione high-end per la gestione completamente automatizzata delle attività di prestampa e produzione. Originariamente sviluppata per fornire la massima qualità di stampa per i sistemi di stampa Durst, è ora disponibile anche per sistemi di stampa terzi. La soluzione, completamente browser-based, ha un’interfaccia user-friendly che permette di automatizzare completamente l’intero flusso di lavoro PDF. Durst Workflow si integra perfettamente con l’ambiente software esistente del cliente, permettendo un livello di automazione superiore rispetto ai comparebili prodotti stand-alone. Grazie alle correzioni preconfigurate, la preparazione dei dati è più rapida ed efficiente; il potente motore cromatico integrato garantisce l’esatta precisione dei colori sin dall’inizio. Con Durst Workflow è possibile stampare di più utilizzando meno inchiostro, grazie ai profili di risparmio del colore predefiniti che possono essere applicati con un solo clic.

Serge Clauss, product manager, Durst Software&Solutions, commenta: “Sviluppiamo soluzioni software che aiutano i nostri clienti a rendere i loro processi di prestampa e produzione più prevedibili e produttivi. Raggiungere 500 utenti con la nostra soluzione Durst Workflow è una chiara prova che stiamo soddisfacendo le aspettative dei nostri clienti”.

Guida ai trucchi per cornici perfette

Un tip&trick dedicato: ecco alcuni suggerimenti base per creare rapidamente cornici grafiche, che possono diventare altrettanto rapidamente fustelle o selezioni per piccole nobilitazioni

Contorni con pennelli

Pensando alle etichette nel senso più “romantico” del termine è facile pensare a quelle scolastiche: rettangolari, ovali, con i contorni a zigzag, ondine ecc… facilmente realizzabili con le forme base di programmi come Illustrator (che useremo in questo articolo) e decine di altri sw più o meno equivalenti.

Quando però si cerca qualcosa di più elaborato o decorativo si aprono diverse strade operative, che coinvolgono pennelli pattern, fusioni e le operazioni del pannello Elaborazione tracciati.

Etichette (super) semplici: il widget angoli

Disegnando un rettangolo abbiamo subito accesso al widget angoli, e trascinando il cursore arrotondiamo contemporaneamente tutti i vertici (naturalmente funziona anche con qualunque altro poligono). Facendo un clic su uno dei vertici il trascinamento modificherà solo quel vertice (vicino alla freccia compare lo stesso cerchietto del widget) e facendo più clic con il tasto maiuscolo possiamo selezionare più vertici contemporaneamente.

Il widget angoli consente rapidi interventi di personalizzazione su uno o più vertici, oltre ai pannelli nominati nel testo principale ci sono le medesime opzioni di controllo nel pannello Proprietà o nella barra di Controllo (quella in alto, sotto ai menu, richiamabile dal menu Finestra)

Con alt+click si alternano i vari tipi di angolo: arrotondato, arrotondato inverso e smussato, e con un doppio click si apre una finestra di dialogo con le varie opzioni (con lo strumento Selezione si apre il pannello Trasforma, con lo strumento Selezione diretta si apre il pannello Angoli).

È molto più lungo da scrivere che da fare.

Un esempio di tutte le personalizzazioni possibili, una per ogni vertice, e delle caselle parametriche in cui si possono controllare tipologia e ampiezze

Etichette (meno) semplici

Nel pannello Traccia abbiamo diversi parametri che aggiungono le prime possibilità creative: tratteggi, cambio di spessore e variazioni di profilo danno risultati immediati con poco sforzo.

Nell’immagine vedete il buon vecchio sistema per fare un tratteggio a pallini: azzerare la prima casella di tratteggio e gestire la spaziatura cambiando il valore nella seconda casella.

In aggiunta è stato modificato il profilo dal menu a tendina in basso, usandone uno predefinito. Se si vuole un’azione personalizzata si può usare lo strumento Larghezza e poi salvare un nuovo predefinito.

Il tratteggio a pallini a cui è applicata una variazione di profilo, molti parametri sono combinabili e restituiscono risultati efficaci senza complicazioni eccessive

Etichette (ancora meno) semplici

Da qui in poi le cose si complicano, per lo meno nel senso che richiedono più passaggi per raggiungere il risultato.

Utilizzando le fusioni possiamo creare delle transizioni di forma (e di colore) tra un disegno di partenza e uno di destinazione, e poi cambiarne il dorso.

Qui possiamo usare il profilo della nostra etichetta di partenza come nuovo dorso, e dopo aver selezionato la fusione creata tra le due stelle di base lo andiamo a sostituire nel menu Oggetto>Fusione>Sostituisci dorso.

Per ottenere il risultato in figura c’è un ulteriore passaggio da effettuare: uno dei punti di ancoraggio del profilo etichetta va tagliato, altrimenti la fusione lascerà un segmento vuoto.

Le fusioni offrono possibilità pressoché infinite, in questo caso sono state usate due stelle di diverso colore ma tutto l’universo delle fusioni può essere associato a un tracciato

Etichette (molto meno) semplici

Utilizzando il pannello Aspetto e gli attributi multipli, cioè più tracce simultaneamente sullo stesso tracciato, le possibilità creative si moltiplicano a dismisura.

Nel primo esempio selezioniamo solo la traccia nel pannello Aspetto e gli applichiamo uno Scostamento tracciato, riducendogli lo spessore.

È il modo ideale per creare una sorta di stile di grafica che segua sempre il contorno di base.

Lo scostamento Tracciato è alla base di molteplici metodologie creative, in questo contesto è essenziale per realizzare contorni anche molto complessi

Combinando alcune delle soluzioni proposte nelle righe sopra è possibile ottenere un risultato come quello in figura, a patto di gestire singolarmente le molteplici tracce.

Possiamo applicare virtualmente qualunque Effetto, cambiando il comportamento di ogni singolo attributo di traccia di modo che si comporti diversamente dagli altri: Scostamento Tracciato sia positivo che negativo, Zig Zag arrotondato (e non), Scarabocchio… tutte voci che si trovano nel menu Effetto nella sezione Effetti di Illustrator. Sono utilizzabili anche gli Effetti di Photoshop, nella parte bassa dello stesso menu, ma trattandosi di effetti raster e non vettoriali potrebbero risultare più ostici da ottimizzare.

Un esempio di attributi multipli associati ad una singola traccia, trattandosi di impostazioni parametriche possono essere modificate e/o visualizzate selettivamente a piacere

La parte (più) facile

Qualunque sia la complessità raggiunta dalla combinazione degli effetti di cui sopra è importante considerare anche i tempi di una loro eventuale ripetibilità su forme o documenti diversi, le strade percorribili sono due: il contagocce e il pannello Stili di grafica.

L’uso del contagocce è probabilmente quello più immediato: basta selezionare l’oggetto a cui si vuole trasferire l’insieme di effetti, attivare lo strumento contagocce e cliccare sull’oggetto da cui si vogliono copiare gli effetti. In questo processo è necessario controllare quali sono gli attributi copiati dal contagocce, e per fare questo dovete fare un doppio clic sullo strumento nella barra degli strumenti. Di default tutte sono attive tutte le caselle tranne la voce “Aspetto”, affinché funzioni quanto appena scritto dovete spuntare anche questa voce.

Si può anche invertire il processo di applicazione facendo clic sull’oggetto da cui si vogliono copiare gli effetti e andando poi a fare alt + clic (l’icona contagocce risulta “caricata”) sull’oggetto di destinazione per trasferirli.

L’uso degli stili di grafica invece quello più lungimirante, dal momento che gli stili sono dei set predefiniti facilmente esportabili per essere richiamati in altri documenti.

Per definire uno stile basta trascinare l’oggetto a cui sono stati applicati i vari effetti e attributi nel pannello omonimo, oppure selezionare l’oggetto in questione e poi cliccare sul pulsante “Nuovo stile di grafica”, sempre nel pannello.

Contagocce e Stili di grafica rappresentano l’ultimo passaggio, quello che a creatività ultimata permette la replica e l’adattamento su qualunque forma

New Aerodinamica a Print4All 2022

«La nostra presenza come espositori al Print4All 2022 – afferma Paolo Radaelli, amministratore delegato di New Aerodinamica, azienda specializzata nella realizzazione di impianti di aspirazione scarti di carta, cartone, alluminio, film plastici e sistemi di rimozione polveri – è la conferma di quanto apprezziamo e crediamo in questa manifestazione. Sarà un vero piacere poter incontrare tutti i clienti, collaboratori e fornitori in un appuntamento così importante del nostro settore sia a livello nazionale sia internazionale. Questa edizione rappresenta un ritorno a quella normalità che tanto abbiamo auspicato in questi anni: gioia, positività e grinta non mancheranno di certo al nostro stand. Inoltre, un aspetto sul quale porremo massima attenzione, anche nel presentare le nostre novità a clienti e fornitori, è il green. Crediamo fermamente nella sua importanza ed ecco perché tutti i nostri macchinari sono stati adattati, al fine di ridurre i consumi massimizzandone l’efficienza». New Aerodinamica presenta in particolare il nuovo ventilatore strappatore (nella foto) con tutte ultime novità collaudate quali lame di taglio seghettate, base ammortizzata, antivibranti combinati in carico-trazione-oscillanti nonché novità con soluzioni customizzate per l’aspirazione polveri su macchine di ultima generazione con trasporto a vuoto.

Fujifilm a Print4All con Acuity Prime e Revoria Press PC1120

Fujifilm fa ritorno come espositore a Print4All a Milano dal 3 al 6 maggio. All’evento, Fujifilm metterà in evidenza i suoi valori di sostenibilità e dimostrerà come la stampa possa continuare a svolgere un ruolo chiave al servizio delle aziende impegnate a ridurre la loro impronta di carbonio. Fujifilm presenterà anche le funzionalità della stampante flatbed di grande formato Acuity Prime e della macchina da stampa a toner digitale Revoria Press PC1120.
La PC1120, che è stata lanciata nel mese di settembre 2021 in alcuni Paesi, ha una velocità di produzione di 120 pagine al minuto con una qualità eccellente ad alta definizione e offre una combinazione esclusiva di opzioni di alimentazione e finitura che garantiscono una flessibilità superiore.
Inoltre, la PC1120 ha una gamma di colori e finiture leader del settore, con un motore di stampa a sei colori e passaggio singolo che, oltre ai colori CMYK, consente l’uso di due toner speciali quali oro, argento, trasparente, bianco o rosa.
Lanciata a metà del 2021, la Acuity Prime ha una velocità di stampa massima di 150 m2/ora e un’area stampabile di 2,54 x 1,27 metri. È in grado di stampare su supporti con uno spessore massimo di 51 mm ed è disponibile nei formati CMYK con opzioni per bianco, trasparente aggiuntivo e primer a getto. La stampante è dotata di un sistema di polimerizzazione LED di alta qualità raffreddato ad aria, e non è pertanto necessario investire in un costoso sistema di raffreddamento ad acqua.
Mark Lawn, head of POD Solutions Fujifilm Europe, commenta: “La nuova macchina da stampa Revoria, Fujifilm offre alle aziende di stampa commerciale un’altra opportunità per diversificare la loro offerta. Sono felice che i visitatori di Print4All avranno l’opportunità di vedere di persona la Revoria, e potranno scoprire come la macchina abbia tutte le carte in regola per soddisfare le loro esigenze”.
Kevin Jenner, european marketing manager, Fujifilm Wide Format Inkjet Systems, chiosa: “La Acuity Prime ha riscosso un ottimo successo sul mercato quando è stata lanciata a metà del 2021, e da allora ha ricevuto il Red Dot e il Good Design Award per le sue esclusive caratteristiche di progettazione. Sono certo che Fujifilm creerà nuove partnership e amplierà quelle esistenti in occasione dell’evento”.

DL Ucraina: ridurre la dipendenza energetica e avere un sistema delle materie prime strategiche in equilibrio

Il DG di Assocarta Massimo Medugno è intervenuto all’audizione del 12 aprile sull’esame del disegno di legge n. 2564 (d-l 21/2022 – Contrasto degli effetti economici e umanitari della crisi ucraina) di fronte alle Commissioni riunite 6^ Finanze e 10^ Industria del Senato.

“Ridurre la dipendenza energetica non è altro che il presupposto per mantenere un sistema produttivo competitivo, nell’ambito di uno sviluppo sempre più sostenibile, anche sotto il profilo sociale” ha affermato Medugno nel suo intervento.

Durante l’audizione Assocarta ha chiesto l’estensione del credito di imposta almeno per tutto il 2022 così come una gas release “Made in Italy” – analogamente a iniziative fatte in altri stati europei come ad esempio la Francia – e una electricity release secondo un principio di accesso da parte dell’industria  all’energia e al gas ad un prezzo equo.

“Principio” spiega Medugno “che di fatto  dovrà guidare anche i contatti (e relativi contratti) del Governo per la diversificazione degli approvvigionamenti e la riduzione della dipendenza energetica”.

Il secondo tema toccato durante l’audizione è stato l’approvvigionamento di materie prime critiche per il quale Assocarta ha proposto l’aggiunta nella rubrica dell’art. 30 del termine “strategiche”. “In questo modo avremo un sistema di gestione dei rifiuti più equilibrato, che tenga in considerazione non solo le Materie Prime Critiche, ma anche quelle Strategiche.  Materie prime strategiche sono i rifiuti in Lista Verde destinati al recupero di materia ed esportati fuori dall’Europa e che si propone debbano essere tracciati fino al loro effettivo riciclo. Significa anche far crescere l’economia circolare e contribuire in maniera effettiva alla rivoluzione verde” ha concluso Medugno.

Nicola Downing è il nuovo Ceo di Ricoh Europe

Ricoh Europe ha annunciato un cambio al vertice: Nicola Downing assume il ruolo di Ceo.  Downing avrà la responsabilità di definire lo sviluppo e la direzione strategica dell’azienda e di tutte le Operating Company europee.

La manager succede a David Mills che è stato il Ceo dal 2014.  Nicola Downing è entrata in Ricoh Europe nel 2005 e, dopo aver ricoperto il ruolo di Cfo, ha assunto quello di Coo per coordinare le operations dell’azienda, con a diretto riporto le filiali di tutta l’area EMEA, le vendite e la logistica. David Mills, che ha iniziato la sua carriera nel Gruppo nel 2008, rimarrà in Ricoh Europe nel nuovo ruolo di Chairman con l’obiettivo di rafforzare ulteriormente le competenze dell’azienda nei servizi digitali, anche grazie alla sua notevole esperienza maturata alla guida del management di Ricoh in Europa. David Mills commenta: “Sono felice che Nicola abbia ottenuto la meritata nomina di Ceo e sono certo che Ricoh Europe sia in ottime mani”.  Nicola Downing aggiunge: “Ricoh Europe è un’azienda leader nei servizi digitali. Sono orgogliosa di poter ricoprire un ruolo determinante nel percorso di crescita. L’impegno e il talento dei dipendenti di Ricoh ci consentono di distinguerci e, anche in futuro, continueremo a guidare i cambiamenti in atto negli ambienti di lavoro per supportare i nostri clienti nella trasformazione digitale e nello sviluppo del business”.

Etichette, chi condurrà le macchine da stampa domani?

Per il mercato delle etichette si prevede un incremento medio annuo del 4,2% nel periodo 2021-2026. È un numero importante che testimonia una vivacità che sicuramente non è caratteristica di altri segmenti del comparto della stampa. Senza indagare sulle motivazioni, si può affermare che da questo fronte nasceranno esigenze di potenziamento delle risorse aziendali, sia strumentali sia umane, per far fronte a produzioni più cospicue.

È una buona notizia che però pone anche degli interrogativi che per la verità già da qualche anno fanno capolino in quei momenti di confronto offerti da eventi fieristiche da convegni, o più semplicemente dal confronto con le aziende. Mi piace qui citare una frase che era anche l’incipit di una presentazione tecnica a un FTA meeting negli Stati Uniti di qualche anno fa. Diceva: «Chi condurrà le mie macchine da stampa domani?». La carenza di stampatori qualificati in questo intervento veniva manifestata dagli imprenditori della stampa come seria preoccupazione nonché potenziale rischio per la competitività. Da qui allora bisogna partire a interrogarsi per capire quali sono le competenze che un moderno stampatore deve mettere in campo per affrontare le sfide di un mercato sempre più competitivo e esigente in termini di qualità, economicità e reattività.

Ma perché mancano gli stampatori? Perché questa professione, un tempo giudicata quasi “nobile”, con dei tratti “artistici” e per tale ragione affascinante opzionata dai giovani che approcciavano le arti grafiche, oggi non riscuote lo stesso fascino? La risposta non è semplice ma si può dire qualcosa. Prima di tutto nell’immaginario collettivo la figura dello stampatore e della stampa è qualcosa di un po’ datato e anacronistico e non incontra quello che oggi mediamente un giovane immagina in un lavoro. La “tipografia” è legata a un’idea di laboratorio artigiano, mani sporche di inchiostro, vecchie macchine da stampa e cose così. È evidente che i giovani si orientano preferibilmente verso altre mansioni del processo, dove l’impiego del computer, la creatività, sono elementi distintivi. Quindi ci troviamo con tanti ragazzi che desiderano fare i creativi, o gli operatori di prestampa e pochi che trovano nella professione di colui che dà massa e colore ai progetti di packaging una prospettiva professionale appetibile. Come se lo stampatore venisse percepito come una figura di livello inferiore rispetto a chi utilizza il computer.

A fronte di questo dato oggettivo, vorrei però esporre una mia visione (frutto di una condivisione con colleghi, aziende e esperti di settore) a sostegno della tesi che fare lo stampatore è invece un’attività che riveste un ruolo centrale nel processo produttivo, soprattutto in segmenti di mercato come quello del packaging e delle etichette, assolutamente strategico per le aziende e fortemente permeato da competenze di alto livello, che spaziano dall’informatica alla colorimetria, alla gestione dei dati all’utilizzo di piattaforme digitali. Come dire: lo stampatore moderno è un operatore da camice bianco piuttosto che da tuta blu.

Vediamo perché, concentrandoci sugli aspetti di competenze che questo professionista deve avere, per gestire nel migliore dei modi i processi cui è preposto. Con un affondo sulla figura del colorista, un addetto che non tutte le aziende hanno, (quelle piccole prevalentemente no) ma che nel mercato delle professioni grafiche è fondamentale per la gestione ottimizzata del processo di riproduzione del colore sugli stampati, come unanimemente confermato dalle aziende interpellate nei nostri incontri qui di seguito citati.

Analisi della realtà

Circa un anno mezzo fa Fondazione Daimon, la scuola grafica di Saronno, per la quale mi occupo di coordinare le attività tecniche, ha deciso di ripensare agli obiettivi della formazione tecnica nei percorsi di Formazione Professionale e Istituto Tecnico (Formazione Professionale Padre Monti e Istituto Tecnico Luigi Monti). Dall’analisi emergeva che gli argomenti e le esercitazioni pratiche focalizzate sulla stampa offset e digitale e sui prodotti commerciali e editoriali evidenziavano limiti che necessariamente andavano superati. La scollatura tra i laboratori e le imprese nelle quali gli studenti frequentavano (e frequentano) gli stage stava diventando evidente; la provenienza delle manifestazioni di interesse per assumere operatori si stavano spostando. In sintesi, sempre meno aziende commerciali chiedevano operatori, sempre più aziende di packaging o digitali manifestavano interesse. Decidemmo quindi di circondarci di esperti nell’area del packaging che potessero aiutarci in uno studio per riconvertire i laboratori e rendere più attuali i profili dei ragazzi in uscita. La fortuna di avere vicino a noi persone e realtà di livello assoluto come Giuseppe Gianetti (già director business development flexible packaging per Hubergroup e operations director per Goglio) e Carlo Carnelli (owner of Color Consulting, president of Color Consulting USA Inc. membro di Acomga, coordinatore Commissione UNI e past president di Taga) hanno permesso di approcciare lo studio con la sicurezza di non cadere nell’errore di essere autoreferenziali ma avere invece le porte aperte presso le fonti preziose da cui attingere informazioni utili (le aziende).

Abbiamo quindi iniziato a realizzare una serie di incontri con responsabili o titolari di aziende del packaging (flessibile, etichette, in carta e cartone) alle quali abbiamo domandato quali fossero le competenze chiave che i moderni operatori del reparto prestampa e stampa devono avere per condurre gli impianti e gestire i processi produttivi aziendali. Senza grande sorpresa emerse che tra le competenze fondamentali, la conoscenza e la gestione del colore ricopre un ruolo importante. Questo perché è una competenza di base che molto difficilmente può essere acquisita da zero in azienda, dove piuttosto si perfeziona, si apprende come utilizzarla nelle applicazioni, si migliora con l’esperienza quotidiana. In azienda la competenza è molto spesso legata all’utilizzo di strumenti e all’applicazione di regole e formule, non a una comprensione dei principi scientifici.

Quali sono le aree di competenza sul colore di un moderno addetto alla produzione di etichette?

Principi della colorimetria

L’applicazione dei principi della colorimetria pervade tutti i processi di riproduzione del colore dei moderni flussi di lavoro. A partire dal file in ingresso (PDF), che deve specificare un intento di output (PDF/X), passando per la gestione delle conversioni colore all’interno del processo di prestampa (RGB/CMYK, RGB/CMYKOGV, CMYK/CMYK, SpotColor/CMYK, SpotColor/CMYKOGV, ecc.), per arrivare nella fase di stampa alla formulazione degli inchiostri spot, alla prova e correzione degli stessi.

Vi sono quindi alcune conoscenze/competenze di base indispensabili per qualsiasi operatore coinvolto nel flusso di riproduzione del colore:

–                cos’è il colore e come viene percepito

–                la curva spettrale di riflessione

–                come si rappresenta numericamente (spazi colore CIELAB e CIELCh)

–                quali sono i limiti di queste rappresentazioni

–                Il metamerismo e gli illuminanti

–                il concetto di delta E (differenza di colore)

–                utilizzo delle diverse formule di delta E, quale preferire per i calcoli

–                come impostare correttamente uno strumento di misura facendo riferimento alle norme ISO.

Proprietà chimiche di base degli inchiostri 

Il packaging e il labelling è il mondo dei colori spot oltre che della quadricromia  (o esa/eptacromia). Ma è anche un mondo dove sono presenti molteplici requisiti che impattano sulla possibilità di usare il colore in modo indiscriminato. O meglio di usare sostanze e componenti negli inchiostri svincolati da regole e norme che tutelino la sicurezza. E talvolta questo impatta con la qualità dei colori riproducibili. Un esempio: un prodotto che deve essere sterilizzabile richiede l’utilizzo di inchiostri basati su pigmenti che per loro natura raggiungono una saturazione inferiore a quelli standard. Di conseguenza si avrà una riduzione del gamut stampabile. Questo aspetto deve essere noto a chi opera nel processo di riproduzione, ma anche a chi si relaziona con il brand owner o l’agenzia grafica. Più in generale le proprietà di resistenza dei pigmenti (e degli inchiostri e vernici di nobilitazione) agli agenti esterni e alle lavorazioni successive (confezionamento del prodotto), fanno parte del bagaglio tecnico e cultura che l’azienda deve possedere, custodire, tramandare.

Supporti e gamut cromatico

Le etichette sono tipicamente un mercato che impiega una varietà di supporti veramente importante. E talvolta questi sono molto diversi in termini di resa cromatica con gli standard prevalentemente adoperati dai creativi nella preparazione del file, in modo più o meno consapevole. (Per inciso, anche se ha poca rilevanza in questo specifico contesto: i più operano ancora con il FOGRA39, quando dal 2013 esiste un nuovo standard di riferimento basato su caratterizzazioni diverse, FOGRA51. Entrambe però riferiti al risultato di stampa su carte patinate di qualità, con processo offset a foglio). Spesso non è questo la condizione standard della produzione delle etichette. Eppure capita che le prove colore o le tirelle (prove di carica) degli inchiostri spot, siano effettuate su carte che nulla hanno a che vedere con il supporto finale. Gli operatori che gestiscono colore in azienda devono essere consapevoli di come queste variabili possono influire sul risultato finale, dato che non è sempre possibile realizzare prove sul supporto di produzione data la variabilità di questi. Per mettere in guardia coloro che devono prendere le decisioni, fornendo loro un fattore di realtà rispetto ai risultati attesi.

Ripetibilità cromatica, controllo dei processi, manutenzione

C’è un concetto che riguarda la gestione del colore che nella mia esperienza ha sempre trovato difficile razionalizzazione da parte degli addetti alla produzione. E talvolta anche nei responsabili della produzione. Spesso si crede che se si ha una corretta filiera in termini formali di gestione del colore (profili colore in input, output, repurposing) si ha la garanzia del risultato cromatico. Niente di più sbagliato! Il color Management System, così come la riproduzione dei colori spot, si basa sulla codifica numerica (valori colorimetrici) di un certo processo di riproduzione (macchina, processo, supporto, inchiostro). È una fotografia fatta in un certo momento, che può essere indifferentemente uno standard disponibile sul mercato (es. CRCP…, FOGRA…) oppure una caratterizzazione fatta all’interno dell’azienda. Perché funzioni nel tempo è indispensabile che i mezzi tecnici del processo (dalla prestampa alla stampa) vengano mantenuti secondo una condizione nota e ripetibile. Ogni scostamento dovuto alla scarsa manutenzione, invecchiamento o cambio di componenti e materiali, richiede una verifica dello stato di allineamento del sistema. Sicuramente questa consapevolezza deve appartenere alla cultura aziendale e si fonda sulle competenze espresse prima.

Un altro esempio che vale la pena menzionare, nel campo degli inchiostri liquidi (tipicamente in flessografia), riguarda il riutilizzo dei resi di produzione, che rappresentano una voce di costo importante per l’azienda, che evidentemente si tende a ottimizzare. Il colorista che in azienda formula e riproduce le tinte da campione, si impegna riutilizzare i resi delle produzioni precedenti. In questa attività la conoscenza del metamerismo e quindi degli illuminanti è fondamentale, basato sulla conoscenza e interpretazione delle curve spettrali dei pigmenti. Può accadere infatti che diverse formulazioni dello stesso colore (misurato nel pieno) diano diversi risultati nelle gradazioni di colore (scala retinata). E gli esempi potrebbero continuare.

Formare professionisti

Questa rassegna vuole ha voluto tracciare uno spaccato del bagaglio tecnico-professionale che un nuovo addetto che si affaccia al processo di riproduzione (prestampa e stampa) dovrebbe possedere in modo tale da far tesoro dell’esperienza pratica che l’affiancamento al personale esperto gli procurerà. Grazie a questo bagaglio di conoscenze e competenze il giovane potrà interfacciarsi al meglio con i moderni software e con le apparecchiature per l’analisi e controllo del colore.

È l’intento che Fondazione Daimon sta mettendo in pratica con i rinnovati laboratori di prestampa e stampa orientati al mercato del packaging e dotati di tutte le tecnologie per la riproduzione dei colori (di processo e spot), dalla gestione del file (con le tecnologie ESKO Graphics), alla prova colore (con la tecnologia GMG e Xrite), alla cucina colore per la formulazione delle tinte (tecnologia Xrite) alle apparecchiature di prova degli inchiostri liquidi e grassi (proofer offset, flexo e rotocalco). Competenze che vedono poi nel corso biennale di specializzazione post diploma Packaging Specialist di ITS Angelo Rizzoli il naturale sbocco, per un completamento della figura professionale arricchito di tutte le integrazioni e approfondimenti necessari per formare un professionista al passo con i tempi.

Sgambaro, nuova confezione monomateriale valutata da Aticelca con il massimo livello di riciclabilità

Prosegue il percorso del pastificio veneto per diventare entro il 2030 “organizzazione climate positive” con una tappa cruciale: l’introduzione della confezione monomateriale, valutata da Aticelca con il massimo livello di riciclabilità per la carta stampata.

Sgambaro dice definitivamente addio alla plastica per la sua linea di pasta biologica con la nuova confezione in carta di sola fibra cellulosica 100% vergine, certificata FSC e completamente riciclabile.

“Nel 2019 avevamo introdotto un imballo smaltibile nella carta, ma abbiamo sempre considerato questa veste come temporanea in vista dello sviluppo di una soluzione che limitasse ulteriormente l’impatto sull’ambiente”, racconta Martina Durighello, responsabile marketing di Sgambaro. “Proprio in questi giorni stanno arrivando sugli scaffali le prime referenze della nostra pasta biologica in una confezione che garantisce il massimo livello di riciclabilità”.

Il materiale scelto è Terpap, una carta naturale di pura cellulosa che rende il packaging robusto e allo stesso tempo adatto al confezionamento in automatico grazie all’elevata elasticità della fibra. La Norma UNI 11743:2019, basata sul sistema di valutazione Aticelca 501/2019, giudica questa carta con un livello A in termini di riciclabilità, il massimo per la carta stampata. Inoltre, la stampa sulle confezioni è realizzata impiegando inchiostri a base d’acqua e vernici acriliche all’acqua a marchio Acquapack studiati per essere ecologici, atossici, sicuri.

Un imballo senza fronzoli

L’impegno verso la sostenibilità è uno dei pilastri della strategia aziendale di Sgambaro che, nel 2020, ha intrapreso un percorso decennale per diventare “organizzazione climate positive”, in grado cioè di generare un impatto positivo sull’ambiente.

Il progetto coinvolge ogni aspetto dell’attività del pastificio, compresa la gestione della produzione dell’imballo per la pasta e la sua gestione dopo l’utilizzo. Per questo motivo, nello sviluppo della nuova confezione si è data la priorità alla componente green senza scendere a compromessi di stile. Ad esempio, a differenza dei packaging in plastica trasparente, il prodotto non è visibile, ma “mostrato” in scala 1:1 e raccontato tramite le immagini evocative e le parole del design. Inoltre, è stato scelto di usare una grammatura di carta più leggera possibile che, pur rimanendo sicura e resistente, può apparire rispetto ad altre confezioni più stropicciata.

Come spiega Durighello, il pastifico “ha voluto un imballo senza fronzoli perché la priorità è di limitare la quantità di carta utilizzata, e di conseguenza diminuire le emissioni di CO2 legate alla realizzazione del packaging, e allo stesso tempo utilizzare solo materiale completamente riciclabile”.

L’introduzione della nuova confezione sarà graduale per permettere di esaurire i film esistenti: le prime referenze già disponibili sugli scaffali con la nuova veste sono le Fettuccine e la linea Farro Lenticchie e Quinoa; entro maggio si completerà il passaggio per 6 delle 7 linee Bio e la famiglia di prodotti verrà ufficialmente presentata a Cibus 2022.