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Dal Col Print&Laser, un salto di qualità grazie alla Trojanlabel T3-OPX acquistata da Erre.Gi.Elle.

Fedele alla propria dimensione di realtà locale, Dal Col Print&Laser riesce a garantire ai clienti qualità e innovazione con un’attenta ricerca di nuove opportunità grazie anche a una collaudata organizzazione interna.

Dal Col Print&Laser è un ottimo esempio di come un’organizzazione di modello familiare o poco più, possa conservare quella flessibilità e visione del mercato fondamentali per non smettere mai di adeguare il proprio modello a uno scenario in cambiamento, pur restando fedeli a sé stessi.

Una missione oggi nelle mani della responsabile comunicazione Lisa Dal Col, per un’attività ormai storica a Costabissara, in provincia di Vicenza.

Nella ragione sociale ufficiale compare la dicitura tipografia, indice di una realtà con una lunga storia alle spalle, quanto lunga?

Anche se tutt’oggi ci presentiamo come tipografia, in effetti non ha più molto senso definirla tale. Lo eravamo certamente agli inizi, nel 1987 grazie all’iniziativa di mio papà, quando si usavano ancora i caratteri in piombo. Lui ha praticamente convissuto con questo lavoro, anche durante il servizio militare, ma negli ultimi dieci anni la situazione è profondamente cambiata.

Fino a che punto?

Passando per le lastre e l’offset, siamo approdati al digitale sempre più protagonista. Ormai la maggior parte del lavoro segue questa strada, nel quale abbiamo investito molto e continuiamo a investire, perché ci piace restare sempre aggiornati ed è importante per rimanere competitivi.

Cosa è rimasto delle attività originarie?

L’offset rimane una parte importante. Tuttavia, le quantità negli ordini tendono a diminuire e crescono le variabili, per cui contare su entrambe le opzioni è fondamentale. Certamente, la crescita è più dalla parte del digitale.

Cosa significa per voi stampa digitale?

È un concetto a tutto campo. Dalla stampa a colori, in piano e su bobina, a quella in bianco e nero, anche con sistemi per la finitura in linea. Tutto quanto possa aiutarci ad assecondare le richieste dei clienti restando competitivi sui prezzi e soprattutto sui tempi di consegna. Inoltre, contiamo anche sul taglio laser, utile in particolare per la lavorazione delle brochure e materiali alternativi alla carta, come legno o metallo.

Oltre alla carta e al forex, quali materiali trattate?

Proprio grazie alla taglierina CO2 possiamo lavorare anche etichette metalliche o perfino pietra, ceramica e tessuti. Inoltre, il recente acquisto di una fresa ci permette di ottenere dalla stampa in piano forme particolari e insolite in fase di finitura. Possiamo realizzare box e piccoli imballaggi personalizzati senza dover ricorrere ai tempi della fustellatura. Anche in caso di modifiche, con il digitale è una procedura molto più veloce.

È completo il corredo?

Manca l’ultimo acquisto, di pochi mesi fa. Da Erre.Gi.Elle abbiamo acquistato una stampante. Avevamo bisogno di allargare il nostro raggio d’azione al di là della lavorazione della carta. La stampa UV non era sufficiente per ridurre i costi e accelerare la produzione. La Trojanlabel T3-OPX ci e permette di stampare immagini e testi in quadricromia direttamente su piccoli oggetti in carta anche già montati. Ci aiuta nelle lavorazioni dove altrimenti servirebbe la serigrafia o la tampografia, anche solo per le fasi di campionatura.

Dove rimangono spazi per le tecnologie di stampa tradizionali?

A parte il discorso legato ai volumi, diventa interessante quando si parla di campionatura. La combinazione di software e macchinari digitali permette di migliorare il servizio di messa a punto di un prodotto. È il mercato interessante della prototipazione, dove invece di ragionare di fronte a disegni o schermate, si può toccare con mano un oggetto dal vivo, avviare eventualmente una piccola tiratura sperimentale e poi eventualmente valutare se valga la pena di procedere in offset o altro.

Chi sono i vostri clienti?

Soprattutto industrie, e realtà fidelizzate con le quali lavoriamo da anni. Spesso, la spinta per la nostra evoluzione arriva proprio da loro. Manteniamo uno scambio costante di idee e impressioni, dal quale scaturiscono nuovi prodotti per loro e l’esigenza di nuovi macchinari per noi.

Come reagiscono di fronte a una nuova prospettiva o a una nuova tecnologia?

Quelli con cui lavoriamo da tempo, sono abituati a trovare da noi nuove idee. Quelli invece nuovi, in genere arrivati grazie al passaparola, non sempre conoscono le potenzialità del digitale sui tempi di produzione. Una risposta importante, proprio perché sempre più spesso sono alla ricerca di velocità e attenti al prezzo.

Riescono anche a trovare ispirazione per nuove opportunità?

In genere spetta a noi mostrare le produzioni. L’abitudine a creare o immaginare non è scontata, soprattutto in un’industria. Oggi è una tendenza diffusa lavorare con gli occhi e meno con la creatività. Il digitale aiuta anche in questo, a farlo con minore preoccupazione sui costi e su quanto grande debba essere una produzione per renderla anche conveniente.

Quanto incide alla fine il prezzo?

Sempre tanto e le richieste sono continue. Se si scende al di sotto di certi livelli, non ci confrontiamo eppure. Sulla maggiore parte delle produzioni però, alla fine possiamo essere anche più competitivi di chi tiene come riferimento solo la stampa Web. Possiamo offrire una scelta più ampia sui materiali e sulle finiture. Se analizzato nel dettaglio, la differenza è molto meno di quanto si possa credere. Inoltre, da noi non si paga in anticipo e il lavoro si vede dal vivo prima di saldare il conto. Infine, aspetto al quale ci tengo molto, il cliente da noi trova attenzione, può essere seguito e ottenere tutta la consulenza necessaria di persona.

Qual è il vostro raggio d’azione?

Prevalentemente locale. Certamente, non siamo molto conosciuti, anche perché abbiamo scelto di restare una realtà piccola. Da sempre lavoriamo tanto con clienti storici, altri nuovi, alcuni persi per strada, ma quasi sempre in zona. E mi piace così, restare nella nostra dimensione. Diventare più grandi comporterebbe anche nuovi metodi di gestione e il rischio è diventare troppo macchinosi. Metterebbe a rischio una delle nostre caratteristiche di leggerezza. Siano un gruppo ormai affiatato, ci intendiamo a perfezione, al punto che a volte non serve neppure parlarci per capire cosa serva. Curiamo di persona anche le consegne, proprio per essere sicuri dei tempi e di come arrivino le merci a destinazione.

Per quanto riguarda i clienti invece, dove ne cercate di nuovi?

Cerchiamo soprattutto lavori regolari, chi possa vedere in noi un risolutore di problemi invece di una fonte. Non  è necessariamente uno dei nostri compiti, ma contribuisce a creare fiducia e aumentare la stima nei nostri confronti. Può solo farmi piacere.

Come avete affrontato gli ultimi due anni?

Lavoriamo anche con il settore alimentare, con etichette e talloncini. Quindi, abbiamo potuto restare sempre aperti. Il problema semmai sono stati diversi grossi clienti, che invece erano chiusi. Il tempo libero è aumentato, così ci siamo messi a sperimentare. Tra l’altro, mascherine adesive, apprezzate per esempio dai parrucchieri perché non usano elastici sulla testa. Oppure, visiere progettate da noi. Eravamo mossi anche dal desiderio di contribuire, essere in qualche modo d’aiuto al territorio in un momento difficile.

Ora invece, come si sta evolvendo la situazione?

Il problema maggiore dal quale non possiamo chiamarci fuori è la carenza di materiali. Spesso, i nostri stessi clienti hanno difficoltà nel mantenere attive le produzioni e di conseguenza c’è meno lavoro anche per noi. D’altra parte, al momento possiamo contare ancora su una buona scorta, ma non potrà durare all’infinito.

Come gestite i rincari legati all’energia?

Inevitabilmente, i prezzi salgono anche per noi. Come d’altra parte le materie prime, a partire dalla normale carta, il rialzo è continuo. Anche se fino a dove possiamo cerchiamo di assorbire noi l’impatto, degli aumenti sul costo finale sono da mettere in preventivo.

Cosa avete in cantiere per i prossimi mesi?

Abbiamo sempre dei piani e guardiamo sempre a nuove tecnologie. Da quando abbiamo deciso di prenderci una pausa, abbiamo comprato sette macchinari nuovi. D’altra parte, cercare novità e aggiornarsi fa parte di noi e per le piccole realtà è anche una strada obbligata. Più in generale però, mi piacerebbe lanciare una linea di prodotti nostra. Qualcosa nato, sviluppato e prodotto internamente. Penso soprattutto al mondo dell’oggettistica, sfruttando e valorizzando risorse locali, come pietra e legno. Dovrà però essere qualcosa di caratteristico, difficile da reperire altrove. Mi piace l’idea di mettere in mostra la nostra terra e mostrare la nostra inventiva.

La carta che manca, tra aumento dei costi delle materie prime e loro scarsità

La situazione dei mercati preoccupa le produzioni e determina rallentamenti lungo le filiere. Le cause sono diverse e contingenti, ma l’influenza maggiore arriva, ancora una volta, dal costo dell’energia. Mitigare la situazione sarebbe possibile con soluzioni a portata di… norma

C’è pressione sui mercati. La ripartenza dell’economia, dopo mesi di forzato stop delle attività imposto dalla pandemia da Covid-19, sta determinando una serie di problemi legati all’approvvigionamento di materie prime. Una situazione che pone in difficoltà diverse filiere e quella di carta e stampa non ne è esente. L’aumento della domanda e la scarsità di materia prima determinano una diminuzione delle produzioni delle cartiere e un innalzamento dei prezzi con gli inevitabili contraccolpi a scendere lungo la filiera.

La tempesta perfetta con al centro l’energia

Secondo i dati Assocarta, i prezzi delle materie prime sono lievitati, con rincari da fine 2020 sulle cellulose pari al 60% (fibra lunga) e 70% (fibra corta), e un aumento del 15% nel consumo di carta da riciclare nella prima metà del 2021. A influire sulla rarefazione delle materie prime sono diversi fattori contingenti, spiega Massimo Medugno, direttore generale di Assocarta, compresi i problemi di logistica legati ai trasporti sia su gomma – con costi in aumento a fronte di una capacità diminuita – sia via mare con le compagnie marittime che non riescono a soddisfare le pressanti richieste del mercato. Mentre si fa sempre più insistente l’idea che ricompattare le filiere logistiche potrebbe garantire le forniture.

«In questo momento però ciò che sta condizionando in maniera rilevante la situazione è il costo energetico» dichiara Medugno. «I prezzi dell’energia sono decuplicati in maniera molto repentina, senza che i produttori potessero avere il tempo o la capacità di assorbirli» con il rischio di non riuscire più a produrre o di farlo in perdita.

In Europa il solo prezzo del gas sta crescendo costantemente dalla metà del 2020, a causa sia dell’impennata delle richieste a livello mondiale, seguita alla ripresa delle attività, sia di questioni geopolitiche. Secondo i dati Assocarta nei primi otto mesi del 2021 il prezzo medio mensile del gas è aumentato di quasi il 200%.

Non solo, il costo del gas è influenzato dalla stessa transizione ecologica che «passa per alcune strettoie: gli investimenti sulle fonti fossili sono stati ridotti, mentre nel contempo la crescita delle energie rinnovabili non è adeguata alle necessità dell’industria» e aumenta così la domanda del “combustibile di transizione” ovvero il gas.

«A tutto questo va aggiunto il costo della CO2 che, in pochi mesi, è triplicato» raggiungendo il record assoluto di 64,31 euro/ton CO2 eq. a fine settembre 2021 rispetto a una media per gli anni 2019 e 2020 che si aggira sui 25 euro.

Dunque, risveglio della domanda, difficoltà logistiche, aumento dei costi di materie prime e di energia, diminuzione delle produzioni. Come a dire la tempesta perfetta.

L’impatto sull’editoria

Una tempesta che colpisce tutti i settori, compresa l’editoria che deve fare fronte ad aumenti del costo della carta: secondo AIE (Associazione italiana editori) si parla di un incremento su base annua superiore al 20% per la carta non patinata e fino al 50% per le carte più pregiate, patinate e cartoncini.

A tale proposito «il Governo nel disegno di legge di bilancio 2022 ha inserito il credito d’imposta per l’acquisto della carta dei giornali (art. 114). Una misura tradizionale che era stata adottata negli anni passati per ragioni di promozione della filiera e che adesso può diventare un aiuto a reggere l’impatto di questa situazione difficile, almeno in termini economici». Il testo dell’articolo 114 cita che “il credito d’imposta in favore delle imprese editrici di quotidiani e di periodici […] è riconosciuto anche per gli anni 2022 e 2023 nella misura del 30% delle spese sostenute, rispettivamente negli anni 2021 e 2022, entro il limite di 60 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023”; la misura era stata attivata già per il 2020 e 2021 con il “Decreto Rilancio”.

Certamente, sottolinea Medugno, questo non risolve il problema della scarsità di materia, che permane, mentre le produzioni faticano a tenere il passo delle richieste.

Per quanto riguarda l’Italia, c’è da considerare anche un altro fattore contingente, «molte capacità produttive di carte grafiche sono state dismesse e riconvertite all’imballaggio»; riconversioni iniziate negli ultimi anni e che ora stanno avendo effetto.

Le azioni già possibili

Per mitigare la situazione «gli interventi che si potrebbero introdurre riguardano alcune norme che già esistono, ma che devono essere ancora attuate. A partire dalla riduzione degli oneri parafiscali della bolletta del gas per i grandi consumatori industriali, che permetterebbe di diminuire, almeno in parte, questa voce di costo». Si tratta, spiega il direttore, del cosiddetto “Articolo 39 gas”, previsto dalla Legge europea n. 167 del 2017 e DM Mise del 2 marzo 2018, «una misura che avrebbe dovuto essere attuata già da qualche anno e che potrebbe dare una prima forma di sollievo».

Altro intervento che potrebbe essere di aiuto riguarda le compensazioni sui costi della CO2 previsti dall’Emission Trading per i settori industriali «anche queste sono attese da anni e non sono mai state attuate».

Inoltre, vi sarebbe la possibilità, avanzata – ricorda Medugno – dallo stesso ministro Roberto Cingolani (Mite), «di utilizzare il gas che abbiamo in Italia, sostituendo quello di importazione con il nostro ed eventualmente aumentare le capacità di import da altre aree, in particolare da sud. Dunque, acquistando gas non solo dalla Russia, ma, per esempio, dall’Algeria o tramite il Tap», il gasdotto Trans-adriatico che dal confine greco-turco giunge in Puglia.

«L’Italia ha anche uno stoccaggio strategico importante realizzato nel corso dell’ultimo ventennio per affrontare eventuali emergenze. Si potrebbe prevedere quindi di sfruttare questa riserva per alleviare un po’ la tensione sui mercati, per poi restituire il gas in un secondo momento, in modo che le scorte non vengano definitivamente compromesse».

Le soluzioni possibili dunque sono diverse, ma vi è la necessità di intervenire prontamente.

Verosimilmente alcuni aumenti dovranno ancora arrivare e forse non sarà una questione tanto di rientro dei costi quanto di nuovo equilibrio che si dovrà trovare. Tuttavia, chiosa Medugno, «è probabile che il gas non tornerà ai costi minimi di un anno fa».

LA VOCE DI CHI PRODUCE

«La situazione è certamente delicata, ma la stiamo gestendo bene, l’emergenza non ci ha colti impreparati» dichiara Marco Nespolo, amministratore delegato di Fedrigoni, quando gli chiediamo un’opinione in merito a quanto sta accadendo. «Negli ultimi mesi siamo intervenuti, in maniera preventiva, su tutta la supply chain proprio per evitare interruzioni nella fornitura di materie prime e questo ci sta permettendo di lavorare in tutti gli stabilimenti a pieno regime, evadendo tutti gli ordini che ora, dopo il pesante impatto del Covid-19 sul settore della carta, sono in forte ripresa. In un’ottica di più lungo termine, abbiamo anche lavorato a un piano di espansione della capacità produttiva che garantisca stabilità negli approvvigionamenti per i prossimi due anni. Quanto alla scarsità di energia elettrica, da tempo siamo impegnati in progetti di efficientamento e di riduzione dell’uso dell’energia nei nostri processi di produzione: nel 2020, per esempio, abbiamo installato un nuovo impianto di cogenerazione nello stabilimento di Arco (TN) che si aggiunge alle tre turbine di cogenerazione già attive a Verona e a Fabriano (AN). Infine, per quanto riguarda la distribuzione e il trasporto della merce, è certamente un rilevante punto di forza per noi avere una nostra rete distributiva a livello globale, in modo da non dover dipendere da grossisti: i nostri magazzini dislocati in tutto il mondo ci consentono di avere stock adeguati nei diversi mercati geografici e di garantire ai clienti la stessa eccellenza e qualità ovunque nel mondo. Inoltre, ci siamo organizzati con le società di trasporti – via terra, via mare e via aria – per assicurare le consegne anche laddove vi siano criticità locali».

LA VOCE DI CHI TRASFORMA

«La situazione di difficile reperibilità di carte, sia “fibra vergine” che “base macero”, ha messo a dura prova tutto il comparto delle aziende produttrici di imballaggi in cartone ondulato». A parlare è l’ing. Giuseppe Meneghini di Ghelfi Ondulati, che spiega come l’azienda abbia «cercato di fronteggiare il difficile momento facendo leva sostanzialmente sui buoni rapporti di partnership con i propri fornitori, oltre che sull’implementazione di numerose iniziative di ottimizzazione, efficienza e flessibilità». Tuttavia, precisa, «la domanda di carte sembra si manterrà estremamente elevata anche nella prima parte del prossimo anno. La pesante riduzione delle esportazioni americane di carta kraft verso l’Europa, il grande incremento dell’e-commerce e l’utilizzo di materiali a base cellulosica in alternativa alla plastica contribuiranno a mantenere una situazione di grandissima pressione sui produttori di carte nazionali ed europei, e favoriranno l’innestarsi di fenomeni e azioni speculative. Questa difficile situazione continuerà inevitabilmente a mantenere anche una costante spinta al rialzo dei prezzi di acquisto delle carte, che recentemente hanno visto un pesantissimo aggravio dovuto all’improvvisa e imprevedibile “crisi energetica”».

È difficile intanto fare previsioni per i mesi a venire, ma di una cosa si dice certo Meneghini, «nonostante gli incredibili prezzi che saranno raggiunti dalle carte, la sfida vera del 2022 continuerà a essere quella di garantire il reperimento delle quantità di materie prime sufficienti per gestire il proprio mercato e soddisfare i propri clienti».

LA VOCE DI CHI STAMPA

La reperibilità di materia prima sta generando una condizione inaspettata. «Ci troviamo di fronte a una situazione senza precedenti che riguarda due aspetti dello stesso problema» racconta Emanuele Bandecchi, sales&marketing director di Rotolito. «Da un lato gli approvvigionamenti di carta e cartone, che sono molto più lunghi, e sui quali fatichiamo ad avere risposte dalle cartiere in merito a disponibilità, quantità e date di consegna. Dall’altro i prezzi della stessa materia prima, che sono letteralmente esplosi. E purtroppo questo fenomeno non accenna a fermarsi, anzi, ci aspettiamo un ulteriore inasprimento da qui alla fine dell’anno».

Una situazione che sta impattando negativamente sulla gestione del lavoro, tanto più se si considera l’aumento della domanda sul mercato finale. «A partire dai mesi estivi stiamo assistendo a una generale ripresa delle richieste di prodotti cartacei editoriali e commerciali, alle quali cerchiamo di far fronte. Per rendere meno impattante il sovrapprezzo, consigliamo ottimizzazioni e soluzioni alternative più economiche, mentre di contro chiediamo un po’ più di flessibilità e di spirito di adattamento ai nostri clienti, con i quali lavoriamo per pianificare con maggiore anticipo le loro campagne, soprattutto se legate a limiti temporali, quali lanci o manifestazioni, che necessitano di una data imperativa».

Una situazione tutt’altro che semplice, sottolinea Bandecchi, «anche in funzione delle numerose iniziative destinate al Natale, che rischiano però di essere compromesse proprio dalla mancanza di carta».

Alcune delle cause, dice, sono relativamente facili da individuare: «da un lato “l’effetto rimbalzo” dei consumi post-pandemia ha causato un’inaspettata crescita della domanda di prodotti cartacei, anche in seguito all’incremento continuo del suo utilizzo per il packaging primario e secondario, mentre la forte incidenza dei rincari subiti da cellulosa ed energia – gas naturale – contribuisce ad aumentarne il valore di mercato. D’altra parte, però, non possiamo permettere che questa difficoltà di reperimento presti il fianco a facili speculazioni di prezzo, analogamente a quanto sta avvenendo in altri settori. Per quanto ci riguarda, ce la metteremo tutta per supportare il business dei nostri clienti in questa sfidante e incerta fase di ripartenza».

All’interno di Certosa District un grande murale preannuncia il Milano Graphic Festival

Colori vivaci, forme geometriche che si susseguono, citazioni di elementi architettonici industriali simbolo di un’area in piena evoluzione: è una narrazione per immagini, del quartiere e della sua identità, quella che appare nel nuovo grande murale, lungo oltre 57 metri, appena realizzato su progetto dello studio grafico CamuffoLab in via Varesina 162, sul muro esterno del corporate campus La Forgiatura. Un intervento fortemente voluto da SIGNS, l’osservatorio permanente sul visual design che coinvolge oltre 100 progettisti e studi grafici italiani, per trasmettere un messaggio di rinascita e rigenerazione urbana, nel segno del visual design, in un quartiere, Certosa District, che da polo di produzione si sta via via trasformando in distretto dell’innovazione.

Non a caso, l’inaugurazione del murale è anche l’occasione per annunciare la prima edizione del Milano Graphic Festival (MGF), il nuovo festival diffuso dedicato al graphic design, all’illustrazione e alle culture visive – progetto di SIGNS e h+, a cura di Francesco Dondina, – che dall’11 al 13 febbraio 2022 porterà un ampio calendario di appuntamenti – fra mostre, workshop, talk, lecture, studio visit e installazioni – in tutta la città, a partire dai due hub principali – Certosa District e BASE Milano – e nelle principali istituzioni culturali milanesi.

Il murale di Via Varesina rappresenta l’avvio di una più ampia collaborazione e sinergia scaturita dall’incontro fra SIGNS e Certosa District, il quartiere nella zona nord-ovest di Milano attualmente al centro di una vivace rinascita che, dopo anni di abbandono, sta ora riemergendo come polo commerciale, popolato da industrie creative e aziende innovative in rapida crescita.

Punto d’incontro fra queste due realtà è proprio il graphic design quale strumento di cambiamento e di rappresentazione della città in trasformazione.

Per la realizzazione del murale dal titolo Quando la città cambia tu guarda i suoi colori è stato selezionato il progetto dello studio veneziano CamuffoLab che ha scelto di rappresentare graficamente alcuni elementi architettonici del quartiere e immagini della città in movimento. Forme diverse e colori decisi compongono una narrazione “a tessere” accostate l’una all’altra, per portare la città dentro a questi spazi e riflettere sul significato di quartiere, per una Milano sempre più inclusiva e vicina ai suoi abitanti.

In un momento di profonda trasformazione sociale e urbana come quello attuale, dove grande attenzione è rivolta al concetto di branding di quartiere, il design interviene per ridefinire l’identità di un’area che si candida a divenire punto di riferimento per la grafica e il visual design emergente, grazie al coinvolgimento dei giovani talenti.

Va in questa direzione la scelta di portare uno dei due hub principali di Milano Graphic Festival proprio in questo distretto con la nascita del Certosa Graphic Village, uno spazio performativo e creativo temporaneo di 3.000 mq dedicato alla creatività contemporanea, dove i designer under-30 potranno progettare e creare durante il Festival, lavorando a un progetto speciale di grafica urbana. Certosa Graphic Village sarà inoltre il luogo dedicato agli incontri, alle esperienze e alla ricerca: talk con designer italiani e internazionali, project room, lecture tematiche, performance e workshop animeranno il Village in un ricchissimo programma di tre giorni dedicato ai professionisti, agli studenti e a tutte le persone di tutte le età che amano il Visual Design.

BASE Milano sarà il secondo hub del Festival. Qui 25 studi grafici italiani saranno protagonisti della mostra SIGNS II. Grafica Italiana Contemporanea, secondo capitolo dell’omonima esposizione tenutasi sempre all’ex Ansaldo a fine 2016. Affiancando nomi autorevoli a giovani promettenti, SIGNS II intende offrire uno spaccato sullo stato della grafica e del design della comunicazione italiana, per mostrare come questo goda di ottima salute, sulla scia della sua grande tradizione storica ma sempre capace di rinnovarsi e confrontarsi con il panorama internazionale.

Diffuso in tutta la città, il Festival attiverà inoltre mostre ed eventi presso le più importanti Istituzioni milanesi dedicate ai linguaggi della comunicazione visiva, dell’arte e del design: fra queste La Triennale, ADI Design Museum Compasso d’Oro, Castello Sforzesco, Società Umanitaria, Mudec – Museo delle Culture, MUBA – Museo dei Bambini Milano, Casa degli Artisti. Il Festival vedrà il coinvolgimento di scuole e università, associazioni, gallerie d’arte, studi privati, librerie e case editrici che promuoveranno progetti speciali e in alcuni casi apriranno per la prima volta al pubblico, per guidarlo alla scoperta del complesso mondo del visual design della città attraverso il dialogo con graphic designer, art director, illustratori, editori e professori che racconteranno i loro progetti e il ruolo del visual design oggi.

Progetto di sistema, inclusivo e collaborativo, il Milano Graphic Festival si propone come un catalizzatore di idee e relazioni sul tema della comunicazione visiva, per generare conoscenza e contaminazione e mettere in contatto il mondo delle imprese con il migliore design della comunicazione italiano, puntando non solo sulla valorizzazione di un’arte che interseca tutte le discipline, ma sull’importanza del design della comunicazione che, nelle parole del curatore Francesco Dondina, “contribuisce a costruire la cultura e l’identità di un paese”.

Ricoh: le aziende italiane sempre più interessate alla sostenibilità

La consapevolezza del valore della sostenibilità ambientale è in aumento nel nostro Paese, ma per affrontare la sfida occorrono strategie basate sulla sinergia tra digital transformation e obiettivi green. Questo è quanto emerge da un nuovo studio promosso da Ricoh.

Nonostante il supporto dell’Unione Europea a favore della crescita post-pandemica e della sostenibilità mediante programmi quali InvestEU e Digital Europe, molte aziende del nostro Paese non riescono ad attuare azioni concrete per migliorare il proprio impatto ambientale.

A dirlo è il 23% dei business leader delle 250 realtà italiane coinvolte in una ricerca condotta da Opinion Matters per conto di Ricoh Europe.

Il “green” è sotto i riflettori…

La sustainability è riconosciuta dalla maggioranza del campione come assolutamente fondamentale e il 66% è convinto che da essa dipenda la capacità delle imprese di riuscire a competere nel proprio mercato di riferimento.

Il 75% degli intervistati afferma poi che i dipendenti si dimostrano molto più attenti alla sostenibilità della propria azienda rispetto a cinque anni fa.

Le imprese vorrebbero dunque muoversi verso nuovi paradigmi sostenibili, ma il 62% dei business leader non sa in che modo raggiungere traguardi importanti o comunque non dispone delle risorse necessarie. Solo il 32% afferma di aver fissato obiettivi a favore dell’ambiente nel lungo termine; questo significa che la maggior parte non ha ancora stabilito una roadmap di base per il cambiamento.

Secondo Ricoh, per realizzare un programma efficace, occorre senza dubbio creare una sinergia tra i progetti di trasformazione digitale e un framework ESG (Environmental, Social, Governance) che sia ben strutturato e condiviso da tutta l’organizzazione.

David Mills, CEO di Ricoh Europe, si sofferma su questo ultimo aspetto: “In qualunque percorso di cambiamento il primo passo è sempre quello più difficile. In molti casi l’ottimizzazione delle attività in un’ottica di produttività e di digitalizzazione porta in automatico al raggiungimento di obiettivi di sostenibilità. Di conseguenza, concentrarsi su questo aspetto potrebbe essere il punto di partenza ideale. La trasformazione digitale è dunque uno degli strumenti che potrebbe dare impulso contemporaneamente al miglioramento delle attività e delle performance ESG”.

Ricoh ha allineato la propria strategia agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (SDG), definendo programmi ed iniziative chiaramente misurabili. David Mills conclude: “Migliorare le performance ambientali e sociali alla luce degli obiettivi SDG non costituisce un ostacolo, bensì un vantaggio competitivo. Ci troviamo sicuramente di fronte a grandi cambiamenti. La dura realtà è che le aziende che non si adopereranno per incrementare le proprie performance ambientali e sociali finiranno per essere relegate ai margini del mercato”.

Crisi della carta, appello di AIE e Federazione Carta e Grafica

La crisi degli approvvigionamenti di carta e l’aumento dei costi di tipografia, generati dall’onda inflazionistica che a livello mondiale sta colpendo energia e materie prime, sono un’ipoteca sulla filiera, la crescita dell’editoria e la promozione della lettura nel nostro Paese, proprio nel momento in cui gli italiani hanno ripreso ad acquistare più libri: è l’allarme lanciato assieme dall’Associazione Italiana Editori (AIE) e da Federazione Carta e Grafica. Il 4 dicembre a Più libri più liberi, Fiera nazionale della Piccola e Media Editoria di AIE  che si è svolta fino all’8 dicembre alla Nuvola a Roma, il tema è stato trattato nell’incontro “Carta vince, carta perde”.
Secondo i dati raccolti dall’ufficio studi di AIE, gli aumenti medi per la carta nell’ultimo anno sono stati del 20%, in alcuni casi superiori. A questi rincari, che potrebbero avere nuovi rialzi già nei primi mesi del 2022, si sommano quelli per inchiostri, imballaggi, energia. E questi effetti sono solo una piccola parte dei rincari e delle difficoltà che stanno colpendo tutta la filiera, dalle cartiere agli stampatori fino appunto agli editori. Per tutti questo significa erosioni dei margini con potenziali effetti finali indesiderati sui prezzi di copertina, ma anche ritardi nelle consegne che costringono a fissare gli ordini con grande anticipo, senza poter nemmeno aspettare le previsioni di vendita dalle librerie.
“I rincari della carta e i ritardi negli approvvigionamenti – ha spiegato il presidente di AIE Ricardo Franco Levi – sono un’emergenza a cui guardiamo con preoccupazione da diversi mesi. Soprattutto per i piccoli editori, che sono il cuore di questa Fiera, il rischio è di essere tagliati fuori dal mercato per mancanza di carta con cui stampare le novità, un fenomeno che potrebbe così ridurre il pluralismo editoriale del nostro Paese in un momento che sarebbe invece molto favorevole per ampliare l’offerta. Per questo torniamo a chiedere misure di mitigazione dell’emergenza come il credito d’imposta per la produzione di libri. Di recente tale misura è stata riattivata, per il 2020 e il 2021, con il “Decreto Rilancio”, ma escludendo le imprese librarie”.
“In un contesto di generale rialzo dei costi, da quelli energetici a quelli logistici – ha spiegato il presidente della Federazione Carta e Grafica, Emanuele Bona – il credito d’imposta sugli acquisti della carta esteso al comparto editoriale è una misura urgente, per rendere almeno i costi della carta più sostenibili, e necessaria, per contribuire alla resilienza della filiera grafico editoriale, di primaria importanza per il Paese e già faticosamente impegnata a gestire le delicate sfide del mercato”.

ACSG si rinnova e riparte

Da sinistra Simone Spagnolo, Ester Crisanti, Raffaele Angelillo

Si è tenuta lo scorso 23 novembre, nella storica biblioteca dell’Associazione Culturale Studi Grafici, l’assemblea dei soci nella quale è stato rinnovato il Consiglio Direttivo per il triennio 2022/2024.

Al fianco di Simone Spagnolo, confermato presidente per il prossimo triennio, ci saranno Maurizio Piacenza, vice presidente, Massimo Colombo, a cui viene affidata la delega alla tesoreria dell’Associazione, Ester Crisanti e Raffaele Angelillo.

Prove di ripartenza dunque e, con il difficile periodo pandemico quasi alle spalle, per la storica Associazione milanese sarà l’occasione per riprendere in mano quel percorso che “esplora il presente e delinea il futuro delle arti grafiche e della comunicazione digitale” intrapreso qualche anno fa.

“Abbiamo già cominciato a lavorare alla programmazione del nuovo anno culturale – dice Spagnolo – con la ferma intenzione di ritrovarci in presenza il prima possibile per “Comunicare. Condividere. Crescere”, proprio come recita il nostro claim”.

Il nuovo Consiglio sarà attivo a partire da gennaio 2022, mese in cui sarà premiato il vincitore del concorso Calendario 2022 – premio Massimo Dradi. Giunto alla 21a edizione e centrato sui temi oggetto dell’Agenda 2030, il Concorso ha potuto contare anche quest’anno sul prezioso supporto degli sponsor e su un’alta partecipazione di scuole e studenti. Sono infatti oltre 160 i progetti che la giuria ha esaminato e dai quali sono stati selezionati i 10 calendari finalisti.
“Il Concorso ha una duplice finalità – continua Spagnolo – perché ci permette di promuovere la formazione e le attività scolastiche e di sostenere progetti di volontariato attraverso una donazione economica che per quest’anno può contare su una somma di 1500 euro”.

TagaDay 2021, una ripartenza alla grande

Grazie a una notevole presenza di operatori delle arti grafiche, il TagaDay è stata una preziosa occasione di rivedersi, ma anche di riprendere le attività di aggiornamento tecnico e professionale dei documenti Taga.

I lavori sono iniziati con il benvenuto del direttore della Fondazione Daimon, Renzo Bertoldo, soddisfatto della presenza di imprenditori, tecnici e allievi. Inseguito il presidente Taga David Serenelli e Alessandro Mambretti con la descrizione dell’agenda dei lavori, focalizzata sull’argomento Printing Plastic, e della collaborazione con Enipg che coinvolge 15 centri di formazione e 42 docenti.

Adalberto Monti ricorda gli amici che ci hanno lasciato; Alberto Sironi, Mauro Boscarol, Emilio Gerboni e Pietro Chasseur, questi ultimi sono anche i coofondatori di Taga Italia avvenuta il 21 giugno 1983.

Angelo Meroni coordinatore del documento “La stampa UV sui supporti plastici”, TAGA.DOC.20 distribuito ai presenti, ha fatto una sintesi. Si è concentrato sui suggerimenti che si devono attuare per la stampa delle materie plastiche, dati sul condizionamento dell’ambiente l’attenzione per la temperatura, la tensione superficiale dei substrati, ecc. allo scopo di avere certezze se si stampa su plastica.

Edoardo Elmi in modo brillante ha descritto i punti essenziali per ottenere i migliori risultati per stampare su plastica. Ha evidenziato le differenze tra le varie materie plastiche e le attenzioni per non confondere il riciclo e la rigenerazione. Seguendo attentamente i suoi argomenti emerge che la plastica non è il problema, ma è la soluzione.

Piero Pozzi ha elencato gli accorgimenti essenziali per stampare la plastica in offset (e non solo). Essenziale conoscere le condizioni di umidità, temperatura, ecc. non solo per ottenere la stampa, ma per garantire la resistenza all’adesione e allo sfregamento. Nel documento è presente una tabella molto dettagliata per i calcoli dell’umidità relativa e assoluta e i suggerimenti per i test di adesione e sfregamento secondo le norme.

Andrea De Rossi ha trattato i filtri polarizzatori da utilizzare per la misura degli stampati. Ha sfatato il comune convincimento che le stampe che escono asciutte da un qualsiasi processo di stampa non richiedano l’impostazione dello strumento con il filtro polarizzatore. Alcune tabelle permettono di osservare le misure di densità rilevate su uno stampato a quattro colori con filtro polarizzato e senza, con i riferimenti di “delta”. Altre tabelle elencano le misure su vari substrati sia in offset come in flexo su carte e substrati laminati.

Luca Morandi ha trattato le differenze tra strumenti di misura che utilizzano 45°:0 o 0°:45 e lo strumento di diffusione a sfera regolati da norme ISO 13655-B.1.1.-Angolo. Strumenti simili, non uguali, che potrebbero rilevare misure leggermente differenti tra loro. Utili suggerimenti inerenti alle attenzioni da attuare se si misurano retini con lineature differenti che devono tenere conto della dimensione dell’area (mirino) di lettura. L’evoluzione tecnologica sull’illuminamento e ricezione della luce, introduce le definizioni di “anulare” e “circonferenziale” standard ISO5.4 documento CE pubblicazione 156.

Francesco Bordoni ha concluso i lavori trattando “lo smaltimento dei polimeri: rifiuti, sfridi, prodotti finiti” dividendoli in due comparti; conformi e non conformi, entrambi destinati a un corretto smaltimento in base ai pittogrammi che gli identificano. Rapida panoramica sui numeri in gioco in merito allo smaltimento riferiti all’anno 2018: nel mondo tre miliardi di tonnellate con una quantità di imballaggi di cui trecentosessanta milioni di tonnellate per gli imballaggi. Slide sintetiche, ma utili come promemoria per evitare sanzioni da 5.200 a 42.000 euro relative al D.Lgs 116, 3 settembre 2020, direttive 2018/851/UE in merito ai rifiuti e la 2018/852/UE relativa agli imballaggi e ai relativi rifiuti.

La mia prima esperienza al TAGAday

di Luca Fanzutti

Un pomeriggio ricco di argomenti che mi hanno fatto capire come sia importante non solo essere presente per ascoltare i relatori ma anche per confrontarsi con professionisti che ogni giorno affrontano nelle aziende le problematiche trattate. Essendo al primo anno del corso IFTS Packaging, conosco in parte gli argomenti (tecnologia, materiali, riciclo, ecc.), ma non avrei mai immaginato che siano così importante le richieste di specializzazioni specifiche. Tutto questo non solo ha sollecitato la mia curiosità, ma è motivo di interesse nel continuare a studiare per poter in futuro applicare quello che ho imparato. Sicuramente non mancherò ai prossimi eventi Taga che come ho visto essendo iscritto all’associazione, posso anche consultare i vari documenti tecnici in modo da approfondire le mie conoscenze nel mondo della stampa che mi sembra infinito.

 

 

New Aerodinamica, tre interventi realizzati con successo in Polonia

Grande soddisfazione in New Aerodinamica. “Tre impianti su tre commissionati, realizzati con successo. Siamo molto felici”. Così Paolo Radaelli, A.D di New Aerodinamica, ci parla di questo ultimo lavoro da poco ultimato in Polonia “Nello specifico parliamo di ben tre interventi, duranti i quali abbiamo creato degli impianti di aspirazione customizzati in base alle esigenze del cliente”. Punto di partenza una richiesta arrivata durante il periodo pandemia da parte di TFP Polonia, azienda protagonista nella creazione di scatole e imballaggi di cartone, che attraverso la rete e alcune referenze aveva ricevuto indicazioni molto positive circa gli interventi di New Aerodinamica. Da qui la richiesta di un primo lavoro: la realizzazione di un impianto di aspirazione per gli scarti sulla Mitshubishi Evol, macchinario produttivo altamente evoluto che evidenziava un’esigenza immediata di evacuare gli scarti generati e trasportarli per ben 80 metri fino al sistema di scarico. Pronto l’intervento di New Aerodinamica che, dopo una prima analisi e la realizzazione di disegni realistici in 3D, ha provveduto alla costruzione dell’impianto, complesso nella specificità dell’esigenza, ma di facile utilizzo al punto di consentire al cliente un’installazione indipendente, con monitoraggio e controllo da remoto, attraverso semplici sistemi come WhatsApp e call conference.

La soddisfazione per la realizzazione del primo impianto ha stimolato il cliente a commissionare all’azienda di Radaelli anche il secondo intervento, sempre sulla Evol, ma questa volta ci si è focalizzati sulla necessità di eliminare le polveri generate nel processo di produzione. La creazione di polveri infatti porta a una perdita della qualità del prodotto realizzato nonché, nel lungo periodo, problematiche al sistema elettrico e alle macchine stesse, compromettendo anche la pulizia degli ambienti. “Per questo intervento abbiamo così provveduto alla progettazione di un sistema di aspirazione totale della polvere e al suo relativo trasporto. Una realizzazione non facile, soprattutto per la richiesta del cliente di posizionare il filtro, con capacità di 45.000m3/h, vicino alla macchina nonostante la presenta di spazi molto ridotti” spiega Paolo Radaelli. Anche in questo caso lo studio attento del team di New Aerodinamica ha portato all’esecuzione di un intervento in linea con le esigenze del committente, dando vita ad un impianto 100% performante, montato direttamente dal cliente e collaudato a distanza del team bergamasco.

Successo così riscosso anche per il secondo intervento, apripista al terzo, commissionato di lì a breve da TFP Polonia a New Aerodinamica e, questa volta, incentrato sulla realizzazione di un impianto per aspirazione rifili su ondulatore Fosber, anche in questo caso caratterizzato sia dalle performance da rispettare dell’ondulatore con velocità di 420mt/min e grammature medie di 1.000gr/m2 sia per l’enorme distanza da far percorrere ai rifili pari a ben 180 mt con notevoli spostamenti. Un lavoro non facile, ma studiato step by step, fino al montaggio completo direttamente dal team di New Aerodinamica, che al prima di ripartire ha effettuato il collaudo in bianco (ovvero un’accensione dei macchinari per verificare le portate di calcolo ma senza materiale) e relativi controlli.

Un’altra Jet Press e la nuova Revoria di Fujifilm per Celebrate Digital Printing

Con una presenza importante sul mercato della stampa europeo, Celebrate Digital Printing GmbH ha intenzione di continuare a crescere dopo l’investimento nella Jet Press 750S e nella nuova stampante con toner da 120 ppm di Fujifilm, la Revoria Press PC1120. Celebrate Digital Printing, chiamata in precedenza Straub Druck&Medien, ha già investito in quattro macchine da stampa Jet Press: due 720S e due 750S. Con la nuova macchina e la Revoria, Celebrate vuole continuare il suo percorso di crescita.

“Conosciamo la Jet Press nei minimi dettagli”, afferma Francisco Martinez, amministratore delegato di Celebrate Digital Printing GmbH. “Abbiamo ottenuto risultati notevoli con la Jet Press 720S e la Jet Press 750S. Abbiamo ancora le due 750S in azienda – sono molto importanti per la nostra attività, quindi non è stato difficile decidere di fare un nuovo investimento per affiancare la nuova macchina alle due esistenti. Abbiamo sempre un occhio rivolto al futuro. Il settore della stampa è in costante evoluzione e sappiamo che macchine versatili ci possono essere d’aiuto. Grazie al nostro nuovo investimento, sia che stampiamo su carta patinata o che stampiamo su carta non patinata, la nostra capacità di produrre stampe di qualità eccellente in tempi rapida è più forte che mai”.

La decisione di Celebrate Digital Printing di investire nella Revoria Press PC1120 è la prova del solido rapporto con Fujifilm. “Qualsiasi prodotto di Fujifilm in cui abbiamo investito si è rivelato eccellente”, continua Francisco. “Collaboriamo ormai da sette anni, e quando mi hanno parlato della nuova macchina Revoria, ho capito immediatamente che sarebbe stata interessante per la nostra attività. Stiamo già studiando come sfruttare al meglio la stampante – la possibilità di stampare in oro e argento è fantastica e la macchina può essere utilizzata per la stampa di etichette e buste – le possibilità sono infinite. La macchina è proprio ben costruita; ho comprato numerose stampanti nel corso della mia carriera e la Revoria è fantastica. Ogni singola parte della stampante ha uno scopo preciso”.

 

Urgente ridurre gli impatti dei rincari energetici e delle materie prime nella filiera della carta e della trasformazione

Assocarta e Assografici insieme a SLC-CGIL, FISTEL CISL, UILCOM UIL rappresentano le aziende e i lavoratori e le lavoratrici della filiera della carta, della stampa e dell’imballaggio e della trasformazione e delle relative tecnologie, attività dichiarate essenziali con il DPCM 22 marzo 2020 in quanto garantiscono ai cittadini l’accesso ai prodotti igienico-sanitari e alimentari, alla cultura e all’informazione.

Il settore fattura 19,5 miliardi di euro, l’1,1% del PIL, impiega circa 150mila addetti diretti ed è un “campione nazionale” dell’economia e della Circolarità: il PNRR lo indica tra i settori da sviluppare e modernizzare e che possono incrementare l’occupazione.

Assocarta e Assografici insieme a SLC-CGIL, FISTEL CISL, UILCOM UIL condividono una visione di politica industriale che consenta di perseguire stabilmente sviluppo sostenibile e occupazione, ma anche la grandissima preoccupazione derivante dalle eccezionali condizioni di mercato, che rischiano in modo sempre più concreto e imminente, di mettere a serio rischio la continuità produttiva del settore, la sostenibilità economica delle attività, la tutela dell’occupazione. Questi i contenuti dell’allarme lanciato in una nota inviata al Ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani, al Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti e al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Andrea Orlando che illustra tre fattori rilevanti quali:

  1. Il costo dell’energia: l’incremento del costo dell’energia registrato negli ultimi mesi, e tutt’ora in corso, è già da solo tale da compromettere la marginalità delle imprese. Agli aumenti dei costi energetici si aggiungono la crescita esponenziale dei prezzi delle quote di CO2 e delle materie prime. Occorre intervenire sulla liquidità del mercato del gas usando le riserve strategiche, regolare in maniera adeguata l’interrompibilità gas, fermare la speculazione nel mercato CO2 e incrementare il Fondo per la Decarbonizzazione previsto dalla Legge di Bilancio;

2. Il costo delle materie prime: il rialzo delle materie prime e la loro stessa reperibilità mettono a rischio l’intera filiera. Senza carta gli imballaggi non vengono prodotti e i beni alimentari e farmaceutici non sarebbero più disponibili sugli scaffali. Senza carta i libri non si possono stampare e gli studenti non avrebbero i loro testi nel prossimo anno scolastico. Se le cartiere si dovessero effettivamente fermare la situazione rischia veramente di degenerare e di avere pesanti ripercussioni economiche e sociali. Occorre introdurre per tutto il sistema editoriale, non solo per gli editori dell’informazione, un credito d’imposta sugli acquisti della carta, in particolare essenziale per gli editori di testi scolastici, che devono rispettare specifici tetti di spesa per le famiglie.

3. Il settore della stampa editoriale appare quello più a rischio e, allo stesso tempo, importante da tutelare: occorre, quindi, introdurre nel DDL Bilancio un accordo di transizione occupazionale per le aziende editoriali e di stampa editoriale (art. 25 bis del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 148), che abbiano terminato il periodo massimo di utilizzo della cigs riconoscendo loro, a maggior ragione, un intervento di integrazione salariale straordinaria di almeno ulteriori dodici mesi complessivi, compatibile con il ricorso al prepensionamento ai sensi dell’art. 37, comma 1 lettera a) della legge n. 416/1981 nonché con l’attivazione di piani di riorganizzazione in presenza di crisi ai sensi dei commi 498, 499 e 500 dell’art.1 della legge n. 160/2019 a favore del personale di cui all’art. 25 bis del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 148.

Assocarta e Assografici insieme a SLC-CGIL, FISTEL CISL, ULCOM UIL sono consapevoli di come l’incremento dei costi energetici e dei prezzi delle materie prime sia un fenomeno che oggi colpisce tanti settori manifatturieri, ma ritengono uno specifico dovere rappresentare le specificità di una filiera che è essenziale per lo sviluppo, l’economia circolare, l’occupazione, per i consumatori e che coinvolge un settore di interesse pubblico, come quello editoriale.