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Dai dati Gipea emerge una crescita della produzione di etichette

Alberto Quaglia, presidente Gipea e direttore generale del Gruppo Aro.

La fotografia del settore scattata dall’Osservatorio Economico Gipea (rilevazioni 2015) mostra un’evoluzione positiva di molti indici nell’ultimo biennio. Un mercato maturo ma ancora molto frammentato, e che ha grosse chance laddove smette di guardare unicamente al mercato interno.

Il quadro strutturale è quello di un settore in crescita. Stiamo parlando dell’industria delle etichette, un business che nel 2013 (ultima rilevazione Gipea) valeva 5 miliardi di euro a livello europeo, di cui 744 milioni solo in Italia. Il nostro Paese si posiziona al quarto posto per performance, dopo Germania, Gran Bretagna e Francia, con il 14,7% del mercato. Ma con un trend di crescita, negli ultimi cinque anni, del 5,8%, di gran lunga superiore a quello dei Paesi che lo precedono.
Ma la cosa ancora più significativa è che gli ultimi dati rilevati da Gipea confermano uno sviluppo straordinario (intorno all’8,8%) anche per il 2014, in particolare per le aziende di maggiori dimensioni: sono loro che possono accedere con più disinvoltura ai mercati esteri e sopportare meglio l’abbassamento dei margini grazie ai volumi venduti. A partire dal 2012, infatti, l’incremento dei volumi di acquisto non è stato seguito da una crescita dei prezzi medi, andando quindi a erodere il margine di contribuzione unitario. Ciononostante c’è stata una crescita generalizzata dei ricavi, seppur contenuta, registrata dalle aziende aderenti a Gipea. È poi interessante notare che in queste realtà operanti sul mercato esiste una correlazione positiva tra l’incremento della marginalità e l’incidenza dei ricavi dall’export. Accompagnata anche da un miglioramento globale della situazione finanziaria delle aziende. È un momento particolarmente felice, quindi, per l’industria delle etichette, nonostante la crisi che non demorde e l’elevata severità del credit crunch.

Le dichiarazioni di Alberto Quaglia, direttore generale del Gruppo Aro e attuale presidente Gipea

Alberto Quaglia, presidente Gipea e direttore generale del Gruppo Aro.
Alberto Quaglia, presidente Gipea e direttore generale del Gruppo Aro.

I dati mostrano una dinamica positiva del mercato del labelling nel nostro Paese: l’Italia copre una fetta importante del mercato europeo, ma la progressione del fatturato 2013 è del 14,2% rispetto all’anno precedente, superiore a quella di Germania, Uk e Francia. Come commenta questi dati?
«Considerando che l’export del nostro settore è ancora a livelli molto bassi intorno al 10% credo che la progressione del fatturato, in aumento anche nel 2014, sia imputabile a una ripresa generale. Notiamo comunque che molti nostri clienti hanno aumentato considerevolmente la loro quota di esportazione».

A partire dal 2012 l’incremento dei volumi di acquisto non è stato seguito da una crescita dei prezzi medi. Ciò vuol dire che il margine unitario è molto più basso di prima. È giusto allora dire che l’aspetto dimensionale di un’azienda diventa dirimente per il business delle etichette?
«A onestà del vero anche i prezzi medi della materia prima non sono aumentati. Anzi, in molti casi hanno visto dei ribassi. Riguardo ai margini unitari, sono ormai anni che il nostro settore, come altri, soffre di una riduzione dei prezzi dovuta alla sovraproduzione presente sul mercato.
Credo sempre più che in questo settore come in altri la dimensione aziendale sarà un must. Trattiamo tutti i giorni con clienti che attraverso investimenti e acquisizioni diventano più grandi, internazionali e multisettore. Non si tratta più di fornire la sola etichetta autoadesiva, bensì altre forme di packaging e soprattutto servono prodotti innovativi. Per continuare a seguire i nostri clienti, dovremo crescere quindi anche noi. Circa l’80% dei buyer di etichette in Europa ha risposto che preferisce comprare da un etichettificio di medie-grandi dimensioni». 

I dati rilevati confermano un trend di crescita anche per il 2014, in particolare per le aziende di maggiori dimensioni.
I dati rilevati confermano un trend di crescita anche per il 2014, in particolare per le aziende di maggiori dimensioni.

L’export sembra un’ottima via d’uscita, ma non tutti possono permetterselo. Che cosa consigliare quindi agli associati che non superano una certa soglia dimensionale?
«L’export è sicuramente importante, purtroppo nella maggior parte dei casi il prodotto ha caratteristiche standard, per cui trasporti e volumi fanno sì che non sia economico per il cliente estero approvvigionarsi da etichettifici italiani. Se parliamo di commodities, i nostri clienti multinazionali si sono già orientati su etichettifici che hanno stabilimenti produttivi nelle varie nazioni. Reputo invece fondamentale innovare per poter diventare interessanti su altri mercati.
In ogni caso ritengo che per i grossi gruppi sia importante avere etichettifici nelle vicinanze per gestire al meglio contatti, produzione, logistica e costi. Purtroppo per la realtà italiana media questa via non è percorribile».

Quali segmenti rendono di più in questo momento?
«Tutti i settori presentano un trend di crescita tra il 2013 e il 2014 tranne il retail, i prodotti per ufficio e il settore auto motive, che perdono punti o rimangono stabili. I trend migliori li troviamo nei settori logistica, beverage e chimica in generale. Crescono comunque bene il food in generale, il pharma e la cosmesi. Sicuramente il beverage oggi è quello che presenta più novità. Si registra un rapido incremento nell’utilizzo di prodotti sleeve e di nobilitazioni che rendono le confezioni sempre più accattivanti». 

Lieve crescita del fatturato nel 2013. Al netto dell'inflazione non si recupera il livello del 2011. (Fonte Gipea: indagine su un campione di 36 aziende produttrici di etichette).
Lieve crescita del fatturato nel 2013. Al netto dell’inflazione non si recupera il livello del 2011.
(Fonte Gipea: indagine su un campione di 36 aziende produttrici di etichette).

E quanto valgono le innovazioni tecnologiche? Etichetta online, Rfid, Internet of Things, QRcode e digital watermark… riscuotono interesse o solo semplice curiosità?
«Come sempre c’è un alto interesse verso i prodotti innovativi. L’Rfid è sicuramente importante anche alla luce dei nuovi sviluppi con l’Nfc utilizzabile attraverso i comuni smartphone, mentre il QRcode fa ancora fatica a prendere piede e trovare spazio in un packaging sempre più piccolo e pieno di informazioni.
Sicuramente tutto quello che riguarda internet e tecnologia è da prendere in considerazione in un mondo che si evolve alla velocità della luce. Diventa importante, per aziende come le nostre, saper comunicare attraverso i social media, riuscire a dare al cliente la possibilità di preventivare e fare ordini online, di utilizzare un etichette Nfc per connettersi a una pagina internet per capire se il prodotto è originale o no».

La sua opinione in qualità di imprenditore, e non di presidente dell’associazione, rispetto agli ostacoli che le imprese devono affrontare per espandersi meglio all’estero. Di che cosa avrebbero bisogno sostanzialmente?
«Sicuramente i costi di rappresentanza estera, la mancanza di informazioni adeguata e la partecipazione alle fiere giuste rappresentano le barriere più grandi.
Le nostre aziende spesso sono realtà familiari con una dimensione che non permette di sbagliare nessun investimento, e la mancanza di informazioni e ricerche di mercato che mostrino i trend esteri per settori non agevola l’imprenditore a ragionare oltre frontiera. Un altro elemento che rende complicata l’espansione all’estero è la struttura non adeguata all’interno dell’azienda per operare su mercati che parlano lingue diverse. E, a mio avviso, spesso il nostro prodotto non presenta particolari specifiche da risultare facilmente vendibile all’estero». 

L'incremento del reddito operativo combinato con l'attenzione a contenere gli impieghi di capitali favoriscono un recupero di redditività (Fonte Gipea).
L’incremento del reddito operativo combinato con l’attenzione a contenere gli impieghi di capitali favoriscono un recupero di redditività (Fonte Gipea).

Komori: quando l’innovazione sposa l’automazione

La Impremia NS40 con tecnologia di stampa Landa Nanographics lavora il formato B1 alla velocità di 6.500 fogli l'ora.
La Impremia NS40 con tecnologia di stampa Landa Nanographics lavora il formato B1 alla velocità di 6.500 fogli l'ora.

Ancora una volta Komori si presenta all’attento pubblico di drupa con importanti novità, alcune delle quali destinate a rivoluzionare nuovamente lo scenario della stampa offset. L’azienda giapponese mostrerà un nutrito numero di macchine che arrivano a coprire anche l’ambito digitale, con l’Impremia IS29 e la nuova Impremia NS40, e quello del finishing, con la taglierina Apressia CT137. Ma i riflettori saranno puntati su due tecnologie d’avanguardia ideate da Komori e non ancora eguagliate da nessun produttore al mondo: la stampa in bianca e volta senza capovolgimento del foglio della nuova offset Lithrone GX40RP e il nuovo sistema di asciugatura Komori H-UV ora implementato anche a luci Led.

La Komori Lithrone GX40RP è caratterizzata da un’automazione molto spinta e può stampare bianca e volta senza voltura, cioè senza capovolgere il foglio, alla velocità di 18mila fogli l'ora.

La Komori Lithrone GX40RP è caratterizzata da un’automazione molto spinta e può stampare bianca e volta senza voltura, cioè senza capovolgere il foglio, alla velocità di 18mila fogli l’ora.

La Lithrone GX40RP rappresenta una grande novità in termini di automazione: la macchina da stampa a 8 colori raggiunge una velocità di 18mila fogli l’ora ed è dotata di tecnologie proprietarie in grado di garantire avviamenti brevissimi e un’alta produttività. Come tutte le macchine Komori contrassegnate dalla lettera “G” (che sta per “green”), anche la Lithrone GX40RP ha un occhio di riguardo per l’ecologia, con una bassa emissione di CO2. Dispone inoltre di alcuni dispositivi di serie e altri opzionali che la rendono una soluzione fortemente automatizzata: la tecnologia KHS-AI, la ormai celebre funzione di autoapprendimento delle macchine Komori, consente di effettuare avviamenti completamente robotizzati in pochi minuti con una riduzione drastica dei fogli di scarto, minore spreco di carta e un conseguente risparmio per lo stampatore. La macchina è configurabile con dispositivi e funzioni opzionali che spingono ulteriormente l’automazione. Tra questi troviamo il cambio lastre simultaneo A-APC (Asynchronous Automatic Plate Changing System), che effettua contemporaneamente il cambio su tutti i gruppi stampa in soli 85 secondi. Opzionale è anche il sistema di controllo qualità in linea PQA-S (Print Quality Assessment System for Sheetfed) che monitora contemporaneamente il registro e le densità di stampa sul fronte e sul retro grazie a telecamere integrate. Altri equipaggiamenti opzionali sono il PDC-SX (Print Density Control – SX model), un sistema montato sul pulpito che si muove verticalmente ed è in grado localizzare e leggere automaticamente le barre colore e gli speciali segni di registro; e il KID (Komori Info-Service Display, il monitor multifunzione che permette di controllare tutte le informazioni della macchina e di osservare le immagini delle telecamere montate all’interno della stessa.

Ma il gioiello tecnologico della Lithrone GX40RP è il sistema di stampa bianca e volta senza capovolgimento del foglio, una vera novità in ambito offset. «La sigla finale “RP” della nuova Lithrone sta per “Reverse Print”», spiega Silvano Bianchi, amministratore delegato di Komori Italia, «e caratterizza una macchina che può stampare bianca e volta contemporaneamente ma senza la voltura, cioè senza capovolgere il foglio. Nelle offset con voltura avviene infatti un capovolgimento per cui la pinza utilizzata nel passaggio dei primi quattro fogli diventa la coda nel passaggio dei successivi. Quindi ci sono due pinze, due inizi-stampa diversi. Invece nell’RP la pinza della bianca è la stessa della volta, per cui si mantiene sempre lo stesso profilo. È dunque una macchina totalmente diversa dalle altre, che massimizza l’area di stampa, eliminando la necessità di un margine sul bordo alto del foglio. Ciò significa che l’imposition di 16 pagine, 8 in bianca e 8 in volta, in formato A4 comprensiva della barra di controllo colore, può essere realizzata su un foglio di formato più piccolo rispetto a quello utilizzato dai sistemi di voltura oggi conosciuti».

L’altra novità è rappresentata dal nuovo sistema di asciugatura Komori H-UV L (Led), che migliora l’impatto energetico e fornisce un’essiccazione migliore, con meno spreco di inchiostro e senza tempi di attesa. Si tratta di un’integrazione del sistema di asciugatura H-Uv di Komori, già molto apprezzato dal mercato per le sue caratteristiche. «È l’unico sistema di polimerizzazione a basso impatto energetico impiegabile su qualunque tipo di supporto cartaceo con alte velocità e alte coprenze, vale a dire con il 300% di copertura dell’inchiostro», sottolinea Bianchi. «Il Led sta iniziando a conquistare l’interesse degli operatori ma presenta ancora un limite dovuto alla non completa evoluzione degli inchiostri per quanto riguarda i fotoiniziatori per il Led. Allo stato dell’arte l’asciugatura a Led può essere già applicata in aziende in cui non si impiega l’intera gamma delle carte disponibili, ma solo una parte di esse. Non appena i produttori di inchiostro saranno in grado di realizzare inchiostri con fotoiniziatori sensibili ad alte velocità, la gamma di carte impiegabili per il nostro sistema di essiccazione sarà completa».

La Impremia NS40 con tecnologia di stampa Landa Nanographics lavora il formato B1 alla velocità di 6.500 fogli l'ora.
La Impremia NS40 con tecnologia di stampa Landa Nanographics lavora il formato B1 alla velocità di 6.500 fogli l’ora.

Altra novità importante, ma su cui Silvano Bianchi non può esprimersi, è il nuovo sistema digitale Impremia NS40 con tecnologia di stampa Landa Nanographics che lavora il formato B1 alla straordinaria velocità di 6.500 fogli l’ora: «La NS40, sulla quale non posso dare alcun tipo di informazione in questo momento, sarà un exploit estremamente importante a drupa. Ragion per cui invitiamo i visitatori a venirci a trovare nel nostro stand per scoprirne le caratteristiche più salienti».

Omet presenta la Varyflex V2 con unità offset

La gamma di macchine da stampa Varyflex V2 di Omet si arricchisce di un’innovativa soluzione modulare che unisce flexo e offset in un’unica configurazione per la stampa combinata, offrendo ai converter un più ampio ventaglio di opportunità commerciali.

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Marco Calcagni, direttore marketing e vendite di Omet.

Con il lancio a drupa della Varyflex V2 Offset 850 l’azienda lecchese si spinge sempre più nel mercato del packaging flessibile sfruttando un’unità di stampa offset caratterizzata da estrema flessibilità, alta velocità (400 m al minuto) e ottima qualità. La Varyflex V2 Offset 850 è infatti una soluzione in banda media (850 mm) che coniuga i vantaggi delle precedenti macchine flexo Varyflex V2 con quelli dell’offset, vale a dire il basso costo di produzione delle lastre e un controllo dei colori ad alta precisione. Anch’essa, come la sorella Variflex V2, è caratterizzata da un’estrema modularità e flessibilità nella configurazione, oltre che da un approccio multiprocesso che le consente di cambiare di volta in volta la tecnologia di stampa, offrendo alte prestazioni nella lavorazione di differenti supporti, anche con stampa combinata. In questo modo si estende l’utilizzo per imballaggi flessibili, film multistrato, etichette, cartoncino e applicazioni speciali. La Varyflex V2 Offset è inoltre caratterizzata da semplicità di utilizzo e da una buona accessibilità fisica alle componenti della macchina. Il cambio formato è poi reso più rapido dall’uso di maniche leggere, in fibra di vetro, fibra di carbonio o alluminio, e dalla presenza del carrello Revolver per la sostituzione delle sleeves, che è parte del sistema “Easy Sleeve Format Change” brevettato da Omet.

La Varyflex V2 Offset 850 offre il sistema di asciugamento Eb (electron beam) denominato BroadBeam e sviluppato dalla azienda statunitense PCT Engineered Systems.
Varyflex V2 Offset 850 offre il sistema di asciugamento Eb (electron beam) denominato BroadBeam e sviluppato dalla azienda statunitense PCT Engineered Systems.

La nuova Varyflex V2 Offset 850 offre il sistema di asciugamento Eb (electron beam) denominato BroadBeam e sviluppato dalla azienda statunitense PCT Engineered Systems, che fissa il colore sul supporto in maniera omogenea su tutta la superficie, senza surriscaldamento, più velocemente e con un ridotto consumo energetico rispetto ai sistemi di asciugamento Uv, ed è inoltre adatto per la stampa di supporti destinati al settore alimentare. «La V2 Offset offre la possibilità di applicare sullo stesso cilindro di avvolgimento carta anche l’essiccazione a Uv», afferma Marco Calcagni, direttore marketing e vendite di Omet. «Ci sono infatti prodotti stampati che prediligono l’electron beam e altri che necessitano invece dell’asciugatura Uv. E ciò è consentito sulla V2 Offset senza fare aggiunte ulteriori di parti meccaniche sui cilindri di raffreddamento. C’è dunque la doppia opzione».

A Düsseldorf verrà presentata anche la Omet iFlex, una rotativa flexo caratterizza da semplicità operativa e tempi di avviamento estremamente rapidi. La macchina presenta alcune caratteristiche innovative che la rendono unica, in particolare il sistema di preregistro laser iLight e il dispositivo di regolazione del registro di stampa iVision che, insieme, permettono di raggiungere la massima qualità di stampa in pochi, semplici passaggi, con cambi di lavoro rapidi e riduzione degli scarti d’avviamento. Ma la cosa più interessante della macchina è la trasmissione “direct-drive”, cioè senza l’impiego di ingranaggi: «La iFlex è stata sviluppata cercando di eliminare tutta la trasmissione meccanica», spiega Calcagni, «e utilizza un solo servomotore di trasmissione cha va a comandare direttamente i contrasti stampa senza l’ausilio di alcun ingranaggio meccanico. Cosa che nel settore delle etichette, per una macchina entry level come questa, rappresenta un unicum ineguagliabile, visto l’equipaggiamento tecnologico della macchina davvero fuori dall’ordinario».

La Omet iFLEX è una rotativa flexo caratterizza da semplicità operativa e tempi di avviamento estremamente rapidi.
iFlex è una rotativa flexo caratterizza da semplicità operativa e tempi di avviamento estremamente rapidi.

«Questa è la soluzione ideale per i piccoli etichettifici, che hanno minori disponibilità di investimento, ma anche per quelli affermati che devono realizzare alcune tipologie di prodotto», sottolinea Calcagni. «La iFlex è infatti indicata per certe nicchie di mercato just-in-time che si stanno rivelando sempre più importanti per il business».

Omet sarà presente a drupa anche in un altro stand importante, quello di Landa Nanographics, dove il modulo Landa L50 per la metallografia verrà mostrato in funzione sulla rotativa flexo XFlex X6 di Omet: «Dopo approfondite analisi, Landa ha scelto la nostra XFlex X6 per il lancio della sua Landa Nano-Metallography, l’innovazione che abbasserà i costi per la metallizzazione riducendo sensibilmente i tempi operativi. Il modulo montato sulla nostra rotativa sopperisce perfettamente ai tradizionali sistemi di applicazione foil senza incidere minimamente sulla velocità di stampa».

 

“Larga” produttività per la Jeti Mira di Agfa

Il nuovo flatbed Jeti Mira di Agfa verrà presentato a Drupa con l’opzione agganciabile Roll-to-Roll.
Il nuovo flatbed Jeti Mira di Agfa verrà presentato a Drupa con l’opzione agganciabile Roll-to-Roll.
Il nuovo flatbed Jeti Mira di Agfa verrà presentato a Drupa con l’opzione agganciabile Roll-to-Roll.
Il nuovo flatbed Jeti Mira di Agfa verrà presentato a Drupa con l’opzione agganciabile Roll-to-Roll.

Lanciato allo Sgia Expo di Atlanta del novembre scorso, il nuovo flatbed di grande formato Jeti Mira di Agfa Graphics viene ripresentato a drupa con l’opzione agganciabile «Roll-to-Roll» per mostrare al grande pubblico dei visitatori professionali la versatilità di questa soluzione Uv a getto d’inchiostro. Con un piano di lavoro della larghezza di 2,69 m e una profondità di 3,2 m, la Jeti Mira offre un’alta produttività (fino a 227 m² l’ora) e un’ampia flessibilità determinata soprattutto dalla possibilità di gestire e preparare più lavori contemporaneamente. Per ridurre i tempi di fermo e aumentare la produttività, la macchina può infatti utilizzare la modalità «Print & Prepare» che permette di caricare un lato del piano di lavoro mentre sull’altro si sta ancora stampando. Sempre sul versante della versatilità, la Jeti Mira si distingue inoltre per l’opzione Roll-to-Roll, la cui configurazione sarà quella che vedremo a Düsseldorf: essendo posizionata subito davanti al piano di lavoro, la distanza che il rotolo deve percorrere è minima, e ciò permette di evitare il disallineamento del supporto garantendo un’elevata precisione di stampa, oltre a eliminare spreco di materiale. Il sistema Roll-to-Roll può essere aggiunto in qualsiasi momento ed è facilmente rimovibile quando si devono eseguire lavori su materiali rigidi.

Progettata per carichi di lavoro intensi e prolungati, la Jeti Mira ha un assetto molto robusto (il peso complessivo, con l’opzione Roll-to-Roll, è di 4.401 kg) ed è indicata per le produzioni industriali di insegnistica e cartellonistica di fascia medio-alta. Ma la Jeti Mira può stampare davvero tutto: dai cartelli stradali agli espositori, passando per il lenticolare e gli autoadesivi fino alle applicazioni di nicchia come le riproduzioni artistiche, i Dvd, la stampa su legno o quella di oggetti personalizzati e i gadget.

Disponibile in due release, la Jeti Mira versione «S» è dotata di una fila di teste di stampa, mentre la versione «HS» ne monta due, offrendo così una produttività maggiore. Le teste utilizzate per raggiungere queste elevate velocità di stampa sono le Ricoh Gen5 di ultima generazione. La macchina è inoltre dotata di una tecnologia di stampa che offre un’alta qualità a 6 colori (CMYKLcLm), con la possibilità di aggiungere inchiostro bianco, la vernice o il primer per incrementare l’adesione e la durata su materiali difficoltosi. Le teste di stampa restituiscono infatti una dimensione della goccia di 7 pl, con grande precisione del dettaglio e testi nitidi anche con caratteri fino a 4 punti, sia in positivo che in negativo. La configurazione a 6 colori, ulteriormente migliorata dalla tecnologia Gradient e Mask, permette una riproduzione tonale più uniforme.

La Jeti Mira garantisce inoltre l’assenza di pieghe o rigonfiamenti grazie a un controllo automatico dell’aspirazione del flatbed suddiviso in sei aree di vacuum che porta il materiale a rimanere perfettamente steso durante la stampa, L’opzione di inversione dell’aspirazione rende inoltre molto semplice lo scarico di materiali pesanti dal tavolo di stampa. Sempre per quanto riguarda il dettaglio del tavolo, un set di perni di registro posizionati su tutti gli angoli del tavolo e azionabili elettronicamente tramite l’interfaccia utente, assicura un posizionamento preciso del supporto, anche quando si tratta di stampa fronte-retro o nel caso di supporti non perfettamente tagliati.

Infine Jeti Mira è equipaggiata del software Asanti di Agfa che controlla l’intero flusso di lavoro, dalla prestampa alla produzione fino alla finitura. Durante la lavorazione Asanti semplifica, ottimizza e automatizza quanti più passaggi possibile, aumentando la produttività e garantendo migliori prestazioni complessive.

I serbatoi dell’inchiostro sono facilmente accessibili sulla Jeti Mira.
I serbatoi dell’inchiostro sono facilmente accessibili sulla Jeti Mira.

 

Callas presenta la versione 9 di pdfToolbox

La dashboard di pdfToolbox 9.
La dashboard di pdfToolbox 9.

Callas Software si presenta a Düsseldorf con la nuova release del suo pdfToolbox, l’ormai celebre soluzione di punta in grado di operare all’interno di Adobe Acrobat associandovi nuove funzionalità e semplificando l’uso dei comandi già esistenti. Grazie a un’interfaccia molto semplice e intuitiva, il software di Callas offre infatti un’elaborazione dei Pdf più dinamica e facile da integrare con nuove applicazioni, dall’ispezione visuale dei Pdf all’elaborazione automatizzata di migliaia di file.

La dashboard di pdfToolbox 9.
La dashboard di pdfToolbox 9.

Con questa nona release la software house tedesca fondata da Olaf Drummer continua quindi a celebrare il successo di un’applicazione utilizzata non più solo nel settore grafico ma anche in quello del terziario e nell’archivistica aziendale o della pubblica amministrazione, visto il crescente impiego del formato Pdf ormai in quasi tutti gli ambiti produttivi e di servizio.

Il nuovo pdfToolbox 9 introduce una maggiore flessibilità rispetto alle precedenti versioni ampliando le modalità di intervento sul preflight e nella correzione dei Pdf, ed estendendo le possibilità di cambiare dinamicamente i valori delle variabili durante l’elaborazione. Il software è in grado di eseguire specifici controlli di preflight sui colori attivando verifiche per le tinte piatte, gli spazi colore calibrati, l’utilizzo di RGB e l’uso di intenti di output. L’obiettivo è sempre quello di garantire che i colori dei documenti rispondano esattamente alle richieste di partenza. Le nuove funzionalità di questa nuova versione consentono di creare automaticamente oggetti sullo sfondo, per esempio per la lavorazione di materiale con fondo trasparente. Oppure permettono di lavorare con gli ultimi sviluppi della tecnologia Pdf, come ad esempio il nuovo formato CxF. La nona versione di pdfToolbox offre inoltre il controllo e la correzione dei problemi più complessi come ad esempio quelli riguardanti le separazioni, l’imposition, la conversione da o in Pdf e la gestione del colore.

Oltre a pdfToolbox, la software house tedesca presenterà a Düsseldorf anche la nuova versione di pdfChip, un’applicazione che consente di creare Pdf di alta qualità direttamente da Html sfruttando Adobe CSS e JavaScript. Il nuovo pdfChip include anche uno script di Adobe InDesign per la creazione rapida di template Html da InDesign. Il nuovo software, grazie alla sua capacità di creare Pdf sia in pagina singola sia per pagine multiple, è l’ideale per la generazione dinamica di grandi volumi di Pdf ed è in grado di supportare tutte le funzionalità Html e di estenderle per l’elaborazione di colori CMYK, tinte piatte, numeri di pagina, generazione del sommario, metadati Xmp, standard Pdf, Svg, MathML, codici a barre e molto altro.

A drupa sarà in dimostrazione anche pdfaPilot, la soluzione progettata per la conversione di Pdf e di documenti nativi in file Pdf/A ricercabili per l’archiviazione a lungo termine. Anche pdfaPilot utilizza appieno Adobe Acrobat ed è disponibile per l’impiego da desktop, per l’utilizzo con hotfolder e tramite l’integrazione con i sistemi esistenti.

Callas Software sarà presente a drupa insieme ad Axaio Software e Tucanna nello stand di Four Pees, il distributore internazionale di soluzioni software per l’industria della stampa e dell’editoria.

L’esplorazione dei metadata tramite pdfTollbox.
L’esplorazione dei metadata tramite pdfTollbox.

 

Libra 800: la nuova linea flessibile e automatizzata per il mercato librario

 

libra_800_3D_001_CompleteLibra 800 di Tecnau è una soluzione completamente automatizzata e variabile per la finitura di libri, rivolta agli stampatori di piccole tirature e al book on demand.

In fiera il sistema sarà configurato con un canale di ingresso da bobina, composto da svolgitore, taglierina ad alta velocità e sistema di raccolta del blocco libro variabile, che viene automaticamente trasportato alla brossura e quindi al trilaterale. Un secondo canale di ingresso da bobina può essere aggiunto alla configurazione per supportare sia i 20” sia i 30” di larghezza carta con pose 2up, 3up e 4up, per garantire la massima flessibilità di stampa e finitura digitale.

I due moduli principali, la Brossura Variabile (Libra VB) e il Trilaterale Variabile (Libra VT) si adattano al volo e in velocità al formato. Ogni libro può essere differente da quello successivo in spessore, larghezza e altezza pagina senza compromettere la produttività del sistema. Libro 800 è alimentata con copertine di dimensioni standard, che sono ridotte una alla volta alle dimensioni del libro, per mezzo del rifilo laterale variabile, taglio frontale dinamico e cordonatura variabile.

Libra 800 produce fino a 800 libri all’ora con la capacità di alternare libri con copertina standard a produzioni di libri con i risguardi, pronti per la finitura fuori linea. Si tratta di una caratteristica unica che permette di confezionare al momento i risguardi di dimensione variabile, unendo la garza dello spessore richiesto al cartoncino piegato. Una tecnologia consolidata in produzione, che può già contare diverse installazioni in Europa con operatività 24 ore su 24, 7 giorni la settimana.

«Gli stampatori che si avvicinano alla tecnologia digitale sono alla ricerca di flessibilità e automazione per gestire le basse tirature e il Book on Demand in modo efficiente», commenta Giuliano De Marco, Amministratore Delegato di Tecnau. «Questa tecnologia consente ai nostri clienti di stampare gli ordini in sequenza, confezionare i libri per ordine e spedirli secondo lo stesso flusso, ottimizzato l’intero processo produttivo e semplificando al massimo la logistica. Riteniamo quindi che Libra 800 permetta di sfruttare appieno i vantaggi della produzione digitale».

Nel proprio stand in aggiunta a Libra One, il sistema di produzione di blocchi libro e alla soluzione Stack 2325 per la stampa commerciale, Libra 800 verrà presentata per la prima volta al settore.

Fujifilm presenta Acuity LED 3200R, la sua nuova stampante LED UV a getto d’inchiostro

Con una larghezza di stampa massima di 3,2 m, la stampante Acuity LED 3200R offre gli elevati livelli di qualità e produttività che caratterizzano la gamma Acuity.
Con una larghezza di stampa massima di 3,2 m, la stampante Acuity LED 3200R offre gli elevati livelli di qualità e produttività che caratterizzano la gamma Acuity.
Con una larghezza di stampa massima di 3,2 m, la stampante Acuity LED 3200R offre gli elevati livelli di qualità e produttività che caratterizzano la gamma Acuity.
Con una larghezza di stampa massima di 3,2 m, la stampante Acuity LED 3200R offre gli elevati livelli di qualità e produttività che caratterizzano la gamma Acuity.

Acuity LED 3200R, con una larghezza di stampa massima di 3,2 m, offre gli elevati livelli di qualità e produttività che caratterizzano la gamma Acuity. Sarà presentata per la prima volta in occasione di drupa 2016 a Dusseldorf.

La stampante a bobina Acuity LED 3200R di Fujifilm offre funzioni aggiuntive rispetto agli altri membri della famiglia Acuity che hanno già riscosso un grande successo: la versatile stampante a getto d’inchiostro Acuity LED 1600 II UV introdotta nel 2015 e l’originale Acuity LED 1600 presentata nel 2012. Entrambe sono molto apprezzate nel settore grazie alla loro elevata qualità di stampa, alla flessibilità applicativa che offrono e alla possibilità di stampare su un’ampia gamma di supporti in bobina e rigidi. Ora Acuity LED 3200R estende la larghezza di stampa a 3,2 m e offre velocità di stampa ancora maggiori.

Con una velocità massima di 110 m2 all’ora (in modalità ad alta velocità con 4 colori CMYK su materiale per striscioni), la Acuity LED 3200R soddisfa le esigenze dei clienti che richiedono tempi di lavorazione sempre più brevi e costi di output ridotti. Allo stesso tempo, garantisce la stessa qualità di stampa che contraddistingue la serie Acuity LED 1600. Nella configurazione standard questa stampante offre otto canali di inchiostro (ciano, magenta, giallo, nero, ciano chiaro, magenta chiaro, bianco e trasparente). Inoltre utilizza la rinomata gamma di inchiostri Fujifilm Uvijet, che consente di riprodurre una gamma di colori ampia e passaggi di tonalità uniformi, con un’eccezionale adesione dell’inchiostro a numerosi substrati diversi. La Acuity LED 3200R produce colori brillanti con un elevato livello di opacità, per risultati ottimali nelle applicazioni per ambienti sia diurni che notturni. Gli inchiostri UV a essiccazione istantanea consentono di stampare più strati di inchiostro per lavori di alta qualità con stampa a due o tre strati. Grazie all’aggiunta dell’inchiostro trasparente, inoltre, è possibile generare effetti locali di verniciatura ad alta brillantezza. Gli stampatori specializzati nella produzione di materiali per insegne ed esposizione potranno quindi offrire ai propri clienti servizi di stampa a valore aggiunto.

La Acuity LED 3200R accetta supporti fino a 100 kg e può gestire la stampa di due bobine simultaneamente. La possibilità di stampare due immagini diverse alla volta incrementa notevolmente la produttività.

La Acuity LED 3200R sarà disponibile sul mercato a partire dalla metà del 2016.

Il successo passa dal supporto giusto

La stampa wide format e ultra wide format è in continua crescita e di pari passo stanno crescendo i materiali a disposizione. Un mondo vasto con molte ramificazioni dove orientarsi è un scelta di mercato e capire le novità richiede una buona conoscenza dei materiali di base.

Sono passati circa tre anni da quando scrissi un articolo proprio su questa rivista parlando di inchiostri per la stampa digitale di grande formato affermando che al netto degli sviluppi tecnologici il vero driver di crescita per gli stampatori passava dal mix con i substrati di stampa. La stampa digitale di grande formato ha superato il mondo della grafica per diventare il complemento di molti settori produttivi grazie a una maggiore flessibilità dei processi di stampa nell’utilizzo di materiali e alla richiesta di «bello, funzionale e sostenibile» che ha spinto la ricerca di nuovi materiali plastici, tele sintetiche, fibre organiche, adesivi e trattamenti di finissaggio.
La stampa digitale di grande formato è la realtà di mercato più in fermento e in crescita nel grande settore delle arti grafiche. Il campo di analisi è molto vasto e lo sono allo stesso modo i materiali tanto che fare il check del mercato equivale a scrivere un’enciclopedia: quando hai finito è già ora di aggiornare. Per questo ho deciso di partire dalle richieste dei clienti finali e delle loro attese.
Il report fatto da Sgia sulle scelte di acquisto degli stampatori del settore Graphics & Sign nella prima parte dell’anno, dà una lettura interessante del mercato. Aggiornamento e acquisizione di nuove macchine digitali con un prevalenza per Latex nel roll to roll e UV nel flatbed, implementazioni di sistemi di taglio e finissaggio e un interesse mirato per tutto ciò che è prestampa; questi investimenti sono fatti per poter lavorare al meglio su cinque aree di mercato principali: food services, Corporate Branding, no profit association and organization, Retail store, Eductional institution. E per queste cinque aree in ordine di importanza i prodotti più richiesti sono: Trade show display, Banner, Decalcomanie – sticker – etichette, indoor wall graphic, Windows display.
Se analizziamo questi dati intrecciando prodotti e tipo di cliente ecco che le tematica «bello, funzionale e sostenibile» diventa il punto di confronto nella scelta dei materiali su cui stampare e il focus di attenzione dei produttori di substrati.
Durante l’ultimo Fespa ci sono state molte presentazioni di materiali che nella maggior parte dei casi sono degli ampliamenti di gamma o nuove formulazioni ma tutti frutto dell’attenta osservazione delle richieste del mercato finale.
Il PVC (clicca qui per maggiori dettagli) che per anni è stato il leader indiscusso del settore nelle sue varie formulazioni sta piano piano lasciando il passo a nuovi tipi di materiali plastici, naturali e grezzi con ottimi risultati.
La comunicazione legata al commercio è un forte traino e porta a nuove richieste, come la componente sostenibile che spinge l’utilizzo del cartone nido d’ape, e non solo, nel campo degli allestimenti temporanei; mentre la necessità di allestire un punto vendita per attività di breve periodo vuole materiali brillanti e semplici da applicare e togliere, dato che sono le stesse persone che ci lavorano a doverlo fare e poi smaltire nel ciclo urbano dei rifiuti.
Il settore del grande formato è giunto a un piena maturazione tecnologica e adesso è iniziata la fase di crescita che passa dal possedere solide basi sui materiali che si vogliono utilizzare (vedi anche il box glossario) affinché sia la stampa sia il finissaggio siano svolti in efficienza.

Si sdrai sul… flatbed

Grazie a una maggiore efficienza e sostenibilità di investimento sia nella stampa che nel taglio i materiali rigidi hanno preso grosse fette della produzione e hanno aumentato le richieste dei clienti finali.
Per esempio Brett Martin azienda attiva nella produzione di lastre in PVC, ha presentato la sua linea «Marpet-a FS aPET» un materiale alternativo, ma con flessibilità di utilizzo ed elevata sostenibilità. Generalmente le lastre in PET hanno un trasparenza ottica molto levata, una buona resistenza agli urti e un peso notevolmente inferiore rispetto al PVC che le rende preferibili nella realizzazione di display retroilluminati e di insegne interne.
marpetQuesto tipo di lastre sono ideali per realizzare sia oggetti tridimensionali a incastro e solidi, display illuminati e retroilluminati, componentistica e complementi di arredo.
Interessanti per la versatilità e l’immediatezza d’uso sono le lastre in polipropilene coestruso con aria come quelle della Imballaggi protettivi; di basso spessore e di elevata flessibilità ottimo per realizzare prodotti che devono avere vita breve e poco inchiostro. Questo tipo di lastre ha il vantaggio di essere più resistente rispetto al polionda agli urti e alle possibili piegature e lo rende ottimo anche per realizzare oggetti di cartoleria come cartellette e similari.
Nel settore semipermanente gli Alluminium Composite Panel sono la soluzione ideale per insegne ed elementi architettonici di lunga vita sia in interno che in esterno.
Le novità in questo settore son poche, come nel caso del prodotto Alupanel Ultrawhite Digital e riguardano la formulazioni di un nuovo cast che aumenta l’aggrappo dell’inchiostro alla superficie e ne aumenta la resa visiva. La struttura di questi pannelli è sempre un sandwich al cui esterno sono posizionate le lastre in alluminio ricoperte e all’interno sono normalmente riempite di LDPE per mantenere rigidità e leggerezza.
Sul fronte massima sostenibilità i cartoni sono il miglior compromesso tra resistenza e riciclabilità, e la personalizzazione dei prodotti deve passare dalla stampa diretta. È quindi importante capire come sono stati coatizzati i kraft per essere certi del risultato dello stampato e sia Nidoboard sia Allison hanno un finissaggio superficiale che gli permette di ottenere una accettabile qualità di stampa anche con grafiche complesse.

L’irresistibile riscossa del tessuto… e non tessuto

I materiali tessili sintetici e organici stanno vivendo una nuova stagione proprio grazie alla stampa digitale: abbigliamento sportivo e da lavoro, tende arredo interni ad alto livello di personalizzazione, wall coverage, rivestimento sedie, temporanery restourant, grembiuli ecc: sono innumerevoli le applicazioni per cui si utilizzano tessuti. La gran parte dei materiali è formata da poliestere e in secondo luogo da cotone, tessuti con diverse ampiezze di maglia e diverse coatizzazioni per ottenere, soprattutto, rese cromatiche sature. Le criticità di questo tipo di prodotti è dato proprio dalla caratteristica del tessuto che tende a essere trasparente ai bassi spessori, quest’ultimo necessario in caso di grosse pezzature di stampa.
JM Textile ha recentemente presentato un prodotto con gray back che consente di mantenere l’uniformità dell’immagine stampata anche in presenza di piccole imperfezioni o di trasparenze nel caso di stampe per copertura muri di grande dimensioni, pur mantenendo un elevato grado di bianco per consentire una buona saturazione dei colori.
Berger ha presentato due inlay blockout per bandiere e similari così da poter unire due prodotti e avere immagini differenti sui due lati. Spesso i prodotti tessili sono utilizzati anche per realizzare display retro illuminati in quanto riescono a dare una diffusione della luce molto morbida che illumina la stampa anche in presenza di luce naturale e conferisce una forte attrazione visiva al prodotto. Un consiglio importante nella scelta di questi materiali e del loro campo di utilizzo è verificare la classe di resistenza alla fiamma e il controllo dello sbriciolamento o sfilacciamento al taglio, elementi che possono compromettere seriamente la riuscita del prodotto finale dopo aver già stampato.

Ambiente e semplicità per i nuovi adesivi

Come abbiamo già detto elencare tutti le tipologie di materiali disponibili sarebbe già di per sé un’impresa, e proprio nella disponibilità di materiali adesivi avremmo un lunga lista di materiali a disposizione.
Un adesivo interessante anche se non nuovo è il Glass Movie di MacTac, una pellicola che si applica al vetro e consente di fare delle retroproiezioni animate. La stessa casa ha recentemente lanciato il brand OLF Active che, come suggerisce il nome, agisce in modo attivo sugli odori per eliminarli; il prodotto è una pellicola adesiva stampabile e applicabile ovunque ma può essere acquistata come impregnante a se stante.

Tipi di adesivi della MacTac.
Tipi di adesivi della MacTac.

Ritrama ha presentato Ri-Pellent, un film adesivo versatile e altamente deformabile da utilizzare per la laminazione di stampe digitali o la copertura di oggetti, che ha una elevata resistenza ai raggi UV ed é «repellente» a diversi agenti, quali solventi, vernici, oli, grassi e graffiti in genere.

Prodotto Ri-Pellent.
Prodotto Ri-Pellent.

Guandong ha presentato la sua Nano-Tack technology in PP e PE per l’ambito del Window Spot Déco, applicabile in modo rapido, è lavabile, riposizionabile e aderisce a molte superfici in quanto dotata di una prima pellicola costituita da circa 8.000 ventose per cm².

La Nano-Tack technology sulle vetrine.
La Nano-Tack technology sulle vetrine.

Neschen ha annunciato il nuovo prodotto «UV dot print’n’walk» le cui caratteristiche principali dovrebbero essere la immediatezza di utilizzo subito dopo la stampa senza ulteriori trattamenti per la protezione, un buona resistenza allo sfregamento e una estrema facilità di rimozione una volta usato. Quattro case produttrici, quattro nuovi prodotti, un unico filo comune: «bello, funzionale e sostenibile».

Questa rapida carrellata tra alcuni dei prodotti più nuovi o interessanti dimostra come il mercato abbia intrapreso la strada della evoluzione di scelte mirate di prodotto per varie aree di mercato. Di fatto con la stampa digitale di grande formato è possibile, con le giuste attenzioni e conoscenze, stampare su un elevato e diversificato numero di materiali poi da trasformare; che vuol dire avere molti sbocchi di crescita del proprio mercato.


I materiali plastici in stampa – glossario

Quando Greenpeace affermò che PE e PP potevano essere utilizzati per sostituire la maggior parte dei prodotti in PVC, quasi in simultanea iniziò l’era del «green printing». Una forzatura che ha il solo scopo di introdurre un piccolo glossario tecnico commerciale per aiutare i neofiti a orientarsi tra le varie sigle di materiali. Perché commerciale? Perché sempre di più tematiche come sosteniblità e carbon foot print sono una dei punti di attenzione dei buyer dei prodotti di largo formato.

  • PP – Polipropilene: è un polimero termoplastico che può mostrare diversa tatticità. Il prodotto più interessante dal punto di vista commerciale è quello isotattico. È un polimero semicristallino caratterizzato da un elevato carico di rottura, una bassa densità, una buona resistenza termica e all’abrasione. In funzione del processo di stampa può essere grezzo o trattato.
  • OPP – Oriented PolyPropolyene: è un film di polipropilene con cui si realizzano di solito shopping bag, flexible packaging, roll film per laminazione, etichette ecc.
  • BOPP – Biaxially Oriented Polypropylene: è un film di poliproplene che viene tirato in entrambe le direzioni (biaxially oriented) per realizzare un film flessibile e resistente. È il materiale che si utilizza per realizzare il packaging degli snack e gli sleeve
  • Coroplast: nome commerciale registrato è diventato talemente diffuso da diventare nome del prodotto. Sono fogli di polipropilene a struttura cava, di vario colore e stampabili. Data la facilità di lavorazione e leggerezza del prodotto è utilizzato per realizzare per cartelli, scatole, cartellette, copertine di quaderni ecc.
  • PE – Polietilene: è una resina termoplastica, con ottime proprietà isolanti e di stabilità chimica, è un materiale molto versatile e una delle materie plastiche più economiche. Per gli usi in stampa si utilizza Hdpe (polietilene ad alta densità che può essere un film sottile ad alta resistenza e opaco) e Ldpe (polietilene a bassa densità più morbido e trasparente con uno spessore maggiore).
  • PET – Polyethylene Terephthalate: il polietilene tereftalato o polietilentereftalato, rintracciabile sotto molti nomi commerciali, è una resina termoplastica adatta al contatto alimentare, che, malgrado il nome, non contien ftalati. La fibra tessile ottenuta è disponibile come fiocco, filo liscio o voluminizzato, microfibra. Utilizzato principalmente per realizzare bottiglie di plastica in forma di estruso, film o fibra tessile ha una elevata riciclabilità che lo ha reso la prima alternativa al PVC.
  • PET-G – Copolimero di polietilene di tereftalato: è un materiale di recente introduzione nel settore stampa e prodotto in lastre trasparenti. Ha una alta resistenza agli urti, si può piegare a freddo fino a 2 mm di spessore utilizzabile anche in ambito alimentare. Ha una bassa resistenza alle alte temperature e ai raggi UV (è possibile effettuare un trattamento UV).
  • Pmma – Polimetilmetacrilato: Il suo nome commerciale più famoso è Plexiglass. È molto trasparente con caratteristiche di comportamento assimilabili lungo la fibra ottica per qualità di trasparenza e con la proprietà di essere infrangibile a seconda della sua «mescola». È usato nella fabbricazione di vetri di sicurezza e articoli similari, nei presidi antinfortunistici, nell’oggettistica d’arredamento o architettonica in genere.
  • PS – polistirene: è il polistirolo ed è usato usato in molti settori applicativi per le sue proprietà meccaniche ed elettriche ed è chimicamente inerte rispetto a molti agenti corrosivi. Può essere nella forma Polistirene Espanso Sinterizzato (EPS) che sono fogli tagliati, Polistirene espanso estruso (XPS) che prende la forma per imballaggi sagomati e prodotti.
  • PVC – cloruro di polivinile: è il vinile ed è il migliore prodotto che si può stampare con gli inchiostri a base solvente. Tuttavia appena scaldato il PVC comincia a emettere VOC nocivi che si disperdono nell’aria e che durante il processo di stampa rendono necessario un ambiente chiuso a cappa aspirata. Inoltre ha un costo di ricilabilità molto elevato che lo ha reso poco eco friendly.
  • Poliestere: sono una classe di polimeri da cui si ottengono i filati utilizzati nell’abbigliamento (in particolare sportivo), nell’arredamento (tende, pavimentazioni, rivestimenti mobili imbottiti). È un materiale che non assorbe umidità ed è facilmente pulibile. Ha una elevata reistenza all’usura, all’abrasione, ha una buona elasticità e un’ottima stabilità dimensionale. È facilmente stampabile con vari processi.

Premio Ricoh: proclamati i vincitori della sesta edizione

Da sinistra: Rino Moffa (editore e Amministratore Unico di Tnv), Mario Maiocchi (Amministratore Delegato Mondadori retail), Kalina Aleksandrova Danailova (vincitore assoluto), Milo Goj (CEO di Art Relation), Davide Oriani (CEO di Ricoh Italia), Paolo Romani (Vincitore per la sezione pittura-disegno-grafica), Patrizia Calegari (Vincitore per la sezione fotografia-video, digital art), Giacinto Di Pietrantonio (uno dei maggiori esperti italiani di arte contemporanea), Micaela Laura Rosella Calliero (Vincitore per la sezione scultura-installazione).
Da sinistra: Rino Moffa (editore e Amministratore Unico di Tnv), Mario Maiocchi (Amministratore Delegato Mondadori retail), Kalina Aleksandrova Danailova (vincitore assoluto), Milo Goj (CEO di Art Relation), Davide Oriani (CEO di Ricoh Italia), Paolo Romani (Vincitore per la sezione pittura-disegno-grafica), Patrizia Calegari (Vincitore per la sezione fotografia-video, digital art), Giacinto Di Pietrantonio (uno dei maggiori esperti italiani di arte contemporanea), Micaela Laura Rosella Calliero (Vincitore per la sezione scultura-installazione).
Foto premiazione
Da sinistra: Rino Moffa (editore e Amministratore Unico di Tnv), Mario Maiocchi (Amministratore Delegato Mondadori retail), Kalina Aleksandrova Danailova (vincitore assoluto), Milo Goj (CEO di Art Relation), Davide Oriani (CEO di Ricoh Italia), Paolo Romani (Vincitore per la sezione pittura-disegno-grafica), Patrizia Calegari (Vincitore per la sezione fotografia-video, digital art), Giacinto Di Pietrantonio (uno dei maggiori esperti italiani di arte contemporanea), Micaela Laura Rosella Calliero (Vincitore per la sezione scultura-installazione).

Si è conclusa la sesta edizione del “Premio Ricoh per giovani artisti contemporanei” con la premiazione dei vincitori che si è tenuta presso il Mondadori Megastore di Piazza Duomo (Milano).

Il Premio è stato organizzato da Ricoh Italia con la collaborazione della Città metropolitana di Milano e il patrocinio del Comune di Vimodrone. La giuria – presieduta dal professor Giacinto Di Pietrantonio, uno dei maggiori esperti italiani di arte contemporanea – era composta da: Davide Oriani (CEO di Ricoh Italia), Mirko Bianchi (Past President di Ricoh Italia), Antonello Arena (artista), Mario Maiocchi (Amministratore Delegato Mondadori retail), Rino Moffa (editore e Amministratore Unico di Tnv), Michela Palestra (Consigliera Delegata ai Servizi di Rete ai Comuni per i sistemi turistico-culturali e bibliotecari), Sergio Sannino (assessore alla cultura e alle politiche giovanili del Comune di Vimodrone).

La giuria ha decretato:

  • Vincitore assoluto: Kalina Aleksandrova Danailova con l’opera “Life or something like it #4”;
  • Vincitore per la sezione pittura-disegno-grafica: Paolo Romani con l’opera “Autoritratto nel paesaggio”;
  • Vincitore per la sezione scultura-installazione: Micaela Laura Rosella Calliero con l’opera “Elicrisa”;
  • Vincitore per la sezione fotografia-video, digital art: Patrizia Calegari con l’opera “Milano”.

Agli artisti è stato chiesto di esprimere, attraverso le loro opere, i valori Ricoh così riassumibili: «Lo sforzo verso l’innovazione, che semplifica la vita e il lavoro, salvaguardando nel contempo l’ambiente e in generale i principi della responsabilità sociale d’impresa».

Passato e futuro. Tecnologia e natura.
Kalina Aleksandrova Danailova (Accademia di Belle Arti di Brera, Milano), vincitrice assoluta del Premio, commenta la propria opera realizzata con oggetti trovati di plastica, legno e metallo: «La natura penetra ed entra nell’essenza dell’essere umano. Partendo dalla conservazione della memoria del passato, analizzo le dicotomie della vita: passato e futuro; tecnologia e natura. Come vivere in armonia con queste dicotomie? Questo è il tema del mio lavoro. Perché senza le proprie radici… come si fa a progettare il proprio futuro?»

La tecnologia tocca le corde del sentimento
A vincere la sezione pittura-disegno-grafica è Paolo Romani (Accademia di Belle Arti di “Pietro Vannucci” di Perugia) con un’opera realizzata su tela. L’artista spiega: «Proponendo Autoritratto nel paesaggio ho voluto trasmettere l’attaccamento alla figura umana, immersa in un dato paesaggio, ponendomi con questo binomio un possibile obiettivo: quale immagine? Come cogliere la forma? Come cogliere quel determinato paesaggio?  Non una vera riproduzione, dato che il paesaggio suggerisce sempre (per me) l’orizzonte del ricordo. Volevo infiammarti non istruirti, metafora di una tecnologia che non vuole essere solo didascalica ma toccare le corde del sentimento».

L’innovazione ci riporta alle origini
Micaela Laura Rosella Calliero (Accademia di Belle Arti “Albertina” di Torino) è la vincitrice della sezione scultura-installazione con l’opera “Elicrisa” realizzata in legno di pioppo e pittura acrilica. «L’idea è racchiudere all’interno di una goccia l’essenza stessa della vita. In legno di pioppo riciclato, la scultura è stata costruita dalle esperte mani di un liutaio con l’utilizzo di vecchi attrezzi, perché lo sforzo verso l’innovazione spesso ci riporta alle origini e all’utilizzo non solo di vecchi oggetti, ma anche di antichi concetti. Perché dal passato si impara il futuro. Sulla goccia un dipinto narra il mito greco della Ninfa Elicrisa».

Ricercare l’equilibrio tra innovazione, nuove tecnologie, sostenibilità e persone
Patrizia Calegari (Accademia di Belle Arti di Brera, Milano) ha vinto nella sezione fotografia-video, digital art con la stampa fine art “Milano”. «Con la mia opera ho approfondito la ricerca dell’armonia, dell’equilibrio tra innovazione, nuove tecnologie, sostenibilità e persone. Tutto questo mi ha fatto pensare alla mia città, Milano, a come era e a come è oggi, a tutti i cambiamenti che ha vissuto in questi ultimi anni, e noi con lei… senza dimenticare la tradizione, ma con uno sguardo verso il futuro. Così è nata la mia opera».

Le opere vincitrici si aggiungono alla collezione d’arte che Ricoh ha iniziato con le scorse edizioni e che è allestita presso la sede di Vimodrone (Milano).

Kodak procede nello sviluppo di nuove NexPress

Giuliano_Bianchet
Giuliano Bianchet, Manager Europa del sud e Vice Presidente PSD.

Sono passati quasi vent’anni da quando, nel 1997, Kodak annunciò la joint venture con Heidelberg per lo sviluppo congiunto delle macchine digitali a colori NexPress Solutions. Da allora la tecnologia NexPress (proprietà Kodak dal 2004) ha sfornato a ritmo continuo nuovi modelli seguendo con successo lo stato dell’arte elettrofotografica a toner secco.

L’ultima nata di questa prolifica serie è la NexPress ZX3900, un modello altamente performante che sarà possibile osservare in funzione dal vivo a Düsseldorf. Si tratta di una soluzione in grado di utilizzare carta più spessa e supporti sintetici, offrendo quindi agli stampatori nuove opportunità commerciali come le applicazioni per il packaging in bassa tiratura, la stampa di etichette, talloncini e cartone pieghevole di piccole dimensioni, oltre ai consueti prodotti per la stampa commerciale e per l’editoria. Anch’essa è dotata del NexPress Fifth Imaging, il quinto gruppo colore che permette l’inserimento di colori spot, effetti oro e perlescenti, nonché la stampa dimensionale in linea, il glossy di alta qualità, la filigrana o la verniciatura in un singolo passaggio. E, come le macchine della serie precedente, anche la ZX3900 dispone del Sistema Print Genius, che consente di gestire e mantenere la massima qualità per un’intera giornata di produzione attraverso la comparazione e conseguente compensazione dei valori elettrici dei principali moduli, cilindri immagine, cilindri di caucciù, gruppi di sviluppo e sistema di fusione.

Del tutto simile alla serie SX, la nuova famiglia di macchine ZX beneficia però di alcuni miglioramenti distintivi che ne potenziano la produttività e la qualità, e che potranno essere presto upgradati anche su tutte le installazioni NexPress già avvenute, tenendo fede alla promessa di scalabilità fatta al cliente al momento dell’acquisto. «I miglioramenti realizzati sulla serie ZX sono numerosi rispetto ai modelli precedenti», dice Giuliano Bianchet, Manager Europa del sud e Vice Presidente PSD. «Innanzitutto ci sarà la disponibilità di un nuovo inchiostro bianco ad alta coprenza, ma la cosa più interessante è che la nuova serie potrà accettare supporti più spessi, come il cartoncino, e un’ampia gamma di materiali sintetici. Per quanto riguarda i potenziamenti aggiuntivi, ora i modelli NexPress dispongono di un Ink Estimator ancora più preciso e di una Performance Dashboard basata su Html5, oltre a nuove ricette di spot color per il quinto gruppo di stampa e altri sistemi di controllo per l’operatore. Infine, e non è certo secondario, abbiamo allungato la vita media del cilindro con un ulteriore ciclo di 300mila fogli A4. Naturalmente tutti questi miglioramenti sono a disposizione per gli upgrade sulla maggior parte delle NexPress già installate», sottolinea Bianchet.

In fiera Kodak presenterà in anteprima anche una nuova linea Kodak NexPress che prevede un sistema di scrittura a Led multibit in grado di fornire una retinatura in mezzetinte computazionali unica sul mercato. «La nuova piattaforma, disponibile nel 2017, è caratterizzata da un nuovo sistema di elaborazione che offrirà una retinatura basata sugli oggetti e che permetterà di ottenere una qualità ottimale delle immagini, senza effetti indesiderati, oltre a una vita più lunga dei componenti chiave della macchina. Inoltre», prosegue Bianchet, «tutte le stazioni colore saranno attivabili o disattivabili, permettendo l’impiego di applicazioni aggiuntive sulla macchina da stampa».

Infine, circa le indiscrezioni giornalistiche che parlano di Efi e di Flint Group (Xeikon) come i pretendenti più accreditati per l’acquisizione della divisione Prosper di Kodak, Giuliano Bianchet non si scompone: «Abbiamo ricevuto manifestazioni di interesse da parte di aziende e dei loro rappresentanti finanziari. Questi colloqui sono, ovviamente, del tutto confidenziali».

La nuova Kodak NexPress ZX3900 può utilizzare supporti più spessi e materiali sintetici, offrendo nuove opportunità di business agli stampatori.
La nuova Kodak NexPress ZX3900 può utilizzare supporti più spessi e materiali sintetici, offrendo nuove opportunità di business agli stampatori.