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ISO 16579: la carbon footprint dei prodotti stampati

Iso 16579: la carbon footprint dei prodotti stampati. Uno strumento di efficace comunicazione e vera analisi dei processi di produzione.
Iso 16579: la carbon footprint dei prodotti stampati. Uno strumento di efficace comunicazione e vera analisi dei processi di produzione.

Il 3 luglio 2013 ISO, l’organizzazione internazionale per la normazione, ha pubblicato una nuova norma destinata alle arti grafiche, la ISO 16759, dal titolo: Tecnologie grafiche – Quantificazione e comunicazione dei calcoli dell’impronta di carbonio per i prodotti stampati (Il titolo originale in Inglese è: Graphic technology — Quantification and communication for calculating the carbon footprint of print media products).

Questa norma nasce in un momento in cui il calcolo degli impatti ambientali, sintetizzato dalla carbon footprint, che rappresenta l’emissione di gas clima-alteranti attribuibile a un prodotto, si sta diffondendo su scala mondiale e viene sempre più utilizzato anche dal consumatore finale per orientare i propri consumi e le proprie abitudini verso un modello più sostenibile.

Perché una nuova norma sulla carbon footprint

La norma, a differenza di quelle già presenti sul mercato non è generica, ovvero non consente di calcolare la carbon footprint di ogni prodotto e servizio e nemmeno quella di intere organizzazioni; al contrario è nata per essere applicabile ai soli prodotti dalle arti grafiche.

Questa sua specificità rende, in un certo qual modo, più semplice la sua applicazione. Molte delle scelte tipicamente lasciate, da standard più generali come le PAS 205 e dal GHG Protocol, al singolo utilizzatore, in questa nuova norma sono state già prese a monte da chi, nei tre anni passati, ha scritto la norma stessa. Gli autori, che nel tempo hanno definito la metodologia con cui per i prossimi anni si andranno a calcolare gli impatti legati a uno stampato, provengono tutti dalle arti grafiche. Spaziano infatti dal produttore di macchine da stampa al consulente ambientale che opera solo per il comparto grafico, dallo stampatore al vendor di soluzioni grafiche. Tutte queste persone, in rappresentanza delle loro nazioni di appartenenza, e quindi come delegati dei rispettivi enti di normazione nazionale, hanno lavorato, testato, verificato e applicato quando discusso ed elaborato nel corso della preparazione della ISO 16759. In appendice, per aiutare l’utilizzatore, sono stati anche inseriti casi concreti e calcoli reali a titolo appunto di esempio; calcoli e dati utilizzati anche per testare e aggiustare la norma.

A quale stampatore si rivolge la norma

Questa norma non è stata scritta per puri scopi compensativi, ovvero per calcolare una certa quantità di CO2e da acquistare sul mercato libero e dichiarare il proprio stampato privo di emissioni di gas serra. La ISO 16759 non si rivolge a quelle organizzazioni che mirano a una facile e molto sommaria quantificazione e a una comunicazione che, attraverso un semplice processo di occultamento delle proprie emissioni, fa sembrare virtuoso chi al contrario non ha fatto alcuna attività concreta nei confronti dell’ambiente.

Questa norma è stata scritta con l’intento di effettuare calcoli, il più possibile attendibili, per poi operare una riduzione delle emissione correlate a uno specifico stampato. Non che ci sia un obbligo formale di riduzione ma c’è, come in tutte le altre norme sulla carbon footprint, una chiara indicazione in tal senso. La ISO 16759 si rivolge quindi allo stampatore che vuole conoscere nel dettaglio il proprio processo produttivo, che vuole impiegare i dati e i risultati del calcolo delle proprie emissioni di CO2e per migliorare la propria efficienza ambientale, riducendo gli sprechi, ottimizzando i consumi e mettendo in atto una politica di acquisto, che tenga in forte considerazione anche gli impatti e non solo il costo di ciò che si sta acquistando.

Realisticamente dobbiamo comunque considerare che, laddove ridurre la carbon footprint di un prodotto non sia più possibile o sia effettivamente troppo complesso, una volta operate le possibili riduzioni la restante quota di emissioni possa essere compensata o neutralizzata tramite l’acceso a crediti di carbonio riconosciuti a livello globale e magari validati, dalla Comunità Europea o da enti sovranazionali. Questo come sempre nel rispetto dell’orami accettato paradigma secondo il quale prima si calcola poi si riduce e solo alla fine si compensa la quota residua.

I primi impieghi della ISO 16759

I primi impieghi noti – va ricordato che a livello ISO non esiste un sistema di tracciabilità degli utilizzi delle singole norme – hanno interessato la costruzione di sistemi di calcolo proprietari.

La prima a proporre questa soluzione è stata Ricoh che ha certificato il proprio calcolatore secondo la ISO 16759 recependone tutte le indicazioni. Il risultato è un sistema di calcolo della carbon footprint di stampati realizzati con sistemi di stampa Ricoh, accurato, preciso e trasparente.

Presentato lo scorso ottobre, in versione aggiornata e conforme alla ISO 16759, il «Carbon Calculator» di Ricoh calcola le emissioni di CO2e partendo dai consumi energetici, dai toner e dai supporti vari utilizzati lungo tutto il processo produttivo di uno specifico stampato, finissaggi e nobilitazioni comprese.

Per rendere ancora più realistico il calcolo sono inclusi nel modello, come previsto dalla ISO 16759, le emissioni correlate alla fornitura di ricambi, consumali e servizi da parte di Ricoh.

Una volta completato il calcolo, l’azienda di stampa potrà a quel punto ridurre le proprie emissioni e quindi compensare le inevitabili quote residue impiegando, crediti di carbonio, genarti da progetti di energia rinnovabile sponsorizzati da Ricoh stessa.

Altro recente impiego della ISO 16759 è quello fatto a Ipex 2014 da Konica Minolta in collaborazione con Climate Partner. In questo caso l’azienda ha voluto compensare le emissioni, non riducibili poiché non direttamente sotto il proprio controllo, collegate alla propria partecipazione alla manifestazione fieristica. I dati per calcolare le emissioni di tutte le produzioni, fatte a scopo dimostrativo nei giorni di fiera, sono strati ottenuti utilizzando la metodologia prevista dalla ISO 16759. Tutti gli altri valori legati all’evento sono stati invece ricavati utilizzando il calcolatore proprietario di Climate Partner. La somma dei diversi apporti è stata quindi compensata con crediti della stessa Climate Partner, attraverso un progetto di protezione delle foreste situate nell’area Kasigau Wildlife Corridor in East Kenya, Africa.

Altro utilizzo noto è quello fatto da Heidelberg con il proprio «Co2 calculator». In questo caso all’interno del contesto «Co2 neutral» il costruttore di macchine offset offre la possibilità di neutralizzare le emissione collegate alla macchina acquistata con il progetto «equipment Co2 neutral» che prevede l’impiego della ISO/TS 14067. Per compensare invece quelle correlata alla stampa di uno specifico prodotto tramite il progetto «print Co2 neutral», Heidelberg ha scelto di impiegare la ISO 16759. Tutti i dettagli sui prodotti e sulle macchine compensate, oltre a quelli relativi ai progetti, per trasparenza sono pubblicamente accessibili tramite il sito del costruttore stesso.

La metodologia alla base

Questa norma, come le altre sulla carbon footprint, poggia le sue fondamenta sul Life Cycle Assessment che prevede, una valutazione completa di tutto il ciclo di vita del prodotto considerato, a partire dall’estrazione delle materie prime di cui è composto fino allo smaltimento finale. Per i prodotti stampati, dalle foreste al riciclo della carta stampata.

Particolare importanza viene data alla fase di raccolta dei dati, o – come sarebbe più corretto – di inventario, che deve essere metodologicamente ripetibile e fornire dati completi, consistenti, accurati e soprattutto trasparenti.

La norma ISO 16759 per uno studio di carbon footprint prevede le seguenti fasi:

  • Definizione dell’unità funzionale cui tutti i dati saranno poi riferiti;
  • Ipotesi del ciclo di vita;
  • Definizione dei confini del sistema;
  • Inventario dei processi e demi materiale che sono le fondamenta del calcolo;
  • Procedure di allocazione dei dati;
  • Analisi dei dati e della qualità dei dati;
  • Limiti del modello;
  • Incertezza del modello;
  • Reportistica per comunicazione.

Tutti questi punti sono descritti con chiarezza e corredati sempre da uno o più esempi.

In fase di stesura è stato inoltre dedicato molto tempo all’analisi delle fonti energetiche e al loro utilizzo. In particolare, dopo lunghe discussioni, è stato stabilito un criterio di preferenzialità che parte dal dato certo, quando reso disponibile dal proprio fornitore locale, sino ad arrivare, in caso di totale mancanza di dati diretti, a utilizzare quello generico e medio fornito dai vari software di calcolo.

Opzionale è invece l’analisi del fine vita del prodotto; questo è stato deciso perché in molti casi non è possibile ipotizzare uno scenario reale o credibile; diverso infatti è immaginare la vita di un volantino per supermercato da quella di un libro di fotografie o da un’affissione pubblicitaria. È probabile che nella prima revisione della norma questo aspetto venga cambiato dato che è stato il frutto di un compromesso mai realmente accettato.

La fase di distribuzione di un prodotto, se compresa nei confini del sistema (per alcuni prodotti potrebbe infatti non esserci), deve essere considerata e quindi calcolata.

Tutti i processi produttivi impiegati, tutti i materiali devono rientrare nel calcolo e per questi è obbligatorio raccogliere dati primari, ovvero diretti.

Gli ultimi due capitoli, il numero sei e sette, sono dedicati alla reportistica e alla comunicazione della carbon footprint, quasi a sottolineare la grande attenzione e importanza che questi due momenti hanno all’interno della norma stessa.

Seguono quindi una quindicina di pagine di esempi e linee guida per aiutare l’utilizzatore della ISO 16759 a comprenderne tutti i dettagli e tutte le implicazioni che hanno le scelte operate nelle varie fasi dello studio sul risultato finale.

Perché calcolare la carbon footprint

La norma, oltre a definire una metodologia chiara e trasparente per calcolare la carbon footprint dei prodotti stampati, vuole essere una vera e propria linea guida, definendo in maniera semplice le scelte che devono essere operate per ottenere un dato solido e credibile da comunicare, con strumenti di facile lettura per non ingannare il potenziale destinatario. In questo senso laddove si volesse impiegare la ISO 16759 per comparare uno stampato a un altro, oltre a doverlo sin da subito identificare come scopo dello studio, la norma concede molti meno margini di libertà all’utilizzatore, proprio per evitare di produrre dati solo virtualmente comparabili.

La norma è quindi uno strumento, non solo di efficace comunicazione, ma soprattutto di vera analisi dei processi di produzione. Diventa un supporto prezioso per non cadere nella facile trappola della compensazione approssimativa e del greenwashing. La ISO 16759 si configura come strumento informativo per guidare le scelte future, in termini di riduzione degli sprechi, ottimizzazione ed efficientemente dei processi, con in più, il non poco trascurabile risvolto di ridurre nel tempo anche i costi.

Diversamente ecologiche: carte che raccontano un impegno green e riflessi socio-economico importanti

Natural Fiber Paper è fatta rigorosamente a mano, e impiega essenze autoctone e disponibili in quantità sostenibile.
Natural Fiber Paper è fatta rigorosamente a mano, e impiega essenze autoctone e disponibili in quantità sostenibile.

Clara Montani

C’è fermento nel mondo della carta. Un’effervescenza che mai come oggi si nutre e mette in scena i traguardi raggiunti dalle cartiere nell’ambito di una produzione eco-sostenibile, risparmio energetico, gestione responsabile delle foreste, aumento dell’utilizzo di carte riciclate e così via.

Grandi sforzi legati al tema ambientale che hanno portato le cartiere a conseguire vari tipi di certificazioni (i termini FSC, FSC, Pefc, Ecolabel, ecc. sono ormai entrati a pieno titolo nel linguaggio di uso comune quando si parla di carta), attestati che sono diventati il fiore all’occhiello per questo supporto di comunicazione che mai come oggi si trova a dover affrontare le insidie rappresentate dal Web. Senza voler aprire qui il dibattito relativo all’interazione e ai futuri assetti che si creeranno tra carta stampata e mondo online, ci sembra interessante esplorare in questo contesto alcuni progetti che hanno come protagoniste le cartiere e il loro impegno nella ricerca. Come dicevamo, non si tratta solo di progetti legati all’ambiente ma anche di iniziative che vedono la carta diventare protagonista in ambiti diversi dalla stampa, quale può essere per esempio il mondo del design o dell’arredamento, passando poi alle carte ecologiche che prevedono l’aggiunta di vari materiali di scarto o sono prodotte con fibre vegetali fino ad arrivare ai riflessi socio-economico positivi che anche la più piccola produzione artigianale di carta può avere in alcune zone dei paesi in via di sviluppo.

Carta sughero

Carta Sughero di Icma è ottenuta laminando su carta trucioli di sughero recuperati da lavorazioni primarie.
Carta Sughero di Icma è ottenuta laminando su carta trucioli di sughero recuperati da lavorazioni primarie.

Iniziamo con una carta speciale, caratterizzata da una superficie irregolare – che è poi il suo pregio maggiore – dovuta all’irregolarità della materia prima. Stiamo parlando della carta Sughero di Icma, ottenuta laminando su carta trucioli di sughero recuperati da lavorazioni primarie. Un prodotto ecologico non solo perché naturale al 100% ma anche perché limita gli sprechi. Si può stampare a caldo in offset e serigrafia. L’unica raccomandazione che arriva dal produttore è quella di usare inchiostri ossidativi o quick-set di alta qualità.

Crush, da scarti di lavorazioni agro-alimentari

Come non parlare in questo contesto anche della Crush di Favini  che in fase di produzione prevede l’aggiunta di scarti derivanti dalla lavorazione in meno a favore dell’utilizzo degli scarti derivanti da lavorazioni agro-alimentari (agrumi, kiwi, mais, caffè, olive, nocciole mandorle). Un’ idea ingegnosa che permette di sostituire fino al 15% di cellulosa vergine derivante da alberi e che rende questa carta bella e tattile, ideale per la produzione di cataloghi, mailing, edizioni, packaging per profumi e cosmesi. Tutte peculiarità che hanno attirato anche l’attenzione di un big della pasta quale è Barilla che su questa scia ha chiesto a Favini di produrre Cartacrusca, una carta che sostituisce il 17% di cellulosa proveniente dagli alberi con la crusca.

«Una sfida alla tecnologia dell’omologazione»

Natural Fiber Paper è fatta rigorosamente a mano, e impiega essenze autoctone e disponibili in quantità sostenibile.
Natural Fiber Paper è fatta rigorosamente a mano, e impiega essenze autoctone e disponibili in quantità sostenibile.

Segue la linea di carte in fibra naturale vegetale Natural Fiber Paper fatta rigorosamente a mano, «una sfida alla tecnologia dell’omologazione», sottolinea questo produttore di carte che impiega essenze autoctone e disponibili in quantità sostenibile, vale a dire che la produzione è legata alla disponibilità o meno della materia prima. Naturali al 100% queste carte sono prodotte senza l’impiego di prodotti chimici utilizzando fibre di Cactus, paglia selvatica, aglio, pita, uva, quebracho, tabaquillo, mais, banano. La carta viene prodotta secondo una sequenza di lavorazioni che vanno dalla raccolta della materia prima nel territorio, selezione e taglio, bollitura, decantazione, pescaggio, essiccazione. La disponibilità di formato sono 50×70 e viene prodotta seguendo il concetto «custom paper» ovvero una produzione esclusiva per un solo cliente. Il suo impiego è nel packaging di lusso, etichette, libri portafoto, ma anche per realizzare lampade e paralumi.

Dedicata al desgin

La carta Repap  (distribuita in Italia da Paper&People) ha invece un’altra particolarità: è un brand dedicato al mondo del design (è venduto nelle librerie, concept store, negozi di design, negli shop dei musei, ecc.), ideale per produrre taccuini di pregio. Il nome deriva dalla parola «paper» scritta al contrario e si tratta di una carta riciclabile al 100% e biodegradabile ottenuta con un processo particolare e utilizzando come materia prima il carbonato di calcio presente nelle rocce.

La «carta della pace»

È il progetto portato avanti da Maximus, una onlus che collabora con vari gruppi Faitrade in Sri Lanka e si propone di educare i villaggi al rispetto degli elefanti. La carta battezzata Elephant Dung Paper impiega come materia lo sterco degli elefanti che una volta raccolto viene seccato al sole, bollito con un disinfettante naturale, impastato ad acqua e con carta riciclata. Il composto viene poi passato sotto un rullo che elimina l’acqua e lo rende sottile. Questa carta è importata e distribuita dalla Cooperativa Sociale Vagamondi di Formniginw.

Carta a Mano nelle Ande

Si chiama Carta a Mano nelle Ande ed è un progetto onlus partito nel 2009 da un gruppo di imprenditori e tecnici cartai che hanno voluto portare la loro esperienza in una delle zone più difficili del Perù. L’idea è sfociata nell’apertura di una cartiera artigianale che produce carte a mano seguendo i dettami dell’antica tradizione cartaria italiana. Non a caso a offrire il proprio supporto in termini di insegnamento professionale è stato un mastro cartaio di Fabriano.

La materia prima impiegata è 100% cotone delle preziose qualità locali caratterizzata da fibre lunghe, sottili e resistenti, purificato con un processo rispettoso della natura. Nella linea di carte per artisti la peculiarità sono i quattro bordi intonsi uniti all’essenza del senso di fibra. Questo permette di avere una carta pregiata che non si limita solo a essere utilizzata per acquerello ma anche per cartoncini per inviti, carta da lettere, partecipazioni e, soprattutto, carte filigranate, ormai difficili – e assai costose – da reperire in Europa quando servono piccoli quantitativi. Paper&People collabora con Carta a Mano delle Ande per la promozione e commercializzazione di queste carte.

Cartoncini per inviti e carte filigranate di Carta a Mano nelle Ande. La materia prima impiegata è 100% cotone delle preziose qualità locali caratterizzata da fibre lunghe, sottili e resistenti, purificato con un processo rispettoso della natura.
Cartoncini per inviti e carte filigranate di Carta a Mano nelle Ande. La materia prima impiegata è 100% cotone delle preziose qualità locali caratterizzata da fibre lunghe, sottili e resistenti, purificato con un processo rispettoso della natura.

Photoshop: alcune delle caratteristiche utili da sapere quando si lavora

Figura 1. Il livello di testo si crea automaticamente non appena fate clic con lo strumento Testo orizzontale o Testo verticale, non è necessario creare preventivamente un livello vuoto.

Quando fate uso dei due strumenti testo principali (su un totale di quattro) si crea sempre, automaticamente, un nuovo livello testuale, questo significa che non è necessario creare preventivamente un nuovo livello.

Lo puntualizzo perché vedo spesso operatori che lo fanno prima di scrivere ed è un passaggio ridondante.

Figura 1. Il livello di testo si crea automaticamente non appena fate clic con lo strumento Testo orizzontale o Testo verticale, non è necessario creare preventivamente un livello vuoto.
Figura 1. Il livello di testo si crea automaticamente non appena fate clic con lo strumento Testo orizzontale o Testo verticale, non è necessario creare preventivamente un livello vuoto.

Dei quattro strumenti di testo nominati probabilmente userete quasi sempre quello orizzontale, mentre i due chiamati Maschera testo probabilmente resteranno nel cassetto a lungo, ce ne sono poi altri due «nascosti» che compaiono solo in specifiche circostanze (vedi la fine articolo).

Il testo indipendente

Se fate un solo clic create una singola linea di testo conosciuta come testo indipendente, mano a mano che digitate il cursore prosegue verso destra oltre il limite destro del «foglio» all’infinito, per lo meno fino a che non andate a capo manualmente schiacciando il tasto invio (2).

Figura 2. Il testo indipendente prosegue all’infinito finché non si va a capo manualmente.
Figura 2. Il testo indipendente prosegue all’infinito finché non si va a capo manualmente.

Questo di fatto ne suggerisce l’utilizzo prevalentemente in caso di titolazioni, singole denominazioni o brevi didascalie.

Per confermare l’inserimento potete cliccare sul segno di spunta in alto a destra nella barra delle opzioni oppure premere i tasti Ctrl (cmd) + Invio, mentre per annullarlo avete in alto a destra il pulsante con il simbolo del divieto oppure potete premere Esc (3).

Figura 4. Trascinando sulle maniglie della cornice di testo se ne modifica la dimensione senza intaccare il corpo del carattere; il segno + in basso a destra indica che c’è altro testo non correntemente visualizzato.
Figura 3. Trascinando sulle maniglie della cornice di testo se ne modifica la dimensione senza intaccare il corpo del carattere; il segno + in basso a destra indica che c’è altro testo non correntemente visualizzato.

Il testo paragrafo

L’altra alternativa è il testo paragrafo, creato facendo clic e trascinando di modo da delimitare un’area rettangolare delle dimensioni desiderate. In questa condizione quando si digita il testo è delimitato dal rettangolo preventivamente disegnato e andrà a capo automaticamente una volta raggiunto il bordo.

Per ridimensionare la cornice di testo cliccate e trascinate una delle maniglie (angolari o mediane) così da far rifluire il testo digitato in conformità al nuovo ingombro senza cambiarne il corpo, la sillabazione seguirà la lingua del dizionario scelto mentre un simbolo «+» in basso a destra vi avvertirà che c’è altro testo non visibile nell’attuale cornice (4).

Figura 4. La finestra di dialogo che compare facendo alt + clic con lo strumento testo, potete indicare dimensioni specifiche anziché trascinare in modo empirico.
Figura 4. La finestra di dialogo che compare facendo alt + clic con lo strumento testo, potete indicare dimensioni specifiche anziché trascinare in modo empirico.

Per creare una cornice di dimensioni specifiche fate alt+clic sul documento e inserite i valori desiderati nella finestra di dialogo che comparirà (5).

Figura 5. L’allineamento ottico al margine creato dalla Punteggiatura esterna romano: considera le differenze di peso dei glifi che si trovano in prossimità della cornice.
Figura 5. L’allineamento ottico al margine creato dalla Punteggiatura esterna romano: considera le differenze di peso dei glifi che si trovano in prossimità della cornice.

Più controllo

Nella barra delle opzioni potete controllare alcuni dei parametri fondamentali riguardanti il testo come il font, lo stile, il corpo, l’anti alias, parte dell’allineamento e il colore, anche lavorando su selezioni di testo parziali come singole parole o singole lettere.

Il vero e proprio pannello Carattere (così come il pannello Paragrafo) invece offre molto più controllo e parametri più specifici, come la crenatura, la spaziatura e l’interlinea ecc… e qualunque siano i parametri che modificate questi diventeranno il default per le successive digitazioni.

Un trucchetto per selezionare istantaneamente tutto il testo di un livello è fare doppio clic sulla miniatura del livello contraddistinta dalla lettera T, questo attiverà automaticamente lo strumento testo qualora non sia già attivo.

Nel menu del pannello Paragrafo vi segnalo anche due voci (anzi tre) spesso trascurate:

  1. la punteggiatura esterna romano: sostanzialmente è un allineamento ottico al margine,
  2. la composizione multiriga al posto di quella singola riga, valida in caso di cornici di testo con molto contenuto (6).
Figura 6. Un esempio di testo interno a un tracciato. La forma è personalizzabile anche a posteriori con l’utilizzo degli strumenti vettoriali tradizionali.
Figura 6. Un esempio di testo interno a un tracciato. La forma è personalizzabile anche a posteriori con l’utilizzo degli strumenti vettoriali tradizionali.

Per fare qualche rapido test su come queste opzioni cambino l’aspetto del testo, create una cornice di testo e riempitela con del segnaposto dal menu Testo>Incolla Lorem Ipsum (ebbene si, il famoso Lorem Ipsum).

Se utilizzate spesso lo strumento testo con determinate impostazioni è caldamente consigliabile salvare un predefinito cliccando sull’icona in alto a sinistra nella barra delle opzioni, così da poterlo richiamare semplicemente selezionandolo.

Gli strumenti «nascosti»

Se prima di utilizzare lo strumento create un livello di forma, quindi di fatto un tracciato vettoriale, potete abilitare ciò che in Illustrator è da tempo attivabile direttamente: lo strumento testo su tracciato e testo dentro al tracciato.

Vi accorgerete di questa particolare modalità avvicinando il cursore dello strumento testo al tracciato oppure facendolo scorrere sopra alla forma: nel primo caso comparirà un’ondina sotto al cursore, nel secondo un cerchio, entrambi tratteggiati.

Facendo clic in una di queste due condizioni il testo seguirà l’andamento del tracciato (nel primo caso) oppure verrà contenuto nella forma, senza eliminare il livello iniziale ma creandone uno nuovo, testuale. Il tracciato di base o di contorno può essere poi modificato dinamicamente con i consueti strumenti di Selezione diretta o Cambia punto di ancoraggio.

Il Web to Print è amico dell’ambiente?

Abbiamo chiesto ai principali player del W2P il loro modo di operare per l'ambiente: molti hanno ottenuto certificazioni e messo in atto diverse iniziative rivolte al risparmio energetico, alla riduzione di emissioni di CO2 e alla sostenibilità ambientale e sociale.

Ecco le loro risposte…

Cewe Print: grande produzione e rispetto per l’ambiente

Cewe-Print.it, nata nel 2013, è la «tipografia online» di Cewe, tra le aziende in Europa nei servizi online di stampa fotografica. La produzione avviene nello stabilimento di Dresda, specializzato nella stampa offset. L’offerta prevede svariati prodotti di stampa tra volantini, pieghevoli, manifesti, calendari, carta intestata e biglietti da visita e tanto altro ancora.

«Siamo convinti che una grande azienda come la nostra non si debba prefiggere soltanto di offrire qualità e prezzi convenienti, ma debba anche agire responsabilmente nei confronti della società e dell’ambiente», afferma Luca Lupoli, responsabile marketing di Cewe-Print.it. «Mettiamo in atto varie misure e iniziative volte a ridurre o a compensare l’impatto sull’ambiente delle nostre attività produttive. Dal punto di vista della produzione, ne analizziamo costantemente i processi per ottimizzare l’impiego delle materie prime ed eliminare gli elementi che arrecano danno alla natura e all’uomo».

Cewe-Print.it ha già adottato diversi accorgimenti in questa direzione: per esempio, ha eliminato l’impiego di isopropanolo durante la stampa, riducendo le emissioni di CO2 e rendendo così più salubre l’aria in sala stampa. Allo stesso modo ha ridotto drasticamente l’utilizzo di oli minerali nocivi per la salute e per l’ambiente in quanto scarsamente biodegradabili. Ha inoltre installato un sistema di pompaggio, che rende l’approvvigionamento delle macchine estremamente efficiente. «Grazie a questa tecnologia siamo in grado di ridurre al minimo l’impiego di lattine per gli inchiostri, che ci vengono consegnati direttamente in fusti. La riduzione di CO2 inizia però già al momento dell’imposizione delle lastre, che sono ottimizzate a tal punto da permettere un abbattimento del 70% rispetto alla stampa tradizionale», continua Lupoli. «I nostri sforzi però non si concentrano solo sulla sostenibilità dei processi produttivi. Per quanto riguarda la spedizione degli stampati collaboriamo con vari corrieri, tra i quali DPD che, con il programma Total Zero, si impegna a contenere le emissioni di CO2 potenziando il trasporto su rotaia e razionalizzando il consumo energetico di filiali e depositi, ma soprattutto contribuendo alla riforestazione di vaste aree verdi per compensare le emissioni prodotte».

Dal 2013 Cewe-Print.it è certificata FSC® (FSC ®C101851): in questo modo i clienti possono scegliere consapevolmente di stampare i propri prodotti su carte realizzate con materie prime provenienti da foreste certificate FSC ®. Attualmente sta poi lavorando a un progetto che permetterà ai clienti, che lo desiderano, di finanziare progetti di riforestazione o di difesa dell’ambiente.

Luca Lupoli, responsabile marketing di Cewe-Print.it.
Luca Lupoli, responsabile marketing di Cewe-Print.it.

Exaprint: acquisti responsabili e riduzione degli sprechi

Sono passati quasi 15 anni da quando Exaprint ha creato il concetto della «tipografia 100% rivolta ai professionisti delle arti grafiche». La visione è rimasta inalterata nel tempo: unire le competenze di professionisti di fiducia a una piattaforma d’acquisto online, che si appoggia a numerosi siti di produzione industriale. I prodotti variano dai biglietti e cartoline agli stampati per ufficio e ristoranti, dai flyer e dépliant fino ai fogli macchina, brochure, manifesti, segnaletica e così via.

Sul fronte dell’aspetto ecologico, l’azienda si sta muovendo su diversi fronti, partendo dalla riduzione degli sprechi alla fonte, come spiega il direttore marketing Raffaele Bozza: «Utilizziamo contenitori inchiostro da 200 litri (riduzione scarti imballaggio, meno spreco di prodotto), con distribuzione automatica, panni lavabili e riutilizzabili per la pulizia macchine, il processo CTP è privo di prodotti chimici e perseguiamo l’obiettivo “zero carta” internamente. Non solo. Applichiamo un’attenta gestione dell’energia, recuperando il calore generato da alcune macchinari per riscaldare ambienti di lavoro, effettuando il riscaldamento e condizionamento attraverso pompe di calore, prestando attenzione particolare alle performance energetiche dei macchinari prima della decisione di acquisto e sensibilizzando il personale sull’aspetto del risparmio energetico. Inoltre abbiamo istituito un sistema di gestione ambientale (ISO 14001), abbiamo aderito ai principi del Global Compact e provvediamo alla valutazione annuale delle emissioni di gas a effetto serra (carbon footprint)».

Exaprint riesce a riciclare al 99% i rifiuti. A questo proposito si è attrezzata con un doppio serbatoio per i rifiuti liquidi (soluzioni di risciacquo macchinari, la decalcificazione, riutilizzo acqua lavaggio macchine), contenitori per la raccolta di rifiuti industriali (cartone, plastica, metallo e legno), per aerosol (spray antistatici), filtri olio e batterie, contenitori sigillati per i rifiuti specifici. Il riciclo è applicato anche al materiale informatico e alla carta (2.000 tonnellate all’anno). «La nostra azienda si muove anche su altri fronti: per esempio, scegliendo materiali di consumo in base al loro impatto ambientale, utilizzando inchiostri a base vegetale e toner riciclabili», afferma Bozza, «eliminando progressivamente l’alcool isopropilico (la maggior parte dei siti produttivi opera con lo 0% di alcool) e rivolgendosi a fornitori eco-responsabili».

Inoltre Exaprint ha come corriere principale TNT, che si sta impegnando a ridurre l’impatto ambientale investendo in tecnologie pulite e sensibilizzando gli stakeholder sull’importanza di un utilizzo consapevole delle risorse naturali. Si tratta di un programma a lungo termine focalizzato sulla riduzione delle emissioni di anidride carbonica (CO2) ottimizzando sia i consumi energetici delle infrastrutture, sia le performance della flotta con soluzioni innovative, quali il trasporto intermodale gomma-rotaia avviato nel 2009 in Europa. Da evidenziare anche l’introduzione di 115 Iveco Daily a metano nella flotta di distribuzione impegnata a Roma e nel Centro Italia, e il varo dei programmi di «green IT» per ridurre i consumi di energia elettrica.

Raffaele Bozza, direttore marketing Exaprint.
Raffaele Bozza, direttore marketing Exaprint.

Onlineprinters: tutela ambientale e sostenibilità

Nella sua stamperia interna Onlineprinters produce stampati quali volantini, cartoline, cartelle, prospetti, poster, carta da lettera, biglietti da visita, opuscoli, cataloghi, sistemi pubblicitari e molto altro ancora, con una qualità di stampa offset e digitale di alto livello.

«L’impegno verso la protezione dell’ambiente riveste un ruolo centrale nella nostra società. Per fare davvero la differenza non basta sostenere un progetto di tanto in tanto o modificare un solo stadio del processo di produzione», afferma Walter Meyer, CEO di Onlineprinters. «Noi, come azienda, stiamo adottando un approccio olistico al tema: crediamo, infatti, nella tutela ambientale dall’ordine alla spedizione».

L’azienda di consulenza ClimateParter ha analizzato l’impatto ambientale delle business operation del Web shop di Onlineprinters (server, sviluppo, supporto, sales e design). Per compensare le emissioni prodotte, Websale, il partner che gestisce la piattaforma, promuove un progetto di trattamento certificato dell’acqua che mira a ridurre le emissioni di CO2. Così facendo garantisce che i server dedicati agli shop online abbiano un impatto neutro sull’ambiente: ciò significa che i 14 Web shop europei di Onlineprinters sono carbon neutral al cento per cento.

Un’altra iniziativa importante è l’opzione «Stampa climaneutral – Neutralità per il clima». Comporta un costo supplementare per il cliente che aderisce, ma in questo modo è in grado di compensare la quantità di CO2 finanziando, a sua scelta, progetti di tutela ambientale, di promozione delle energie rinnovabili o di riforestazione. «L’impegno verso la protezione dell’ambiente riveste un ruolo centrale nella nostra società. In un processo così complesso come quello della stampa, dall’ordine alla spedizione della merce, è essenziale che tutte le aree siano ben integrate», commenta Meyer, «ed è altrettanto importante che la tutela ambientale sia alla portata di tutti: per questo, il supplemento medio aggiuntivo per l’opzione “Stampa climaneutral” corrisponde solo allo 0,7 per cento del costo dell’ordine».

Altre iniziative per la tutela dell’ambiente e del clima includono l’acquisto sostenibile, il riciclaggio coerente delle cartucce d’inchiostro e toner, la rigorosa separazione e riduzione dei rifiuti, il recupero dell’acqua calda e del calore degli ambienti, l’uso della carta FSC e Pefc e altre misure eco-friendly in fase di prestampa, produzione e successiva trasformazione. Onlineprinters, inoltre, utilizza esclusivamente materiali d’imballaggio riciclabili certificati.

Con Onlineprinters anche la spedizione dei prodotti è ecosostenibile. Infatti, UPS, suo partner logistico, grazie alla «spedizione carbon neutral», sostiene l’impegno di eco-sostenibilità dei clienti della stamperia online. Inoltre, compensa le emissioni causate dal trasporto, supportando progetti come lo smaltimento di gas metano prodotto dalle discariche nonché il rimboschimento e il trattamento delle acque reflue.

Walter Meyer, CEO di Onlineprinters, e il fondatore, Erwin Meyer, in primo piano.
Walter Meyer, CEO di Onlineprinters, e il fondatore, Erwin Meyer, in primo piano.

Pixartprinting: coinvolgere tutti in piccoli gesti

Pixartprinting opera e produce presso la sede di Quarto D’Altino, in provincia di Venezia, impiegando attualmente 338 dipendenti e garantendo un servizio «7 giorni su 7» a circa 120mila clienti attivi in Europa. Entro il 2014 verrà aggiunta un’ulteriore superficie di 12mila metri quadrati, per un totale di trentamila metri quadri complessivi di area destinata alla produzione. Basta un clic per visionare nella vetrina virtuale online una gamma di prodotti completa – dal biglietto da visita alle riviste, dai poster alle bandiere in tessuto, dagli espositori in cartone ai maxibanner – in grado di soddisfare le esigenze di stampa della clientela professionale.

Pixartprinting ha come obiettivo quello di garantire elevati livelli di tutela per la sicurezza, la salute sul lavoro e il benessere fisico e psicologico di tutte le persone che lavorano in azienda. È sensibile alle tematiche ambientali e quotidianamente è alla ricerca di un miglioramento continuo all’interno della propria organizzazione e attività, come spiega Marcello Libralato, Manager delle Risorse Umane; «Pixartprinting presta molta attenzione a tutte le forme di impatto ambientale che l’azienda potenzialmente potrebbe generare, implementando nel tempo diverse procedure e materiali in chiave di eco-sostenibilità. In linea con questa filosofia, abbiamo intrapreso un percorso che ha portato a ottenere a marzo 2013 la certificazione ISO 14001. Questa scelta ha guidato Pixartprinting verso una sempre maggiore sensibilità ambientale a tutti i livelli».

Tra le più importanti soluzioni adottate, l’utilizzo di sistemi che garantiscono un maggiore risparmio energetico e l’implementazione di impianti di aspirazione per la depurazione dell’aria, che contribuiscono a rendere salubre l’ambiente di lavoro. «Inoltre, per uno stampato green è fondamentale anche la selezione dei materiali impiegati per la stampa. E Pixartprinting sceglie sempre i supporti più eco-compatibili», afferma Libralato, che prosegue dicendo che «l’impegno di Pixartprinting nei confronti dell’ecologia coinvolge tutto lo staff che, con piccoli gesti come la raccolta differenziata e il riciclo della carta, si impegna quotidianamente nel rispetto della politica ambientale dell’azienda».

Marcello Libralato, Manager delle Risorse Umane di Pixartprinting.
Marcello Libralato, Manager delle Risorse Umane di Pixartprinting.

PressUp: attenzione ai processi

PressUp è una società italiana che opera nel settore della stampa online, utilizzando materiali di qualità e ambientalmente sostenibili e combinando la stampa digitale (Hp Indigo) e offset (Komori e Heildelberg), con particolare riguardo al risparmio energetico. I prodotti spaziano dai cataloghi alle riviste, volantini, libri, dépliant, biglietti fino alle vetrofanie e cartoline nonché biglietti di auguri e molto altro ancora.

«Press Up è impegnata da sempre a sviluppare e mantenere elevati standard qualitativi per i propri prodotti e servizi, risultato di un’attenzione costante e continuativa rivolta al miglioramento dei processi di produzione e alla selezione di materie prime di pregio ed eco-compatibili», afferma Vincenzo Cirimele, CEO di Press Up. «È una green company che persegue attivamente l’obiettivo di minimizzare gli impatti sull’ambiente attraverso l’impiego di macchine di nuova generazione e l’adozione di politiche responsabili di approvvigionamento delle materie prime».

A tale scopo, Press Up ha conseguito le certificazioni ISO 9001 e FSC (Forest Stewardship Council), e sta portando avanti l’iter di certificazione Pefc (Programme for the Endorsement of Forest Certification). Le ultime due garantiscono che l’approvvigionamento della carta abbia origine da foreste gestite in modo responsabile, sia dal punto di vista etico sia ambientale. Inoltre ha adottato un sistema di gestione ambientale integrato, che definisce e governa il raggiungimento degli obiettivi economici, di qualità e rispetto per l’ambiente, intervenendo su tutte le principali dimensioni aziendali: processi (commerciale, progettazione, approvvigionamento e produzione), impianti e infrastrutture (pre-stampa, stampa, allestimento e delivery) e materie prime. Su quest’ultimo fronte utilizza carta certificata FSC, seleziona e impiega esclusivamente inchiostri a basso impatto ambientale, ovvero a base d’olio vegetale prodotti con materie prime rinnovabili, e usa materie prime prodotte in Europa nel pieno rispetto delle direttive comunitarie in tema di protezione ambientale.

«Per quanto concerne impianti e infrastrutture, Press Up ha investito e continua a investire nel rinnovo dei propri impianti per cogliere le opportunità che l’evoluzione tecnologica offre in termini di maggiore produttività ed efficienza energetica, minori tempi di avviamento con ridotti consumi di carta e inchiostri per l’avvio delle macchine da stampa nonché minori scarti e ridotta produzione di rifiuti e impiego ristretto di additivi chimici», aggiunge il CEO. «Tutti gli impianti sono sottoposti a stretto controllo per monitorarne i consumi e ogni scostamento dalla norma viene segnalato e indirizzato con interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria».

Vincenzo Cirimele, CEO di PressUp.
Vincenzo Cirimele, CEO di PressUp.

Macchingraf: macchine e materiali di consumo all’insegna del basso impatto ambientale

Product Business Manager Sheetfed & Finishing in Macchingraf.
Product Business Manager Sheetfed & Finishing in Macchingraf.

La sicurezza nell’ambiente di lavoro e la tutela della salute dei lavoratori sono tematiche di fondamentale importanza per Macchingraf ed è per questo motivo che è stato avviato un progetto di «Sistema di Gestione Salute e Sicurezza» con l’approvazione da parte del management aziendale del documento sulla «Politica Aziendale per la Salute e sicurezza sul Lavoro», progetto che ha permesso di ottenere la certificazione Ohsas 18001 – (Occupational Health and Safety Assessment Series), che definisce i requisiti di un Sistema di Gestione della Sicurezza e della Salute dei Lavoratori (SSL), secondo quanto previsto dalle normative vigenti e in base ai pericoli e ai rischi potenzialmente presenti sul posto di lavoro. Sostenibilità ambientale e aspetti ecologici sono elementi essenziali anche per Heidelberg, di cui Macchingraf è distributore esclusivo per tutto il territorio italiano. Lo testimoniano le caratteristiche di efficienza e risparmio energetico delle macchine che produce e i materiali di consumo che realizza.

Efficienza energetica

L’incremento continuo del costo dell’energia aumenta l’importanza del consumo energetico effettivo delle attrezzature. «La maggior parte delle persone crede che il consumo energetico sia quello indicato nelle “targhe” delle macchine, scambiandolo con il valore di potenza di connessione. Prendiamo come esempio i valori indicati da Heidelberg per la macchina e i forni di asciugatura della sua soluzione da stampa XL 106, a sei colori con verniciatore e una velocità produttiva di 18mila copie all’ora», spiega Mauro Antonini, Product Business Manager Sheetfed & Finishing in Macchingraf, «Dalle targhe si evince che la macchina ha una potenza di collegamento di 242 kW, ma andando a misurare la potenza realmente assorbita durante la produzione a 18mila copie per ora, ovvero la massima velocità, si è rilevata una potenza assorbita di 151 kW, vale a dire il 61 per cento di quella nominale. Questa si chiama efficienza energetica produttiva, che diventa maggiore con l’aumentare della velocità. Noi abbiamo la possibilità di misurare istantaneamente questa potenza e calcolarla in modo trasparente per consumi basati su cento fogli stampati».

Mauro Antonini, Product Business Manager Sheetfed & Finishing in Macchingraf.
Mauro Antonini, Product Business Manager Sheetfed & Finishing in Macchingraf.

Heidelberg offre un sistema di misurazione del consumo energetico attraverso uno strumento integrato e sviluppato in base alle specifiche del VDMA (German Engineering Federation). I componenti che visualizzano le misurazioni e le valorizzano sono il Wall Screen, sistema di visualizzazione istantaneo collegato alle performance della macchina con la possibilità di creare grafici di efficienza energetica, e il Prinect Energy Reporting, che permette di inserire tutti i dati di consumo nel sistema IT dell’azienda.

Ma quali sono i componenti che contribuiscono all’efficienza energetica rendendo «energy friendly» le macchina da stampa Heidelberg?

«Si possono raggruppare in quattro famiglie. Il motore principale, Sinusoidal Synchronous, di nuova concezione ingegneristica, che permette di raggiungere un’efficienza energetica del 95% comparato ad altri di diversa concezione. In combinazione con il sistema di controllo brevettato da Heidelberg permette risparmi energetici fino a 22.500 kW per anno», precisa Antonini, «Quindi abbiamo DryStar, sistema ad alta efficienza di controllo e gestione dei forni. Inserito nelle uscite delle macchine da stampa Heidelberg, con una distanza dei forni dal foglio di massimo 80 millimetri, permette di avere un’efficienza totale del 20 per cento, superiore a qualsiasi altro sistema presente sul mercato. I 57 distributori di flusso dell’aria calda, geometricamente posizionati in modo da coprire l’intera superfice del foglio, aumentano la capacità di asciugatura e di conseguenza la riduzione del consumo energetico».

Il terzo componente è l’armadio Air Star, che genera l’aria soffiante necessaria alla produzione. È pilotato da turbo ventole che ruotano a una velocità di 14.000 rpm, contro i 3.000-4.000 rpm di quelle tradizionali. Grazie a questa maggiore velocità di rotazione, aumenta in modo deciso l’efficienza (+70% rispetto al passato). In una macchina da stampa offset non poteva mancare l’attenzione alla refrigerazione di bagnatura e inchiostrazione. Ecco perché Heidelberg ha sviluppato l’armadio Combistar Pro, che permette contemporaneamente le due operazioni e può essere a sua volta raffreddato ad acqua, togliendo definitivamente il problema dello scambio di calore della macchina nella sala stampa.

Prodotti ecocompatibili

Saphira Eco è la nuova linea di materiali di consumo eco-compatibili di Heidelberg per l’intero processo di stampa e comprende inchiostri, vernici a base acqua e oli vegetali, additivi e soluzioni di bagnatura, solventi di lavaggio e agenti di pulizia e antiscartini.

«I prodotti Saphira Eco sono realizzati da materie prime rinnovabili o riciclabili rispetto all’ISO 9001/14001 e come richiesto dalla normativa Reach non contengono nessun SVHC (Substance of very high concern ovvero sostanze altamente problematiche), come il CMR (cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione), PBT (persistenti, bioaccumulabili e tossiche) o vPvB (molto persistenti e molto bioaccumulabili)», spiega Francesco Sangiorgi, Product Business Manager Supplies Offset & Flexo in Macchingraf. «Inoltre beneficiano delle basse emissioni, e permettono di risparmiare energia, chimici, inchiostri, acqua e scarti, riducendo le emissioni di VOC (Volatile Organic Compounds – elementi organici volatili) dannosi, come l’ammoniaca. Sono conformi agli standard stabiliti dagli obblighi di legge e a quelli industriali. Utilizzarli rende quindi più semplice agli stampatori attenersi agli standard richiesti e ottenere così le certificazioni ambientali più importanti (come il Nordic Swan e il marchio Ecolabel UE)».

Francesco Sangiorgi, Product Business Manager Supplies Offset & Flexo in Macchingraf.
Francesco Sangiorgi, Product Business Manager Supplies Offset & Flexo in Macchingraf.

Il portafoglio prodotti Saphira Eco viene continuamente aggiornato e implementato per stare al passo con gli ultimi sviluppi.

La nuova linea d’azione di Acimga dopo il cambio al vertice

Il direttore generale di Acimga, Andrea Briganti.
Il direttore generale di Acimga, Andrea Briganti.

L’assemblea di Acimga, (Associazione costruttori italiani macchine per l’industria grafica, cartotecnica, cartaria, di trasformazione e affini), riunita a Milano, ha presentato il nuovo programma e celebrato il cambio al vertice operativo che vede l’avvicendarsi di Andrea Briganti nel ruolo di direttore generale al posto di Guido Corbella. Che cosa cambierà ora per l’associazione che rappresenta un settore con un fatturato 2013 superiore a 2 miliardi di euro per lo più realizzato all’estero? E quale sarà la nuova linea d’azione dopo la guida quarantennale di Corbella che ha saputo valorizzare questo made in Italy industriale in mercati come l’America e la lontanissima Cina?

Il neo eletto direttore generale di Acimga, Andrea Briganti.
Il neo eletto direttore generale di Acimga, Andrea Briganti.

Fiere, networking e grande spinta promozionale

«Cambierà e sta già cambiando» spiega Briganti «l’impostazione strategica che si vuole dare alla parte promozionale. A Affronteremo tutto quello che riguarda il networking e in generale l’uso avanzato della rete per la pubblicità del brand Acimga e delle imprese associate. Ci stiamo spostando sempre più dalla promozione fisica alla promozione attraverso un contatto continuativo con le community via Web. Il tutto sarà legato dall’interesse comune per la stampa sul packaging, la stampa cartotecnica e grafica […]».

«Grande rilievo poi» continua Briganti «sarà dato ai momenti di networking che, grazie all’amplificazione offerta dalla rete, potremmo utilizzare sia per potenziare le occasioni associative sia per raggiungere clienti esistenti e futuri nei vari mercati. In definitiva, tutti i nostri nuovi servizi ruotano interno ai cardini della promozione e dell’internazionalizzazione. Del resto sono queste le core activity di un’associazione come Acimga che oramai ha dati di esportazione per oltre il 70% e, in alcuni casi, del 100%.»

La geografia della domanda di macchine

«La Germania rimane il primo mercato di esportazione in ambito europeo e anche la Francia rientra nelle fascia alta di questo ranking. Tuttavia l’Europa ha subito un pesante rallentamento a fronte di crescite molto sostenute in altri mercati che rappresentano piazze di delocalizzazione produttiva o di subfornitura di materiali di imballo, come i Paesi dell’Est o la Turchia degli ultimi anni. Per il futuro prevediamo un trend sempre più crescente di internazionalizzazione e di vendita estera soprattutto in quelle economie che stanno crescendo o che hanno sempre più bisogno di approvvigionamento tecnologico, come il mercato cinese e statunitense. Il blocco europeo, invece, vedrà ridurre il proprio market share, vuoi per problemi legati alla domanda (in Italia la domanda è quasi a zero), vuoi per il riutilizzo sempre più frequente di certi tipi di tecnologie oltre l’ammortamento. In Italia, nello specifico, il mercato non ha proiezioni positive; tuttavia se interverranno progetti di defiscalizzazione o incentivi sull’aggiornamento del parco macchine, cosa che peraltro stiamo cercando di realizzare insieme a Federmacchine, potremmo assistere a una domanda più sostenuta, almeno pari a quella di oggi, e a una maggior competitività dei nostri attori.»

Una nuova sede

Per Acimga tra le novità c’è anche una nuova sede condivisa con Assocomaplast, l’Associazione dei costruttori di macchine e stampi per materie plastiche e gomma (il nuovo indirizzo: Centro Direzionale Milanofiori – Palazzo F3 20090 Assago – MI). «Si tratta dell’avvio di una sinergia operativa che porterà nel medio termine le due associazioni a organizzare la presenza congiunta delle produzioni italiane nel mondo. «Condividere gli stessi spazi» commenta Briganti «rappresenta una forma aggregativa che non incide solo sui costi, ma anche sull’efficacia dell’azione di filiera più forte e compatta sui mercati. È in sostanza un modo molto pragmatico, ancorché non privo di difficoltà, per fare sistema».

Leggi tutta l’intervista su Italia Grafica di luglio!

Consigli per ottimizzare un’immagine, senza penalizzare completamente la fotografia

Consigli per ottimizzare un’immagine, senza penalizzare completamente la fotografia.
L’immagine originale presenta delle linee cadenti verticali piuttosto accentuate, causate in parte dall’obbiettivo grandangolare a focale breve.

Nelle foto di architettura o paesaggio urbano (e, in misura minore, anche nelle fotografie di interni) è facile imbattersi nel problema delle linee cadenti, specialmente facendo uso di obiettivi grandangolari dove il maggior angolo di visione forza tutti gli oggetti ripresi a trovarsi sullo stesso piano.

L’ideale per minimizzare questo effetto sarebbe mantenere il piano del sensore parallelo al piano dell’edificio che stiamo riprendendo, per esempio allontanandosi a sufficienza, di modo da non incorrere in distorsioni prospettiche o usando obiettivi decentrabili, ma questo non è sempre possibile.

L’immagine originale presenta delle linee cadenti verticali piuttosto accentuate, causate in parte dall’obbiettivo grandangolare a focale breve.
L’immagine (1) originale presenta delle linee cadenti verticali piuttosto accentuate, causate in parte dall’obbiettivo grandangolare a focale breve.

Come correggerle (prima)

Non necessariamente le linee cadenti devono essere indesiderate, a seconda della situazione possono essere decisamente funzionali alla buona riuscita dello scatto, tuttavia in certi contesti architettonici è mandatorio ridurle al minimo per fornire una versione verosimile il più possibile vicina al reale.

Fino a Photoshop CS4 compreso gli strumenti messi a disposizione non erano particolarmente evoluti in questo senso, si doveva lavorare la foto con il comando Modifica>Trasforma>Distorci e sperare che fosse sufficiente; con la versione CS5 venne introdotto il filtro Correzione Lente che aiutava a dare un’impostazione correttiva più controllata e meno empirica.

Nell’immagine 1 si vede la foto di partenza, nella 2 una correzione effettuata solo con il comando di trasformazione, nell’immagine 3 invece c’è l’applicazione della correzione ottica a partire dalle informazioni di deformazione dell’ottica usata.

Il primo approccio correttivo può essere fatto con il comando di Trasformazione libera, le possibilità di modifica sono comunque molto limitate.
Immagine 2. Il primo approccio correttivo può essere fatto con il comando di Trasformazione libera, le possibilità di modifica sono comunque molto limitate.

Il meglio si poteva ottenere con l’utilizzo combinato dei due comandi precedenti su un livello convertito in Oggetto avanzato, così da poter intervenire più volte coi vari aggiustamenti senza intaccare rovinosamente il dettaglio iniziale.

Con il filtro Correzione lente possiamo simulare il decentramento dell’obbiettivo, si tratta di un approccio meno empirico rispetto alla Trasformazione ma consente correzioni comunque limitate.
Immagine 3. Con il filtro Correzione lente possiamo simulare il decentramento dell’obbiettivo, si tratta di un approccio meno empirico rispetto alla Trasformazione ma consente correzioni comunque limitate.

Come correggerle (poi)

Con Photoshop CS6 e l’introduzione del filtro Grandangolo Adattato la musica è cambiata: come si può vedere dall’immagine 4 la finestra del filtro è ben articolata e permette di operare una nutrita serie di interventi.

Immagine 4. Il Grandangolo Adattato introdotto in Photoshop CS6 è di gran lunga la soluzione più efficace, tracciando le linee chiave basta poco per normalizzare la foto.
Immagine 4. Il Grandangolo Adattato introdotto in Photoshop CS6 è di gran lunga la soluzione più efficace, tracciando le linee chiave basta poco per normalizzare la foto.

In alto a sinistra ci sono i due strumenti chiave: Vincolo e Vincolo Poligono (5), a destra si può scegliere il tipo di correzione (Grandangolo, Prospettiva, Automatico e Sfera completa) e appena sotto trovate i tre cursori per il fattore di scala, la Lunghezza focale e l’Entità ritaglio (utili qualora il filtro non trovasse nei metadati dell’immagine le informazioni dell’ottica).

Immagine 5. Gli strumenti fondamentali del filtro Grandangolo adattato, il Vincolo (in alto) e il Vincolo Poligono.
Immagine 5. Gli strumenti fondamentali del filtro Grandangolo adattato, il Vincolo (in alto) e il Vincolo Poligono.

All’opera

Il procedimento è semplice ma richiede un minimo di ragionamento:

a. Scegliere il tipo di Correzione, provate sempre con Automatico nell’eventualità aveste un’immagine con le indicazioni dell’ottica usata. In caso non ne venissero trovate dovrete scegliere tra le tre restanti, per il nostro caso useremo Grandangolo.

b. Utilizzando lo strumento Vincolo poligono identificate nella foto un’area rettangolare che dovrà risultare frontale all’osservatore e cliccate sui quattro vertici.

c. Quando avete inquadrato i rettangoli fate Maiusc+clic su ciascuno linea per portarla istantaneamente alle posizioni orizzontali e verticali. Tenete presente che l’occhio umano caso mai tende a compensare da solo le linee cadenti orizzontali mentre si accorge subito di quelle verticali).

d. Con lo strumento Vincolo tracciate dei segmenti (clic e trascinamento) sulle linee che dovrebbero essere rette e/o ortogonali. Anche qui Maiusc clic funziona come lo strumento precedente ma in più avete la possibilità di ruotare l’inclinazione dei segmenti cliccando e trascinando sui cerchi. Durante questa operazione comparirà vicino al cursore il valore dell’angolo di inclinazione, così è possibile controllare l’entità dell’operazione.

 

 

 

 

 

Se volete vedere come Photoshop sta deformando l’immagine cliccate su Mostra trama, è utile per imparare la corretta disposizione dei Vincoli in funzione del risultato finale (6).

Immagine 6. La griglia di deformazione una volta fissate linee e poligoni chiave, come potete vedere è di gran lunga più complessa di una qualsiasi Trasformazione singola.
Immagine 6. La griglia di deformazione una volta fissate linee e poligoni chiave, come potete vedere è di gran lunga più complessa di una qualsiasi Trasformazione singola.

Nell’immagine 7 infine potete vedere l’efficacia dell’effetto correttivo su un’immagine sferica completa, la situazione forse più complessa che si può incontrare nel panorama delle distorsioni ottiche.

Immagine 7. L’efficacia del filtro trova conferma anche nel caso limite delle foto sferiche complete, dove le linee curve non sono errori, sono inevitabili.
Immagine 7. L’efficacia del filtro trova conferma anche nel caso limite delle foto sferiche complete, dove le linee curve non sono errori, sono inevitabili.

L’entità della trasformazione dipende dall’operatore, non è detto che si debbano raddrizzare tutte le linee allo stesso modo, anzi, in diversi casi correggere totalmente l’aberrazione snatura e penalizza completamente la foto.

Nessun compromesso per le applicazioni wide con Durst

Incoronata a Fespa come «Miglior stampante super wide format roll-to-roll 3 meter +» con l’assegnazione del prestigioso EDP Award, la nuova Rho 312R di Durst fissa un nuovo standard qualitativo per la stampa retroilluminata industriale e fine art.
Incoronata a Fespa come «Miglior stampante super wide format roll-to-roll 3 meter +» con l’assegnazione del prestigioso EDP Award, la nuova Rho 312R di Durst fissa un nuovo standard qualitativo per la stampa retroilluminata industriale e fine art.

Dotata di testine Durst Quadro Array 12M con tecnologia Variodrop e una dimensione delle gocce di 12 picolitri, questa nuova  roll-to-roll garantisce una produttività ineguagliabile e un’eccellente qualità delle immagini, in grado di raggiungere una risoluzione fino a 900 dpi.

Nessun compromesso tra produttività e velocità con Rho 312R che, grazie al suo esclusivo sistema di stampa dotato di oltre 24.000 ugelli e all’esclusiva tecnologia Durst Variodrop, raggiunge i 240 mq/h in modalità high speed e i 122 mq/h in modalità POP. Prestazioni ulteriormente incrementate dalla possibilità di stampare contemporaneamente su due bobine da 1,6 m con code di stampa singole.

L’elevata pigmentazione, inoltre, riduce il consumo d’inchiostro ottimizzando il costo al mq e assicurando un ROI estremamente competitivo.

Tante le funzioni aggiuntive offerte da Rho 312R: stampa in esacromia con diverse opzioni di inchiostro; colore bianco, stampa senza presidio dell’operatore con bobine di grandi dimensioni; opzione di stampa sul retro; funzione integrata di taglio dei bordi. Ideali per questa macchina, gli inchiostri Durst Roll: ecocompatibili, totalmente privi di VOC e accreditati con la rigorosa certificazione ambientale Nordic Swan.

Forte del successo internazionale ottenuto sui prestigiosi palcoscenici di ISA e Fespa, Rho 312R si attesta già come la stampante più flessibile e produttiva della sua classe e rappresenta la soluzione ideale per qualsiasi applicazione wide format dai pannelli retroilluminati di alta qualità alle stampe fine art, dai POP ai banner fino alle carte da parati e alle decorazioni per facciate.

Incoronata a Fespa come «Miglior stampante super wide format roll-to-roll 3 meter +» con l’assegnazione del prestigioso EDP Award, la nuova Rho 312R di Durst fissa un nuovo standard qualitativo per la stampa retroilluminata industriale e fine art.
Incoronata a Fespa come «Miglior stampante super wide format roll-to-roll 3 meter +» con l’assegnazione del prestigioso EDP Award, la nuova Rho 312R di Durst fissa un nuovo standard qualitativo per la stampa retroilluminata industriale e fine art.

Guidare la flessografia verso il nuovo mondo «digitale»

Macchina da stampa Gidue M5 Excellence™ Revo.
Macchina da stampa Gidue M5 Excellence™ Revo.

Revo è un Project Team che coinvolge otto aziende del settore (Adare, Apex, AVT, Dupont, Esko, Flint, Gidue, UPM Raflatac) che collaborano per guidare la flessografia verso il nuovo mondo «digitale» del Printing e del Converting. Consistenza nel processo, efficienza e riduzione dei costi sono gli obiettivi del progetto Revo Digital Flexo Revolution per vincere la sfida dell’Industria delle Etichette e del Packaging per le brevi tirature, la qualità globale e la totale flessibilità.

L’estesa Automazione Digitale nella macchina da stampa è necessaria per raccogliere e sfruttare tutte le opportunità offerte dal nuovo processo flessografico «digitale» Revo. Nelle sezioni di stampa e fustellatura Gidue, i servomotori e le telecamere digitali HD sostituiscono gli occhi e le dita dell’operatore con occhi e dita digitali. Le nuove macchine da stampa Excellence sostituiscono i cilindri di stampa e le fustelle, nel passaggio dal «vecchio» al «nuovo» lavoro, completamente in automatico e senza l’ausilio dell’operatore. Le operazioni di set-up e di produzione sono controllate digitalmente e comportano un intervento molto limitato da parte dell’operatore, che diventa ora un gestore della produzione e un tutor di qualità sulla macchina, dato che la maggior parte delle operazioni sono automatiche e controllate digitalmente. L’Automazione Digitale applicata alle macchine flessografiche, completa la «catena digitale» Revo dalla prestampa, alle lastre, inchiostro, anilox e infine alla stampa e la fustellatura, per raggiungere la piena digitalizzazione Revo delle macchine flexo.

Le dimostrazioni sulla M5 430 UV Flexo Gidue metteranno in luce tutti gli aspetti della Excellence™ Technology: ExcelPrint™, ExcelDie™ and ExcelCut™ per il cambio automatico «non-stop» dei cilindri di stampa, dei cilindri magnetici e dei lamierini flessibili. Scarti e tempi di set-up sono sensibilmente ridotti rispetto alle macchine Digitali, in quanto tutte le operazioni di stampa e trasformazione sono eseguite «tutto-in-un-passo» in modo digitale, mantenendo tutte le variabili sotto controllo.

Maca ha investito sulla tecnologia Revo per la produzione di imballaggio flessibile

Maca Srl è un’azienda italiana che da anni opera con successo nel mercato dell’imballaggio flessibile. Presso la sede dell’azienda, sita a Calvi (Benevento), vengono prodotti imballaggi flessibili di elevata qualità per diversi mercati di competenza, grazie al supporto di un team di professionisti che collabora da sempre per fornire alla clientela le migliori soluzioni in termini di qualità e servizio.

La mission aziendale è incentrata sull’utilizzo della più avanzata tecnologia flessografica ad alta definizione, per ottenere un prodotto stampato con la più elevata qualità di stampa, la maggiore flessibilità e costi ridotti, anche per piccole e medie tirature.

Con l’introduzione del progetto Revo, la direzione di Maca Srl ha recentemente deciso di aggiungere la linea mid-Web in-line per la produzione di piccole tirature ad alta qualità di stampa.

«Attraverso la tecnologia Revo e l’Automazione Digitale di Gidue vogliamo introdurre ai nostri clienti una nuova forma di servizio, che permetta di offrire elevata qualità di stampa, tempi di risposta rapidi ed efficaci e ampia flessibilità grafica e produttiva. Il mercato si è evoluto rapidamente e oggi la tecnologia Revo può garantire la ripetibilità nella qualità e nei tempi di consegna, con una rapidità nei tempi di risposta che era impensabile fino a qualche mese fa. La tecnologia Revo e l’Automazione Digitale di Gidue possono davvero rivoluzionare il settore dell’Imballaggio Flessibile» ha affermato l’Ing. Salvatore Polverino, CEO in Maca Srl.

La macchina da stampa acquistata è una M5 Revo con una configurazione di 630 mm di ampiezza, 9 unità di stampa, equipaggiata Revo per l’estensione della gamma dei colori durante il processo di stampa e dell’ Automazione Digitale di Gidue per la digitalizzazione dell’intero processo di stampa flessografica.

La tecnologia Revo è basata sull’utilizzo di inchiostri flessografici UV, della completa Automazione Digitale «dal pre-stampa alla stampa» e sull’estensione della gamma dei colori, con la quale è possibile ottenere la maggior parte dei colori Pantone senza necessità alcuna di sostituire nè gli Anilox nè gli inchiostri.

Tra i numerosi vantaggi della tecnologia Revo è importante citare: la prevedibilità e riproducibilità del risultato di stampa; la drammatica riduzione di tempi e scarti di avviamento; la totale flessibilità grafica nel riprodurre un numero infinito di colori sul medesimo lavoro e la possibilità di cambiare lavoro in pochissimi minuti, senza l’intervento manuale dell’operatore.

 

Macchina da stampa Gidue M5 Excellence™ Revo.
Macchina da stampa Gidue M5 Excellence™ Revo.

Converflex si focalizza sempre più sul package printing

Le tecnologie del converting si orientano sempre più verso il mondo dell’imballaggio, e Centrexpo Spa, organizzatore della manifestazione, ha deciso per Converflex quest’abbinata strategica: in Ipack-ima sono presenti gli utilizzatori delle tecnologie di converting e in più l’interesse per le tecnologie di converting e package printing è sempre maggiore presso l’industria finale, alimentare e non alimentare. Questi vantaggi, nella prossima edizione, saranno esaltati dalla concomitanza con Expo 2015.

Allo stesso tempo, viene meno l’abbinamento storico con Grafitalia, determinato da due fattori: da un lato l’andamento delle dinamiche sia economiche che tecnologiche del settore di riferimento di Converflex, che sono sempre più distanti da quelle riguardanti Grafitalia; dall’altro, la marcata vicinanza del converting al packaging, con quest’ultimo che ne costituisce il traino fondamentale, e la rilevante tendenza delle tecnologie di stampa ad orientarsi verso il package printing.

Converflex fin dal 1981 è stata la prima manifestazione dedicata a tutte le tecnologie del converting (converting-package printing-labelling) facendo tendenza a livello internazionale: in tempi recentissimi la stampa su imballaggio sta catalizzando l’interesse anche delle più grandi mostre internazionali del settore grafico.

Centrexpo ha deciso di dare massima concretezza all’abbinata strategica con la collocazione di Converflex nel padiglione 2 di Fieramilano – nel cuore del quartiere espositivo di Ipack-Ima in postazione centrale e nelle immediate vicinanze all’accesso metropolitana e logisticamente vicina all’area di Expo 2015 e di agevolare il più possibile la presenza di macchine e tecnologie. La fiera sarà oggetto di una massiccia promozione internazionale e sarà meta di buyer esteri qualificati la cui selezione avverrà con la collaborazione dell’Agenzia ICE.

La focalizzazione nel package printing, settore in crescita, è favorito proprio dallo sviluppo di nuove soluzioni tecnologiche, che sta attirando l’attenzione dei principali stakeholder mondiali. Converflex, con l’autorevole presidenza per la prossima edizione di Simona Michelotti, industriale di primo piano nel settore degli utilizzatori, si conferma marchio vincente per la presenza di macchine e tecnologie esposte e funzionanti, come testimonia la presenza compatta dei costruttori italiani di Acimga, fra i leader mondiali di queste tecnologie.

L’appuntamento sarà arricchito dalle tecnologie di stampa digitale, che sempre più si rivolgono al settore dell’imballaggio come mercato di destinazione e in crescita, rispetto alle difficoltà del mercato delle arti grafiche.