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I segreti di un PDF a norma

L’analisi del PDF è un’attività che spesso riserva delle sorprese che fanno sorridere e disperare. Proviamo a fare una panoramica sui luoghi comuni e i falsi miti che circolano tra i professionisti anche più esperti, prendendo in esame le ultime news su applicazioni con AI e librerie Pantone.

In oltre vent’anni di prestampa ho visto circolare PDF di qualsiasi natura. I primi a dare noie erano quelli generati con Publisher o Word. Poi è arrivato il turno dei tool online, delle stampanti virtuali e dei workaround validati dall’esperienza del grafico di turno. Infine i servizi come Canva e co. che, se da un lato semplificano la vita di chi progetta, a volte rende impossibile quella di chi stampa. Come se non bastasse, le immagini generate con intelligenza artificiale e la recente mossa di Pantone nei confronti di Adobe (o viceversa?) ha reso il settore instabile e preoccupato sulla resa dei PDF mandati in stampa. Quello che si dimentica è che gli errori più comuni partono spesso dalla progettazione e dalla scelta degli elementi da utilizzare: in un misto di “temi evergreen” e criticità più verticali, proviamo a fare il punto su quello che potrebbe nascondersi all’interno di un PDF “non a norma”, una sintesi utile per grafici e creativi ma anche per qualche neofita della prestampa.

Evergreen ma senza “soluzione”

In questa prima parte dell’approfondimento ho raccolto tutti quei temi che, nonostante siano affrontati con cadenza periodica sin dalle scuole secondarie, sono argomenti che suscitano tanta confusione. L’obiettivo è quello di sintetizzare le criticità e offrire spunti di miglioramento, in modo da generare PDF privi da qualsiasi errore elementare.

Crocini, utili ma non indispensabili

Avete presente la schermata di Adobe in cui è possibile selezionare i crocini da inserire nel PDF? Bene, di base questi sono solo segni visivi che non influiscono le geometrie memorizzate all’interno del file. Potreste non metterne alcuno senza pregiudicare il lavoro di prestampa. Di quella sezione è bene sempre inserire le impostazioni di pagina al vivo e, semmai, i soli segni di taglio. I crocini che andranno in stampa molto spesso sono inseriti da software di impositioning, per cui meglio lasciare solo gli essenziali.

Sovrastampa

Croce e delizia degli operatori. Per chi è nel settore da qualche anno, ricorderà il trick da fine anni ‘90 di inserire, per esempio nel nero, 1% di qualsiasi altro colore di quadricromia per forzare la bucatura dei testi. Oggi Adobe ha un pannello dedicato (Attributi) che rende le operazioni elementari, avvertendo anche nel caso in cui la sovrastampa venga applicata a elementi in bianco. Il problema però è avere sempre cognizione di causa è sapere cosa succede quando il file finisce in lavorazione. A salvare il lavoro c’è sempre l’anteprima di output di Acrobat, mai considerata nel suo insieme e che invece è il software “salva grafico” per eccellenza.

Colore: ancora su RGB vs CMYK?

Un evergreen che mai passerà di moda. Potremmo discutere all’infinito sulle altrettante infinite possibilità della gestione colore ma per farla breve sintetizzo con un “parlate sempre con lo stampatore”. I motivi sono semplici: ogni azienda ha un flusso di gestione più o meno allineato agli standard. Fogra39 non è la panacea contro tutti i mali e RGB non è una bestia solo per i dispositivi digitali. A tal proposito, è bene ricordare che la conversione può avvenire a monte, in fase di esportazione PDF oppure prima della stampa. Se poi qualcuno vuole approfondire sul serio, può iniziare su uno speciale di Italia Grafica dedicato al tema.

Colori speciali e livelli

Fustelle, cordoni, stampa a caldo, punzonature. Come fare per indicarle correttamente? In questo caso si può partire da un documento del Ghent Workgroup sul packaging (Processing Steps ndr) che spiega come sarebbe opportuno costruire un PDF ottimizzato. Purtroppo il mondo Adobe non supporta questo genere di esportazioni per cui il consiglio è di affidarsi al buon senso: usiamo i livelli a cui daremo un nome specifico per ogni elemento oltre la stampa. Necessario l’uso di tinte piatte, anche queste con la giusta nomenclatura e con le giuste opzioni di sovrastampa. E se proprio vogliamo evitare incomprensioni, ricordiamoci di specificare le lavorazioni da eseguire in un file di testo oppure seguire i suggerimenti dello stampatore abituale.

Testi: tutto in tracciati ma scordiamoci le modifiche

In molti web to print alla voce Testo risulta l’indicazione della conversione in tracciati o contorni. Questo di sicuro salva le apparenze, soprattutto su qualche RIP che male digerisce alcuni font obsoleti o quelli variabili. Tuttavia gli inconvenienti sono almeno due: il primo, la generazione di migliaia di punti, specie quando il testo è quasi la totalità della copertura grafica. Il secondo è che, almeno con i sistemi più diffusi, è praticamente impossibile procedere ad una correzione, soprattutto in caso di font inusuali o con impostazioni personalizzate di stile. Se possibile, meglio i testi editabili, assicurandosi di includere il font al 100%.

Nuovi sviluppi per nuovi “finti” problemi

In questa sezione vorrei parlare di due aspetti che sono sicuramente sulla cresta dell’onda e che stanno mettendo in crisi grafici e tecnici senza alcuna distinzione. Da un lato il mondo della generazione delle immagini attraverso algoritmi di intelligenza artificiale, dall’altro il mondo Pantone e l’ingresso del servizio a pagamento per l’utilizzo delle tinte nella CC. Entrambi i temi hanno suscitato diverse preoccupazioni negli utenti, proviamo a tranquillizzare gli animi.

AI e Digital Arts: la fine degli artisti?

Sono diverse le piattaforme che riescono a generare immagini inedite attraverso il semplice uso di un prompt di comandi e la campionatura di immagini prese dalla rete. Dall-E, Midjourney e simili stanno riscuotendo molto successo destabilizzando il mondo dei creativi, che vede in questi sistemi una sorta di concorrenza sleale.

«Questione spinosa. L’avvento delle AI Arts di massa segna l’avvio di una stagione critica per la proprietà intellettuale, fagocitando violentemente ruolo e produzione di Artisti e Creators, al limite del plagio e del deepfake. Conflitto di interessi da risolversi con “automatismi” che limitino l’origine dei contenuti ed escludano soprattutto i riferimenti ad autori contemporanei, le fonti marketplace, community portfolio e social portfolio e tutti i soggetti dotati di filigrana». Questo il parere di Massimo Nava, creative strategist, social media expert, digital artist e docente a cui fa eco Marco Lombardo, community manager di Roba da Grafici. «Le immagini prodotte da questi sistemi sembrano avere delle similitudini, soprattutto sui colori molto vividi e saturi. Quale motivo?  I sistemi di immagini generative si sono evoluti seguendo e imparando dalle scelte degli utenti che, statisticamente, sono più propensi nella scelta di immagini con colorazioni sature e vivide. C’è inoltre da specificare che le teorie dei colori che vengono inizialmente insegnate al AI incidono notevolmente sui risultati: ad esempio nella prima versione di Midjourney la contrapposizione di verde e rosso era onnipresente, nella versione 3 il viola è il colore più usato».

Ma quali implicazioni per la stampa? In attesa di capire se queste immagini possono o meno essere utilizzate con finalità commerciali, c’è da dire che spesso contengono tinte fuori dai comuni gamut di stampa (molto oltre se consideriamo lo standard de facto Fogra39), con nessuna specifica colorimetrica e un livello di dettagli che tanto ricorda manipolazioni di ricampionamento eccessive. Ma se le prendiamo per quello che sono, ovvero opere digitali, le criticità si riducono notevolmente: come per un quadro, parliamo di arte che necessita un compromesso tra desiderata e potenzialità della stampa.

Via Pantone dalle librerie Adobe: finalmente

La news del momento è la possibile esclusione delle librerie Pantone da Adobe CC, che permetterà l’integrazione solo attraverso un plugin a pagamento. Partendo dalla personale sensazione che questa sia l’ennesima mossa di Adobe per allontanarsi dal mondo della stampa, a favore di un ecosistema sempre più centrato alla creatività digitale, se si potesse fare il conto di quante incomprensioni ha generato l’utilizzo delle tinte Pantoni, credo che si potrebbe quasi affermare che il fatto che la libreria possa essere epurata da Adobe sia quasi un sollievo. Senza entrare nel merito di chi il colore lo sceglie a video (pretendendo una riproduzione fedele in stampa) le librerie Pantone all’interno della CC sono per lo più utilizzate come riferimenti cromatici. Tuttavia, per mancanza di aggiornamenti puntuali e costanti, spesso sono oggetto di diverse incongruenze sia nella loro selezione sia nell’eventuale conversione in quadricromia.

Alzi la mano, infatti, chi almeno una volta nella sua vita non ha trovato un Pantone di una libreria differente rispetto all’output richiesto o, peggio, diverse percentuali dei quattro colori nella fase di matching con i RIP. Una tendenza che potrà solo peggiorare, visto i tools messi a disposizione da Pantone.

Per questo, da operatore di prestampa, non sono affatto dispiaciuto che l’utilizzo delle tinte possa diventare un’esclusiva in abbonamento, per buona pace dei creativi che dovranno usare sistemi aggiornati e imparare a comunicare anche nella lingua di chi il prodotto deve stamparlo. Le conversioni poi, lasciamole fare a chi ha cognizione di causa, dando fiducia al proprio stampatore ed evitare di girovagare per la sala stampa con uno smartphone come riferimento cromatico universale.

C’è tanto altro ma…

Dalle innovazioni tecnologiche c’è sempre da aspettarsi di tutto e se parliamo di AI e Pantone, posso solo immaginare quale sarà il trend dei prossimi file inviati in stampa. Si aggiungeranno alle tematiche di sempre, aumentando complessità e commistione di errori che renderanno difficile anche solo definire l’ambito preciso su cui intervenire. Gli automatismi aiutano, certo, ma ho imparato ad aspettarmi tutto dai grafici: sono una razza creativa e, a volte, la creatività riesce a dare nuove prospettive anche quando si tratta di esportare un file per la stampa. Per me, una palestra continua dove allenarmi.

Grafox e HP, binomio vincente all’insegna della sostenibilità

Grazie alla tecnologia Latex di HP l’azienda, protagonista nel campo della stampa digitale e degli allestimenti, potrà rispondere alle richieste in termini di sostenibilità, qualità e diversificazione dell’offerta.

Oggi HP è arrivata alla quarta generazione della tecnologia Latex, che consente di perfezionare sempre di più gli aspetti legati alla sostenibilità, oltre a migliorare gli elementi di qualità dei processi e dei prodotti. HP sta inoltre lavorando con il massimo impegno sui processi di produzione, nell’ottica di una piena sostenibilità perché ecologico non significa solo avere una stampa che non rilascia odore ed emissioni nocive, ma riguarda l’intero processo, che parte dalla produzione della stampante, della cartuccia, dell’inchiostro, della stampa e arriva, infine, al prodotto finito.

Grafox nasce nel 1993 con il nome di Graphos, agenzia di prestampa che nel tempo si afferma sul territorio per l’affidabilità e la qualità dei prodotti offerti. Nel 2006, in seguito a un ampliamento della società, diventa Grafox proseguendo nel percorso di specializzazione e promuovendo investimenti nella tecnologia, introducendo la stampa digitale su supporti rigidi e flessibili, realizzando profilati in alluminio per strutture pubblicitarie, soluzioni innovative per la promozione aziendale in ambito fieristico e personalizzando gli spazi di vendita e arredo d’interni. Dal 2018 realizza un coworking che unisce le competenze e le esperienze lavorative di diverse aziende qualificate e specializzate in progettazione, stampa 3D e design. La ricerca, gli investimenti e la lungimiranza fanno oggi di Grafox una delle realtà più solide del suo settore, con oltre quaranta dipendenti, una sede di cinquemila metri quadrati dotata di moderni macchinari e un ampio portfolio clienti.

Alla base degli obiettivi di Grafox risiedono oggi importanti principi e criteri di sostenibilità che guidano le scelte dell’azienda.

«Forse non ne eravamo così consapevoli come lo siamo oggi, ma la nostra scelta sostenibile di avvalerci della tecnologia HP Latex, affonda le sue radici nel 2015 quando il tema del rispetto dell’ambiente non era salito alla ribalta come oggi. Una tecnologia che prende il nome dalla sua componente principale ovvero l’ecologico lattice, inchiostro latex composto da acqua, pigmenti e polimeri di lattice» ha affermato il co-fondatore Grafox, Andrea Lupatelli.

La corporate social sustainability è parte dei temi corporate HP già a partire dal 1957 ed è nel 2008 che l’azienda introduce sul mercato la prima generazione della tecnologia Latex, oggi alla quarta generazione, con un vantaggio competitivo che nel 2020 ha portato HP ad essere riconosciuta tra le aziende più sostenibili al mondo.

Grafox ha deciso di rilanciare la propria “attitudine” green avvalendosi della stampante HP Latex R2000 PLUS, che consente di stampare su una vastissima gamma di supporti, rigidi e flessibili, con una tecnologia ecosostenibile grazie all’inchiostro ad acqua, ad una cartuccia realizzata in cartone anziché in plastica e con un ciclo produttivo – dalla stampa fino al prodotto finito – che non rilascia odore ed emissioni VOC, ovvero composti organici volatili, responsabili di molta parte dell’inquinamento ambientale e dannosi per l’ozono e per l’aria che tutti respiriamo. Senza dimenticare il conseguente riciclo del prodotto stampato che la tecnologia HP Latex assicura poiché non impatta e non modifica le caratteristiche originarie del prodotto.

HP Latex non è solo sinonimo di sostenibilità, ma anche di qualità e varietà di soluzioni, e offre importanti vantaggi come ad esempio la resistenza del bianco lucido, che non ingiallisce nel tempo. Colori brillanti, bianco più lucido ad alta opacità, inchiostri inodore, anima green e flusso di lavoro efficiente sono le caratteristiche che HP Latex R2000 assicura e che stanno ottenendo un forte consenso anche nei settori del fashion, luxury e retail.

Grafox, grazie a questa scelta, potrà così progettare insieme ai clienti più sensibili all’argomento un prodotto considerandone l’impatto ambientale dal momento della sua creazione, valutando ex ante la sua riciclabilità e il suo riutilizzo.  Amplierà inoltre la propria offerta di applicazioni, potendo rafforzare sia le precedenti soluzioni con una connotazione green (banner, vinili, poster) sia utilizzare nuovi materiali di stampa (tessuti, vetro, legno, giocattoli, pelli, cuoio) che potranno incontrare le esigenze più creative e diversificate del cliente che desidera puntare alla qualità senza rinunciare alla sostenibilità e all’attenzione per l’ambiente.

Sempre in ambito sostenibilità, Grafox è impegnata nella realizzazione del progetto Grafox Xchange dedicato alla creazione di una nuova divisione aziendale attenta all’impatto ambientale, attraverso investimenti in macchine per la stampa con inchiostri a base d’acqua HP Latex e l’introduzione nel proprio catalogo prodotti di una serie di supporti, rigidi e flessibili che sono interamente riciclabili o che provengono da prodotti riciclati così da ridurre il proprio impatto ambientale rispetto alla catena di produzione.

Koenig&Bauer, efficienza energetica nella stampa e nel packaging

Koenig&Bauer lancia una soluzione digitale specifica per raccogliere e visualizzare i dati del consumo di energia di un’azienda consentendo così di risparmiare riducendo i costi aziendali e di produzione.

Il cambiamento climatico, la scarsità di risorse e gli alti prezzi dell’energia stanno inviando un chiaro messaggio: la sostenibilità non è solo una questione di responsabilità sociale, ma anche un fattore economico molto rilevante. Di conseguenza, Koenig&Bauer offre ai suoi clienti uno strumento digitale personalizzabile per aiutarli a risparmiare energia e a ridurre i costi: un vero e proprio sistema di gestione dell’energia ottimizzato sviluppato specificamente per l’industria della stampa e del packaging.

La sostenibilità come sfida sociale

«La sostenibilità è la più grande sfida del nostro tempo» afferma Andreas Pleßke, CEO di Koenig&Bauer. «E come azienda la cui storia risale a più di 200 anni fa, abbiamo naturalmente anche una responsabilità nei confronti delle generazioni future». Oltre allo sviluppo di macchine ad alta efficienza energetica, Koenig&Bauer sostiene da anni l’uso di materiali di consumo ecologici e di substrati di stampa biodegradabili. Quando si cerca di ridurre le emissioni di anidride carbonica, tuttavia, è opportuno considerare i requisiti energetici dell’intero impianto di produzione, dalle attrezzature dell’officina ai servizi e agli impianti di tutto l’edificio.

Risparmio energetico: come fare

Le tecnologie digitali facilitano la registrazione e la visualizzazione dei dati sul consumo energetico e, di conseguenza, la realizzazione del potenziale di risparmio. La nuova soluzione di gestione energetica di Koenig&Bauer ottimizza queste funzioni per rispondere alle esigenze specifiche dell’industria della stampa e dell’imballaggio.

L’elemento centrale di ciò è il sistema VisuEnergy X, che elabora automaticamente i dati dei contatori in entrata per presentarli in modalità chiaramente strutturate e personalizzabili. VisuEnergy X registra il consumo di tutte le apparecchiature collegate, lo analizza in relazione alla produzione e calcola i parametri specifici per ogni lavoro, come il consumo energetico per 1.000 fogli. È possibile aggiornare il sistema inserendo oltre ai dati energetici altri parametri rilevanti per la produzione come la temperatura e l’umidità.

I tre elementi della soluzione di gestione energetica di Koenig&Bauer – la registrazione automatica dei dati dei contatori, la visualizzazione dei risultati dell’analisi e l’elaborazione di misure appropriate in risposta, accompagnate da una consulenza energetica professionale – consentono di rendere la produzione decisamente più efficiente. «VisuEnergy X consente ai nostri clienti di ottenere risparmi energetici sostenibili in media del 7-10%, già dal primo anno», afferma Michael Billa, product owner per la digitalizzazione di Koenig&Bauer.

Tutto segue un percorso preciso: sostenibilità e digitalizzazione sono due dei tre obiettivi chiave che Koenig&Bauer ha posto al centro delle attività aziendali nell’ambito della strategia di gruppo “Exceeding Print”, unendo così la sfida più grande e il motore principale dei nostri tempi.

RGB o CMYK, con quale è meglio lavorare?

Per alcuni tecnici delle arti grafiche può sembrare una domanda retorica, ma a quanto pare dopo aver ascoltato molte persone durante i meetup organizzati da Arti Grafiche Stampa e Web, abbiamo capito che nella comunità dei creativi, grafici e delle agenzie di comunicazione c’è ancora incertezza sull’argomento. Se si pone la domanda sul web a Google, le risposte si contano a centinaia e nei vari forum delle comunità o dei gruppi dedicati alla creatività e al design, capita spesso di leggere pareri contrapposti che disorientano. La risposta che abbiamo trovato sul sito web del compianto Mauro Boscarol è priva di incertezze: nel flusso di lavoro, è importante conservare i dati RGB quanto più è possibile, e fare la separazione in CMYK il più tardi possibile ossia prima di mandare gli elaborati in stampa quando si è certi della tecnologia e del substrato che si utilizza.

Il gruppo MeetUp (Arti Grafiche Stampa e Web) coordinato da Renato Gelforte supera i 1500 membri e ha organizzato 103 incontri in 4 anni. In particolare questo tema specifico ha coinvolto tre esperti del settore: Giovanni Daprà, che si occupa di organizzazione della prestampa e stampa, Manuel Rosini docente di informatica, computer grafica e web presso l’Università Europea del Design di Pescara e Mauro Lussignoli consulente nell’ambito delle applicazioni di stampa.

L’incontro in diretta è in visibile in versione registrata su (https://youtu.be/45A9g1IkIkI), e ha messo in luce altri aspetti del flusso di lavoro che talvolta vengono ritenuti superficiali o marginali mentre sono fondamentali e ineludibili, tra i tanti pilastri segnaliamo quelli su cui c’è ampia convergenza di pareri:

1) La correzione del colore si attua solo in metodo colore RGB;

2) Per la conversione in CMYK si utilizza il profilo colore fornito dallo stampatore (non facile da ottenere) o i profili a norma (possibilmente aggiornati);

3) Dopo la conversione colore (da RGB a CMYK ) non si deve intervenire sul file per la correzione colore. Se si fa si deve essere consapevoli che si alterano i canali colore rendendoli disomogenei, di conseguenza si interferisce sulla qualità della stampa.

Il dibattito al termine della presentazione ha fatto emergere degli argomenti che hanno generato un confronto tra i presenti. Alcuni di loro hanno evidenziato che il brand owner, talvolta non informa il grafico o l’agenzia in merito allo stampatore e neppure con quale tecnologia verrà stampato l’elaborato. Succede che sia lo stesso stampatore a non fornire le specifiche, vuoi perché talvolta si interloquisce con dei broker di stampa e non direttamente con il grafico.

A tale affermazioni i tre esperti sono consapevoli che non sempre si hanno tutte le informazioni, in molti casi per negligenza in altri per mancata conoscenza della loro importanza. Una cosa è certa, le informazioni ci sono sicuramente in quanto nessun cliente assegna una commessa se non ha un preventivo in mano dove sono riportati il numero dei colori, la tipologia di substrato (carta, film, ecc.), la tiratura, i tempi di consegna, ecc.

Federazione Carta e Grafica, serve attenzione su riciclo carta, tracciabilità rifiuti e rifiuti industriali

“La carta è il materiale per eccellenza dell’economia circolare e il settore esorta la politica a valutare con attenzione la portata di alcune misure che, al fianco di molte altre che supportiamo, caratterizzano il decreto ‘correttivo’ in discussione in Parlamento con cui si aggiorna quello precedente del 2020 di attuazione delle più recenti direttive UE sui rifiuti e sugli imballaggi”. Lo afferma il direttore della Federazione Carta e Grafica, Massimo Medugno, a margine dell’audizione svolta oggi sul ‘correttivo’ nella Commissione Ambiente del Senato.

“Il ‘correttivo’ – ha detto Medugno in audizione – sembra incentivare pratiche tese al conferimento nell’organico della carta in quanto biodegradabile. Segnaliamo che nella pratica può derivarne una deviazione dei flussi di carta da imballaggio (e delle frazioni merceologiche similari) dall’attuale circuito virtuoso della raccolta e del riciclo di carta e cartone. Lo scorso anno circa 6 milioni di tonnellate di carta sono state riciclate dagli stabilimenti italiani (12 tonnellate al minuto) e nell’imballaggio in carta il riciclo supera ormai l’80%. Un sistema, dunque, che funziona e che andrebbe semmai ulteriormente sostenuto in Italia.

Ed anche in Europa. Qui la modalità del riutilizzo, con la nuova proposta UE sugli imballaggi presentata lo scorso 30 novembre, diventa un’impostazione aprioristica e non fondata su dati ambientali, vanificando politiche ambientali e industriali in corso da decenni. “Il riciclo è inclusivo e non discriminatorio, conciliando protezione e mercato interno fatto da 500 milioni di abitanti” mette in evidenza Medugno. La proposta, di fatto, non riguarda solo il riutilizzo, ma esso ne costituisce il tratto più caratterizzante ed è quello che ha indotto l’Italia e l’industria italiana (e non solo) ad esprimere delle critiche non contro il riutilizzo, ma a favore del riciclo.

In vista dell’inizio della discussione politica sulla proposta, Confindustria e le associazioni confindustriali hanno segnalato la necessità di seguire un approccio ambizioso agli obiettivi di sostenibilità, ma di evitare impostazioni arbitrarie e in grado di minare quanto costruito con gli investimenti industriali in materia di economia circolare degli imballaggi negli ultimi decenni. La proposta della Commissione Europea in materia di imballaggi appare viziata da un pregiudizio e cioè che il riutilizzo sia meglio del riciclo.

Nella ristorazione e nei servizi collettivi (applicazioni che appaiono più penalizzate nell’imposizione del riutilizzo) il riutilizzo impatta sul consumo di acqua e di detersivi, sul trasporto, sui consumi energetici e sul peso degli stessi imballaggi che torneranno ad essere pesanti per resistere e, quindi, persistere nell’ambiente.

Altri temi indicati dalla Federazione come centrali: “Il sistema dei Consorzi già ottempera alla tracciabilità dei flussi. Pertanto riteniamo che l’iscrizione obbligatoria al RENTRI per i Consorzi non abbia ragione di sussistere e se ne chiede la cancellazione per evitare una duplicazione di oneri burocratici rispetto all’efficace sistema tracciabilità già esistente”. “Attenzione infine – ha concluso Medugno – “alla norma del ‘correttivo’ che di fatto sottoporrebbe nuovamente i rifiuti prodotti nelle superfici di lavorazione industriale ai prelievi comunali sui rifiuti. Una norma che, se confermata, andrebbe in controtendenza con le giuste aperture al mercato degli ultimi anni”.

Da Konica Minolta AccurioPro Flux: la chiave dell’efficienza e dell’automazione

Konica Minolta lancia AccurioPro Flux, un sistema di workflow grazie al quale è possibile automatizzare tutti i processi della fase di prestampa.

Negli ultimi due decenni l’industria della stampa si è trasformata radicalmente, la crescita della stampa digitale e la concorrenza di altri canali di comunicazione come e-mail, social media e internet hanno profondamente cambiato le abitudini e le esigenze dei consumatori. Gli stampatori sono da tempo in continua pressione per ridurre i prezzi in un mercato in cui l’aumento del fatturato è difficile ed i margini sono costantemente erosi. In quest’ambiente sempre più complesso non si può fare a meno di disporre di un flusso di lavoro automatizzato per semplificare i processi, ridurre i costi e velocizzare i tempi di consegna.

La sola qualità di stampa non è più l’unico fattore discriminante per la scelta di quale sistema di stampa adottare. L’esigenza primaria degli stampatori è abbassare i costi di produzione senza intercedere con la qualità di stampa. Le analisi dei costi mostrano come per ogni euro speso sui costi vivi della stampa se ne spendono minimo altri tre per la fase preparatoria.

È in questo scenario che entra in gioco l’efficientamento attraverso un workflow automatizzato. È proprio pensando a questi bisogni e necessità del settore delle arti grafiche che in Konica Minolta abbiamo pensato a un sistema di workflow dove è possibile automatizzare tutti quei processi caratteristici della fase di prestampa, AccurioPro Flux. La suite, interamente sviluppata da casa madre, già nella sua versione base offre dei potentissimi strumenti per andare ad ottimizzare le fasi di prestampa dove il rischio di errore si annida dietro ogni angolo. Per le lavorazioni che si ripetono e le applicazioni standard che il cliente produce è, inoltre, possibile creare un catalogo prodotti automatizzando le operazioni di stampa senza il minimo intervento manuale.

Produzione efficiente e automatizzata con AccurioPro Flux

AccurioPro Flux è in grado di gestire in autonomia i cassetti e la finitura della macchina in base al prodotto scelto e in caso di lavorazione con dato variabile, sia alfanumerico che QR code, è possibile importare direttamente un file CSV e gestire le informazioni variabili attraverso automatismi facili da attivare. L’automazione di questi processi allontana il rischio di errore evitando casistiche come carta sbagliata o finitura diversa da quella scelta dal cliente, dove poi si è costretti a ristampare un prodotto per ovviare ad un errore.

Questa soluzione è altamente scalabile in grado di potersi adattare al piccolo stampatore così come al grande centro stampa di una corporate, ognuna delle tre varianti del software, Essential, Premium e Ultimate, si adatta perfettamente al business dei nostri clienti. Con la versione 9 anche gli etichettifici possono beneficiare delle sue funzionalità e lavorare con una caduta macchina pensata appositamente per la bobina.

Anche con gli enormi cambiamenti che si sono verificati a causa di internet e di un’economia sempre più instabile, un certo numero di stampatori continua a prosperare. Cosa li rende diversi? Forse conoscono bene qual è il loro valore e sono in grado di articolare questi vantaggi a favore dei loro clienti. Non importa tanto quali macchine si utilizzano o in quali bisognerebbe investire, oggigiorno occorre potere vendere e produrre in modo efficiente e automatizzato, il flusso di lavoro è la chiave di tutto questo. Occorre agire coraggiosamente verso l’automazione, il tempo è limitato.

Dalla collaborazione tra Fedrigoni e Albini nasce Futura, la carta con il 25% di fibra da scarti di produzione tessile

Da un lavoro di ricerca e collaborazione delle due storiche realtà italiane nasce una nuova carta che proviene anche dal tessuto. Un progetto che prevede la trasformazione di scarti e sotto-prodotti di produzione tessile, guardando a un futuro sempre più sostenibile.

Un progetto ambizioso di economia circolare. ALBINI_next, il think thank di Albini Group nato nel 2019 con l’obiettivo di tracciare nuove frontiere cercando soluzioni innovative per creare i tessuti del futuro, e Fedrigoni si incontrano per una collaborazione italiana all’insegna della circolarità. Un’idea concreta di up-cycling, che vede la trasformazione di scarti e sotto-prodotti di produzioni di Albini Group in una carta realizzata con grande rispetto dell’ambiente e delle persone.

Dopo due anni di lavoro tra il team R&D di Fedrigoni e il team di Albini_next, la collaborazione ha dato vita a Futura: un progetto grazie al quale nasce una nuova carta composta per ben il 25% da fibra ottenuta con gli scarti e sotto-prodotti di produzione tessile di Albini Group, risparmiando quindi la quantità di cellulosa vergine utilizzata normalmente nella produzione cartiera e recuperando i sotto-prodotti tessili che sarebbero destinati allo smaltimento o a processi di down-cycling.

Il processo produttivo di Futura inizia dalla selezione di scarti provenienti dalle fasi di tessitura o nei reparti di campionario e di controllo qualità dell’azienda tessile bergamasca. I tessuti vengono sfilacciati per essere convertiti in fibra, che in seguito Fedrigoni aggiunge all’impasto di cellulosa per la realizzazione della carta.

Grazie a questo processo innovativo, ad oggi sono state prodotte circa tre tonnellate di carta, utilizzando 950 kg di scarti di tessuto.

Futura è un progetto basato sulla simbiosi industriale e sulla condivisione di valori fondamentali, come il solido know-how e la spinta all’innovazione in chiave di circolarità, che hanno reso la collaborazione un’opportunità di grande valore per entrambe le aziende.

Terza tappa del Taga Tour a Torino il 2 febbraio 2023

Dopo il successo delle prime due tappe che ha visto la partecipazione di oltre 150 tecnici, è ufficiale la data della terza tappa del Taga Tour che avrà luogo il giorno 01 e 02 febbraio 2023 a Torino presso: IIS Bodoni Paravia.

La prima giornata sarà dedicata agli studenti della scuola ISS Bodoni Paravia a cui Taga dedicherà una giornata di formazione sul mondo della stampa, degli inchiostri e dei temi centrali dei documenti 19 e 20. Un modo per continuare ad investire sulle nuove generazioni e introdurle nel settore attraverso temi cruciali per le aziende di stampa.

Il giorno 2 febbraio Taga Italia e le aziende che hanno contribuito alla redazione dei documenti, ospiteranno i tecnici in un percorso formativo ed informativo che prenderà in esame tutto il processo di produzione, dall’ottimizzazione dei file per la stampa alla stampa, passando per supporti, normative e materiali di consumo.

Non mancheranno momenti di riflessione condivisa oltre che il consueto spazio dedicato alle tecnologie che le aziende vorranno esporre durante la giornata.

Il Taga Tour 2022 /2023 si svolge in quattro tappe itineranti nelle città di Napoli (11 ottobre), Vicenza (8 novembre), Torino (2 febbraio 2023), Città di Castello (21 marzo 2023), nelle quali oltre alla conoscenza ed approfondimento dei documenti Taga Italia dedicati al mondo UV, sono presenti tutte le aziende che hanno partecipato alla stesura dei documenti tecnici. Queste sono a disposizione dei partecipanti per rispondere a tutte le domande con lo scopo di fare formazione su una tecnologia complessa e articolata come quella UV.

Ogni evento ha un panel di relatori composta da membri di Taga Italia e alcune delle aziende che hanno partecipato alla stesura dei documenti e che hanno sponsorizzato i quattro appuntamenti: Colorconsulting, Colorgraf, CI.TI.O., Guandong, Heidelberg, Huber, KBA, IST, Sun Chemical, T&K, Tecnologie Grafiche, Printgraph, Francesco Bordoni.

L’iscrizione agli eventi è online (è possibile partecipare a più date se lo si desidera) e gratuita. Per effettuare l’iscrizione clicca qui.

Acimga, costituito il Gruppo Sviluppo Flexo

È stato ufficialmente costituito nel mese di novembre il Gruppo Sviluppo Flexo by Acimga, terzo gruppo di specializzazione all’interno dell’associazione che rappresenta i costruttori italiani di macchine per l’industria grafica, cartotecnica e del converting.

Un primo nucleo fondatore rappresentato da 20 tra le aziende associate Acimga – BFT Flexo, Bobst, Brofind, BST Eltromat, Camozzi Automation, Color Consulting, DEC Impianti, ETS International, Ferrarini & Benelli, HuberGroup, Gama, Inciflex, Koenig&Bauer, Omet, Prades, RE, Rossini, Simec Group, Tresu e Uteco – che si pone lo scopo promuovere capillarmente la tecnologia flexo e di analizzarne l’implementazione e i trend nei diversi mercati in cui tale tecnologia è utilizzata.

Il nome del Gruppo rappresenta espressamente la scelta di privilegiare il concetto di sviluppo, declinandolo su distinti fattori abilitanti: lo sviluppo dei mercati in prima istanza, ma anche lo sviluppo delle competenze; lo sviluppo delle applicazioni; lo sviluppo di analisi, dati e mappature funzionali ad un presidio ottimale; lo sviluppo del confronto, per dialogare e instaurare relazioni con il mondo associativo e flessografico già presente; lo sviluppo del Made by Italy. Simone Bonaria, Chief Operation Officer di BFT Group, è stato nominato Coordinatore del Gruppo ed elemento di raccordo tra il Gruppo e il Consiglio Generale di Acimga. “Il Gruppo Sviluppo Flexo nasce con l’idea di ampliare il confronto all’interno del panorama della stampa flessografica, prendendone parte attivamente.” afferma Bonaria, aggiungendo che “le 20 aziende che hanno partecipato al kick-off del progetto hanno portato al tavolo moltissimi spunti per le future attività del gruppo, segnale che questo segmento è vivace e ha ancora moltissimo spazio per l’innovazione”.

Il mercato Flexo: alcuni dati

Nel 2022 la dimensione del commercio mondiale delle macchine per stampa flessografica è stata pari a circa 1 miliardo di Euro. Nonostante costituisca una nicchia di mercato, la volontà di Acimga di avviare un gruppo di lavoro specializzato va vista nella crescita attuale e prevista del segmento. Nel 2022 il commercio internazionale della “flexo” ha vissuto infatti un vero e proprio boom, segnando un +17%, con un trend positivo di crescita moderata che si stima continui fino al 2026, con un CAGR (tasso di crescita annuale composto) del +3,9%.

L’Italia è il secondo Paese al mondo (dopo la Germania) per esportazione di macchine per stampa flessografica con 161 milioni di euro di export (per una quota di mercato pari al 13,3%), una leadership di valore sulla quale puntare nel prossimo triennio. Tra i paesi che importano maggiori quantità di macchine di questo tipo ci sono gli Stati Uniti con una stima di export pari a 175 milioni al 2026 (dai 152 del 2022) e la Turchia (77 milioni al 2026 dai 54 nel 2022).

BestInFlexo e FlexoDay 2022: premiazioni, scenari di mercato e formazione

BestInFlexo 2022: 240 circa i lavori ricevuti, più di 400 i partecipanti alla cerimonia di premiazione. Questi i numeri che l’Associazione Tecnica Italiana per la Flessografia ha registrato per il BestInFlexo 2022, il premio alla qualità di stampa flessografica che, dal 2015, celebra questo importante comparto industriale, promuovendo l’eccellenza della filiera. Novità di quest’anno la creazione del Premio Giuria, una menzione speciale voluta dai giurati Massimiliano Ferrari (Barilla) presidente di Giuria, Paride Banzola (Eurocompany), Alessandra Biava (Bonduelle) e Simona Poli (La Linea Verde) per attribuire un riconoscimento a lavori che si distinguono per particolari qualità. Un riconoscimento destinato a restare anche per le prossime edizioni e che amplierà il novero delle aziende premiate da Atif. Nel corso della serata è stato anche assegnato il Premio alla Carriera giunto alla sua quinta edizione. È stato Felice Rossini a ricevere questo riconoscimento per una carriera all’insegna della flessografia.

Ecco la classifica finale svelata durante una serata piacevole per la movimentata conduzione di Debora Villa, tradizionale ospite delle premiazioni Atif.

Nel corso della serata, oltre agli stampatori, sono state premiate anche le aziende di prestampa del 1°, 2° e 3° classificato.

CATEGORIE FILM
Banda stretta premiata da I&C GAMA: 1° classificato ARO – 2° classificato ARIO – 3° classificato IL DOGE. Banda media stampa interna premiata da LOHMANN: 1° classificato FLESSOFAB – 2° classificato SIMPLAST– 3° classificato FLESSOFAB.

Banda media stampa esterna premiata da STUDIO ENNE: 1° classificato FLESSOFAB – 2° classificato FLAVIO DI PIERO – 3° classificato IMBALPLAST.
Banda larga stampa interna premiata da DIGITALFLEX: 1° classificato SACCHETTIFICIO NAZIONALE G. CORAZZA – 2° classificato – FLESSOFAB – 3° classificati ALUCART e CORAPACK – Premio Giuria a CIELLE IMBALLAGGI.

Banda larga stampa esterna premiata da MAVIGRAFICA: 1° classificato ALUCART – 2° classificato TONUTTI TECNICHE GRAFICHE – 3° classificato ALUCART

CATEGORIE CARTA/CARTONCINO
Banda stretta premiata da ROSSINI: 1° classificato ESSITY ITALY – 2° classificato TIKEDO– 3° classificato AUROFLEX.
Banda media premiata da INCIFLEX: 1° classificato EKAFLEX– 2° classificato CARPAD– 3° classificato EKAFLEX.
Banda larga premiata da UTECO: 1° classificato EUROPOLIGRAFICO– 2° classificato CARTOTECNICA POSTUMIA– 3° classificato CARTOTECNICA POSTUMIA

CATEGORIE CARTONE ONDULATO
Patinato post print premiata da Z DUE: 1° classificato SCATOLIFICIO TS – 2° classificato GHELFI ONDULATI e SCATOLIFICIO ONDULKART – 3° classificato SCATOLIFICIO TS
Non patinato post print premiata da CARMINATI & GUIZZARDI: 1° classificato SCATOLIFICIO CERIANA– 2° classificato SCATOLIFICIO TS – 3° classificato SCATOLIFICIO ONDULKART

CATEGORIE SPECIALI
Uso innovativo del processo flessografico premiata da SIMONAZZI: 1° classificato ACM-SIT GROUP – 2° classificato AUROFLEX – 3° classificato ARO
Uso combinato e/o creativo del processo flessografico premiata da OMET: 1° classificato GRAFICHE PRADELLA – 2° classificato AUROFLEX – 3° classificato MULTI-COLOR ITALIA
Stampa flexo e inchiostri UV premiata da 3M: 1° classificato ACM-SIT GROUP – 2° classificato ARIO – 3° classificato TERMOPLAST NORD.

BEST IN SHOW: il riconoscimento 2022 è andato a FLESSOFAB per il lavoro “STAIRS SNACKS CHIPSNACK / BAR COCKTAIL / ARACHIDI E MAIS” consegnato dal Presidente Marco Gambardella e dal Presidente di FTA Europe Sante Conselvan.

FlexoDay 2022

Il tradizionale convegno Atif si è articolato quest’anno in due sessioni, la prima di scenario la seconda più tecnica. Ospiti della prima sessione, che ha visto la partecipazione di circa 330 persone, un economista (Fabio Papa dell’I-AER) e i rappresentanti di Burgo e Taghleef che hanno presentato rispettivamente contributi sulla situazione economico-finanziaria e il relativo impatto sulle PMI, nonché gli scenari di mercato della carta e dei supporti plastici. Ha chiuso questa prima sessione l’intervista di Armando Garosci (Largo Consumo) a Gianangelo Cattaneo (AD di PLASTIK).

La seconda giornata (circa 350 le presenze registrate) è stata aperta dal saluto del presidente di Atif Marco Gambardella, con la relazione sullo scenario economico italiano del settore cartotecnico-trasformatore (elaborati da Assografici), i dati di mercato delle macchine flexo su scala globale (elaborati da Acimga) e le principali attività dell’Associazione. La sessione è quindi proseguita con la presentazione dei tradizionali contributi tecnici, con gli interventi dei rappresentanti del Comitato tecnico di Atif sul nuovo metodo di misurazione del valore tonale del colore (CVT) in flessografia (Stefano d’Andrea) e sui nuovi standard di comunicazione PRX-PQX, per una migliore interazione fra committente e stampatore (Carlo Carnelli). Si sono poi susseguiti gli interventi della Commissione Education di Atif (a cura di Ira Nicoletti) che ha presentato i progetti formativi dell’Associazione, le relazioni dei soci INCIFLEX, ROSSINI e UTECO partner dell’evento 2022 e le testimonianze di Stefano Capelli e Michele Bondani rispettivamente sulla normativa europea in tema di emissioni e sul marketing del packaging. Infine, nell’ambito dell’iniziativa BestStudentInFlexo, patrocinata da ENIP-GCT, è stato premiato DIEGO PELLEGRINI, studente del CFP SAN MARCO MESTRE – VENEZIA per una tesina sulla flessografia. Lo studente riceverà una borsa di studio messa a disposizione da I&C GAMA.